Manageritalia Executive Professional (Toscana): Paolo Ulivieri

Ci sono spazi per un executive professional nel mercato del lavoro? Cosa fare per ampliare le opportunità di crescita del territorio? Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Le risposte a queste e altre domande ai responsabili regionali della nuova associazione di Manageritalia, nata a giugno dello scorso anno, che rappresenta figure chiave per la crescita e lo sviluppo del nostro tessuto economico, imprenditoriale e manageriale. A tu per tu con Paolo Ulivieri, responsabile regionale Toscana Manageritalia Executive Professional

Cosa pensa della recente costituzione di Manageritalia Executive Professional e in particolare delle sfide e delle opportunità che le si presentano sul vostro territorio?

«Fornisce una corretta risposta alle esigenze del mercato e dei professionisti che in esso operano: rappresentatività, certificazione delle esperienze e competenze, servizi».

Quali sono le tipologie di executive professional oggi più presenti localmente?

«Non molti ma con esperienze e competenze molto variegate, in vari settori del terziario: general management, sales, Ict, amministrativo, finanziario, marketing, organizzazione, sicurezza, come risulta sia dal DB che da alcune certificazioni degli EP».

Qual è lo stato dell’arte di presenza e cultura manageriale nelle aziende del vostro territorio?

«Molto bassa, prevalentemente basata non su percorsi professionali di formazione ed esperienze manageriali ma di sola esperienza operativa».

Ci sono spazi per un executive professional che operi a supporto di proprietà e/o management aziendale e, in particolare oggi, in quali ambiti?
«Ci sono grandi spazi, essendo il nostro un territorio dove la prevalenza è di piccole aziende, spesso cresciute e gestite direttamente dal fondatore, che in molti casi si avvale di operatori professionali senza esperienze e competenze manageriali».

Lei come executive professional in che ambito opera?

«Sono oggi presidente del cda di una società che ho fondato circa 15 anni fa e che opera nell’etichettatura di prodotto (sia tramite strumenti HW che SW), dopo aver coperto ruoli di AD e AU».

Qual è una delle sue esperienze professionali più vincenti per lei e i suoi clienti che ha vissuto e/o sta vivendo attualmente?

«Aver creduto nell’evoluzione di un mercato che prima era secondario ed è ora diventato prioritario per la valorizzazione di un prodotto, affrontandolo con nuovi strumenti, tecnologie e metodi».

Cosa fare per ampliare l’incontro tra gli executive professional e il tessuto imprenditoriale, compresa tutta la business community, e aumentare quindi le opportunità di crescita del territorio?
«Essere attrattivi con i servizi che siamo in grado di offrire: agli aderenti, che possano contare su migliori opportunità di formazione, welfare e appartenenza ad una community professionalmente riconosciuta di alto livello; alle società, di poter avere ed apprezzare il valore aggiunto che può essere portato da professionisti riconosciuti e certificati con competenze manageriali, che siano in grado di affiancare la proprietà per affrontare le nuove sfide dei mercati, cogliendone le opportunità e gestendo i rischi con criteri manageriali, non a caso».

Qual è stata la molla che la ha fatta entrare in Manageritalia come executive professional?

«Dopo avere lavorato a Milano come DG di una multinazionale, sono tornato a Firenze sia per esigenze personali che per affrontare nuove sfide professionali. Ho sempre creduto essenziale mantenere e sviluppare le competenze, per farlo ho ritenuto importante continuare ad essere parte di una community che fornisse gli strumenti idonei per affrontare le sfide dei mercati con consapevolezza e conoscenza».

Cosa si aspetta per il futuro?

«Nuove opportunità e sfide, che è sempre più difficile affrontare da soli.
Perché un executive professional dovrebbe iscriversi a Manageritalia Executive Professional?
Perché è una community professionale che può fornire strumenti per meglio qualificarsi nel mercato e servizi per migliorare la qualità della sua vita, privata e professionale».

Ma quindi associandosi si entra in una community che può contare su un presidio territoriale attraverso lei e la sede di Manageritalia locale fruendo di servizi, networking ecc. che si ampliano, on e offline, a livello nazionale e internazionale?

«Certamente sì. Sta solamente a noi renderlo percepibile e attrattivo. Il bacino potenziale è sicuramente molto vasto».

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