Siete pronti all’edizione italiana delle InspiringFifty?

Entro il 30 settembre siamo chiamati a candidare una donna eccellente e inspiring che si potrebbe meritare di entrare a far parte delle 50 donne inspiring d’Italia

Lei è la prima donna executive che ha sdoganato in Italia un nuovo stile di comunicare il proprio valore professionale, facendolo: ha incarnato l’importanza del personal branding da manager d’azienda prima che il tema esplodesse. Paola Bonomo, non executive director, advisor e investor, come recita il suo profilo LinkedIn, da quest’anno assume anche il ruolo di ambasciatrice del progetto InspiringFifty, al suo debutto nell’edizione italiana.

Paola ha ricevuto insieme ad altre due italiane, Barbara Cominelli e Barbara Labate, questo riconoscimento entrando già tra le 50 donne inspiring della edizione europea e oggi si fa portatrice di una sana contaminazione nei confronti della nostra cultura, sul tema delle role model donne, argomento che oggi si dimostra urgente e fondamentale.

Entro il 30 settembre tutti siamo chiamati a candidare una donna eccellente e inspiring che si potrebbe meritare di entrare a far parte delle 50 donne inspiring d’Italia: le nomination si raccolgono sul sito di Inspiring Fifty e a seguire entrerà in azione la valutazione di una giuria autorevole. Ho fatto delle domande a Paola, in attesa di scoprire, a dicembre di quest’anno, chi saranno le premiate, e di celebrare con tutte loro.

Paola, perché lo fai?

Faccio l’ambassador perché sono fiera di far parte della comunità paneuropea delle InspiringFifty. Nel corso degli ultimi anni InspiringFifty ha selezionato a livello europeo figure del calibro di Neelie Kroes, ex vicepresidente della Commissione europea, responsabile dell’Agenda digitale; Natalie Massenet, già fondatrice di Net-à-Porter; e Sonali de Rycker, investitrice con il fondo Accel partners.
Nella primavera del 2018 Janneke Niessen, co-fondatrice di InspiringFifty, mi ha annunciato che il suo team non avrebbe più promosso una sola lista europea, ma tante liste, cinquanta donne per nazione, da cui poi nel 2019 selezionare le nuove InspiringFifty europee. E in più mi ha chiesto di farle da ambassador per l’Italia: come potevo dire di no? 

C’è stato un momento particolare in cui hai sentito dentro un click che ti ha spinto in questa direzione?

Nella primavera del 2016 le InspiringFifty europee si sono ritrovate e festeggiate alla Mauritshuis all’Aia: il mio click è probabilmente scattato tra la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer e il Cardellino di Fabritius! Dopo il tour del museo abbiamo avuto un incontro con la regina Máxima, che oltre a fare la regina d’Olanda ricopre il ruolo di Special advocate presso le Nazioni Unite sulle tematiche dell’inclusione finanziaria: un tema che tocca le donne in tutto il mondo, e che le è particolarmente caro visto che prima di sposarsi aveva lavorato nel mondo della finanza. Per me è stata un esempio di come in qualsiasi circostanza ci dobbiamo sforzare di avere un impatto positivo sul mondo.  

Che consiglio/i concreto/i daresti ad una donna che desidera essere riconosciuta come role model, inspiring per i più giovani?

Lavorare su tematiche “di frontiera”, spingere sempre un po’ più in avanti; mantenere l’asticella alta per se stesse, prima ancora che con per gli altri; essere generose con il proprio tempo e avere sempre la porta aperta per chi vuole un consiglio; e infine, essere se stesse. Non si può essere un role model se si interpreta un ruolo che calza male come un vestito sbagliato.   

Cosa saranno chiamate a fare dopo la proclamazione le InspiringFifty italiane?

Stiamo pensando a un evento perché innanzitutto possano incontrarsi e conoscersi. Avrà luogo a Milano nel dicembre 2018 o gennaio 2019. Saranno poi chiamate a partecipare alla nuova selezione complessiva, che accetterà candidature da tutti i Paesi, quindi speriamo che molte di loro possano entrare nell’Albo d’oro europeo

Faranno parte di una community attiva a livello locale e globale?

La community italiana è tutta da creare, visto che siamo alla prima edizione! In ogni Paese le possibilità di attivarsi sono moltissime; per esempio, nel Regno Unito c’è già stata una iniziativa spin-off, le InspiringJuniors UK: una lista di 10 giovanissime fino ai 18 anni che hanno ottenuto risultati davvero notevoli con le loro esperienze nel coding, nella robotica, nell’AI, e nell’imprenditoria.  

Quanto conta il personal branding delle candidate nell’iter di valutazione?

Abbiamo un unico criterio di valutazione, che la giuria applicherà con grande rigore: “quanto ritieni che i risultati ottenuti da questa candidata nel corso della sua carriera nel mondo tech siano inspiring?”. Cercheremo di prescindere dagli aspetti più effimeri del personal brand e in qualche modo di “sanitizzare” questa dimensione, perché vogliamo ottenere una lista che includa role model e pioniere in molti ruoli che hanno a che fare con la tecnologia, ruoli che sono tipicamente di sostanza e non solo d’immagine. Per fare un paio di esempi, una Chief information officer di una grande azienda può avere un ruolo di grande complessità e impatto ma essere molto meno conosciuta di un’imprenditrice tech, magari a capo di un’azienda molto più piccola; una docente o ricercatrice di ingegneria informatica può essere molto nota nella sua specialità accademica, ma certamente non sarà mai nota al grande pubblico come una giornalista o un’influencer. Una vera role model nella tecnologia può poi amplificare il suo impatto se sviluppa nel tempo un forte personal brand, può usare il suo brand per iniziative di advocacy e per spingere l’uso della tecnologia a favore delle forze del bene, ma alla radice deve sempre esserci del contenuto distintivo e pioneristico.  

Ora tutti, uomini e donne, a cliccare su quel link e a far esplodere il database di donne eccezionali, in attesa di vedere le prime 50 chi saranno.

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