L’emergenza coronavirus e le priorità dell’Italia

L’epidemia di COVID-19 esige grandi sacrifici collettivi procurando effetti disastrosi sulle nostre attività produttive e sul nostro sistema di welfare pubblico. Le politiche economiche, finanziarie, sociali e ambientali degli ultimi decenni hanno già evidenziato scarsa visione prospettica. Tuttavia è dimostrato (molti comportamenti di oggi ne sono la riprova) che le crisi offrono grandi opportunità, penalizzate in tempi normali dalla gestione del consenso a breve per dare risposte ai bisogni immediati. La crisi dovuta al coronavirus ha accelerato un processo recessivo già in atto nel nostro Paese, per di più in uno scenario mondiale di contrazione della crescita. I danni sono inevitabili e ancora non quantificabili e vanno a cumularsi con problemi da tempo irrisolti. Non è cosa facile conciliare la limitazione dei contagi e tenere viva l’economia.

Cogliamo questa occasione per affrontare in modo razionale alcuni nodi cruciali, sviluppando la famosa resilienza che sappiamo essere fondamentale per affrontare le crescenti incertezze del mondo. Il dibattito sulle conseguenze del cambiamento forzato di questi giorni sulle organizzazioni è vivace, anche nella comunità manageriale. Innoviamo prassi e norme per arrivare al lavoro del futuro, organizzato in modo più intelligente grazie alle nuove tecnologie e a una managerialità più diffusa. Le aziende e i lavoratori, in particolare i manager, sono chiamati a partecipare coralmente a questa evoluzione. L’epidemia ha portato alla luce cambiamenti che erano già in essere da anni, come lo smart working, che slega la produttività dalla presenza fisica. Tante aziende e lavoratori hanno positivamente risposto all’emergenza con quella flessibilità del lavoro che dobbiamo mettere in campo per tornare a crescere e creare occupazione. Le parti sociali, le associazioni datoriali e sindacali possono dare un contributo determinante. Dobbiamo essere uniti per fronteggiare le difficoltà che potrebbero diventare più serie di quelle attuali e mostrarci all’altezza della situazione. Superato lo shock iniziale, adesso è il momento di costruire un clima di coesione di fronte ai problemi e ritrovare il senso di comunità per il bene nazionale.

Ora è necessario ricreare le condizioni per riprendere l’attività. Gli incentivi all’economia vanno bene, ma con ratio, pianificando e progettando, senza elargire sussidi a pioggia, secondo un collaudato modello propagandistico. L’Italia non deve fermarsi e deve ripartire a qualunque costo. Servono messaggi chiari e forti. L’unione fa la forza e la voglia di sconfiggere il virus deve essere contagiosa. Ognuno può fare il suo, a maggior ragione i manager. La grande attenzione e preoccupazione per il coronavirus, tuttavia, non ci distoglie dalle altre emergenze, a partire dalla vicenda Conad/Auchan.

Manageritalia ha sottoscritto un accordo per gestire l’uscita da Auchan per la totalità dei dirigenti in esubero. Anche i quadri hanno manifestato grande preoccupazione per la situazione di stallo in cui sembrava versare la trattativa e hanno sollecitato la nostra presenza al confronto in atto. Siamo interessati a dare un supporto nel cercare soluzioni in questo momento di grande trasformazione dell’organizzazione della grande distribuzione. Siamo certi di poter dare il nostro contributo per un accordo sindacale tra tutte le parti che aiuti a trovare risposta ai problemi occupazionali. Anche per questo vi invitiamo a firmare la petizione lanciata dai dipendenti Auchan per sollecitare la proprietà a valutare la possibilità di assorbimenti infragruppo per i bisogni occupazionali presenti e futuri. 

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca