Coronavirus: le 8 domande che un manager dovrebbe farsi

Emergenza sanitaria e nuovi modelli organizzativi

Non tutti i mali vengono per nuocere: l’epidemia del Covid-19 ha senz’altro avuto anche alcune ripercussioni positive sul mondo del lavoro e sui processi organizzativi.

Il coronavirus, minaccia globale per la salute umana, ha dato infatti una scossa improvvisa ai modelli organizzativi delle aziende di tutto il mondo, evidenziando i gap da colmare al più presto e spingendo con forza verso azioni innovative, non necessariamente difficili da realizzare, ma comunque urgenti. 

L’emergenza sanitaria ha forzato le aziende a rivedere policy, strategie e procedure per proteggere lavoratori, clienti e operazioni durante questa epidemia e quelle che verranno.

Jeff Levin-Scherz e Deana Allen riportano e commentano sull’Harvard Business Review otto domande che datori di lavoro e manager dovrebbero porsi per contenere il più possibile il virus e agevolare il lavoro di tutti.

1) Quali sono i modi migliori per proteggere i nostri collaboratori sul luogo di lavoro?

2) Quando dovremmo impedire ai nostri collaboratori e ai visitatori esterni di accedere al nostro ambiente di lavoro?

3) È necessario rivedere le nostre policy legate a benefit e permessi se i nostri collaboratori non hanno accesso agli uffici?

4) Abbiamo fatto tutto il possibile per consentire ai nostri collaboratori di lavorare da remoto?

5) Abbiamo la possibilità di comunicare in tempo reale comunicazioni sanitarie e ufficiali a tutti i nostri collaboratori?

6) Dovremmo rivedere le nostre policy legate ai viaggi e agli spostamenti per motivi di lavoro?

7) Dovremmo posticipare o cancellare appuntamenti, eventi e conferenze?

8) I nostri supervisor e team leader sono adeguatamente preparati per gestire questa emergenza?

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