Manageritalia Executive Professional (Piemonte e Valle d’Aosta): Guido Giaume

Ci sono spazi per un executive professional nel mercato del lavoro? Cosa fare per ampliare le opportunità di crescita del territorio? Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Le risposte a queste e altre domande ai responsabili regionali della nuova associazione di Manageritalia, nata a giugno dello scorso anno, che rappresenta figure chiave per la crescita e lo sviluppo del nostro tessuto economico, imprenditoriale e manageriale. A tu per tu con Guido Giaume, responsabile regionale Piemonte Valle d'Aosta Manageritalia Executive Professional

Cosa pensa della recente costituzione di Manageritalia Executive Professional e in particolare delle sfide e opportunità che le si presentano sul vostro territorio?
«Sono con Carlo Romanelli – il nostro leader, non solo il nostro rappresentante nazionale – dall’inizio di questa avventura. È quindi una creatura anche un po’ mia. Sono ovviamente felice di questo importante sviluppo che finalmente dà la possibilità agli EP di rappresentare le proprie specificità e necessità, considerando che il territorio piemontese è tra i più colpiti da questi due decenni di riflusso».

Quali sono le tipologie di executive professional oggi più presenti localmente?
«Come dicevo, il Piemonte è forse la regione del nord che più ha patito l’inerzia economica degli anni 2000 ed oggi molte persone che lavoravano nell’industria, inquadrati con un contratto da dipendente, stanno continuando il proprio lavoro come liberi professionisti».

Qual è lo stato dell’arte di presenza e cultura manageriale nelle aziende del vostro territorio?
«La situazione è difficile, le aziende italiane hanno potenti incentivi sia legislativi che funzionali per non crescere. Questo, tra le altre cose, impedisce l’inserimento di un management terzo rispetto alla proprietà, che non sempre è all’altezza. Inoltre, spesse volte i rapporti familiari impediscono di fare scelte ottimali per l’azienda».

Ci sono spazi per un executive professional che operi a supporto di proprietà e/o management aziendale e in particolare oggi in quali ambiti?
«Ci sono vaste praterie per l’inserimento di manager, in teoria. Purtroppo l’assenza di una chiara idea di come si debba fare impresa oggi, il sistema Paese, che limita le opzioni delle aziende, unitamente all’idea che la proprietà debba necessariamente guidare l’azienda, sono un freno».

Lei come executive professional in che ambito opera?
«Sono un consulente finanziario. Sì, sono un EP anomalo, come spesso mi viene ricordato dal mio amico e collega Giovanni, un collega costruttivo ma dalla vis polemica sempre molto vitale».

Qual è una delle esperienze professionali più vincenti per lei e i suoi clienti che ha vissuto e/o sta vivendo attualmente?
«Ci stiamo fondendo con una azienda del nordest con la quale abbiamo forti complementarietà e la direzione della mia azienda si avvale anche dei miei insight. Questo per adesso non ha ancora un riflesso concreto per la clientela ma lo avrà a breve perché potremo offrire una serie di servizi che prima non avevamo».

Cosa fare per ampliare l’incontro tra gli executive professional e il tessuto imprenditoriale, compresa tutta la business community e aumentare quindi le opportunità di crescita del territorio?
«Una cosa facile a dirsi ma non a farsi. Creare un mercato: generare cioè una struttura formalizzata dove rendere visibile tanto la domanda quanto l’offerta di professionalità e diffondere la notizia che tale struttura esiste ed è regolamentata in modo serio e funzionale. Insomma, creare una Borsa delle Professionalità».

Qual è stata la molla che l’ha fatta entrare in Manageritalia come Executive Professional?
«L’occasione si è presentata quando Silvio, allora presidente e amico, mi ha detto: “Guarda che in Manageritalia stiamo pensando di raccogliere anche dei professionisti perché il presidente federale ha avuto una grande intuizione”. Io sono curioso e ho deciso di vedere di cosa si trattasse».

Cosa si aspetta per il futuro?
«Per il mio futuro: voglio diventare vecchio lavorando, anche perché non ho scelta… Per quello dell’Italia occorre ritrovare l’ottimismo della volontà da contrapporre al pessimismo della ragione, ma sarà una cosa lunga e difficile».

Perché un Executive Professional dovrebbe iscriversi a Manageritalia Executive Professional?
«Per il rapporto costo benefici: Manageritalia EP rappresenta una categoria che diversamente è senza voce: siamo portatori di capacità professionali di alto livello e il tempo necessario per lavorare e restare aggiornati è tanto. È molto vantaggioso avere un hub di relazioni e scambio di idee. Inoltre in prospettiva avremo servizi di welfare e pensionistici. Siamo soli e non possiamo badare a tutto».

Ma quindi associandosi si entra in una community che può contare su un presidio territoriale attraverso lei e la sede di Manageritalia locale fruendo di servizi, networking ecc che si ampliano, on e offline, a livello nazionale e internazionale?
«Claro que si! Ma nella lista vi siete dimenticati di dire che hai una finestra sul mondo: vieni a conoscere cose così lontane dalla tua esperienza che il solo fatto averle conosciute ti offre infiniti spunti di riflessione e qualche opportunità di business».

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