Manageritalia Executive Professional (Campania): Paolo Fiorentino

Ci sono spazi per un executive professional nel mercato del lavoro? Cosa fare per ampliare le opportunità di crescita del territorio? Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Le risposte a queste e altre domande ai responsabili regionali della nuova associazione di Manageritalia, nata a giugno dello scorso anno, che rappresenta figure chiave per la crescita e lo sviluppo del nostro tessuto economico, imprenditoriale e manageriale. A tu per tu con Paolo Fiorentino, responsabile regionale Campania Manageritalia Executive Professional

Cosa pensa della recente costituzione di Manageritalia Executive Professional e in particolare delle sfide e delle opportunità che le si presentano sul vostro territorio?

«La costituzione della quattordicesima associazione rappresenta il completamento di un percorso iniziato alcuni anni fa con gli altri colleghi, rappresentanti degli executive professional, avente lo scopo preciso di individuare le specifiche esigenze di un’area manageriale non legate alle logiche di un contratto collettivo, per coglierne le opportunità collegate». 

Quali sono le tipologie di executive professional oggi più presenti localmente?

«La composizione del gruppo è abbastanza eterogenea e trasversale, essendo presenti sia professionisti ordinistici che consulenti aziendali che offrono, più in generale, servizi alle imprese». 

Qual è lo stato dell’arte di presenza e cultura manageriale nelle aziende del vostro territorio?

«In Campania, così come nel resto di Italia, il tessuto imprenditoriale è costituito prevalentemente da imprese di piccola o piccolissima dimensione nelle quali, sia per motivi strutturali che di cultura aziendale, è difficile distinguere la figura dell’imprenditore da quella del manager. In aggiunta, il carattere familiare di molte imprese del territorio lascia molto spesso, poco spazio all’inserimento di figure manageriali terze all’interno dell’azienda». 

Ci sono spazi per un executive professional che operi a supporto di proprietà e/o management aziendale e in particolare oggi in quali ambiti?

«Per quanto detto in precedenza, l’apporto di competenze e cultura manageriale da parte di figure professionali non necessariamente legate in maniera “stabile” all’azienda dovrebbe costituire un elemento abilitante all’inserimento di executive professional che lavorino a supporto della proprietà. Questo è ancora più vero in ambiti nei quali prevalgono competenze sull’innovazione e sulle relative tecnologie abilitanti che richiedono, necessariamente, un background di esperienze raramente presente in azienda». 

Lei come executive professional in che ambito opera?

«Personalmente, avendo maturato esperienze nella conduzione di aziende in ruoli apicali, fornisco consulenza in ambito strategia e organizzazione, aiutando le imprese a mettere a punto o a rivedere i propri obiettivi, i processi e il proprio modello di business». 

Qual è una delle sue esperienze professionali più vincenti per lei e i suoi clienti che ha vissuto e/o sta vivendo attualmente?

«Riuscire a mettere continuamente in discussione il mio personale modello di business e la mia offerta di servizi di consulenza per renderli adeguati a esigenze sempre diverse dei clienti e alla volatilità e incertezza del mercato». 

Cosa fare per ampliare l’incontro tra gli executive professional e il tessuto imprenditoriale, compresa tutta la business community, e aumentare quindi le opportunità di crescita del territorio?

«L’associazione dovrebbe stimolare iniziative che creino opportunità per gli associati di entrare in contatto con il mondo della committenza, mettendo a disposizione strumenti adeguati a prendere consapevolezza della propria “offerta” in termini manageriali, certificare le competenze possedute e migliorare il proprio posizionamento in termini relazionali». 

Qual è stata la molla che l’ha fatta entrare in Manageritalia come executive professional?

«L’interesse di entrare in contatto con altri colleghi con i quali condividere esperienze ed esigenze e di far parte di una community riconosciuta a livello nazionale». 

Cosa si aspetta per il futuro?

«Uno sforzo a operare di concerto con le altre associazioni di rappresentanza delle alte professionalità per individuare strumenti di tutela a favore del mondo delle professioni e per valorizzare le migliori competenze a garanzia dei servizi offerti al mercato». 

Perché un executive professional dovrebbe iscriversi a Manageritalia Executive Professional?

«I motivi sono a mio avviso gli stessi che hanno spinto me a entrare nel mondo Manageritalia, ovvero il bisogno di uscire da uno stato di “solitudine” professionale, di cui molto spesso soffre chi opera come lavoratore autonomo, e di fare rete con colleghi che hanno competenze complementari». 

Ma quindi associandosi si entra in una community che può contare su un presidio territoriale attraverso lei e la sede di Manageritalia locale fruendo di servizi, networking ecc. che si ampliano, on e offline, a livello nazionale e internazionale?

«Sicuramente il collegamento con il territorio di appartenenza e con l’associazione territoriale di riferimento costituiscono un elemento fondamentale per creare quel legame “fisico” che altrimenti un’associazione nazionale, quale Manageritalia Executive Professional, inevitabilmente rischierebbe di perdere». 

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