Uno di noi: Giuseppe Monita

Giuseppe Monita, Director, Contracts, Tendering & Customer Services Europa, Medioriente, Africa (EMEA) BTG plc, è associato Manageritalia Puglia. Con lui parliamo del ruolo del manager nelle Commercial Operations, di gestione di team internazionali da remoto, di crescita professionale e del suo rapporto con l'associazione pugliese

Cosa vuol dire oggi essere dirigente dell’area Commercial Operations e nello specifico a capo del dipartimento Contracts & Tendering delle relazioni clienti?
Le mie competenze vanno dall’area legal a quella commercial. Serve una solida formazione di base in management administration e poi un valido percorso di sviluppo professionale in parallelo con una formazione continua. Tutto questo per servire un cliente duplice gli stakeholder (PA ospedaliera e governativa, operatori sanitari… con regolamentazioni differenti per ogni paese europeo) e i pazienti per i quali sviluppiamo terapie innovative che salvano la vita o ne migliorano la qualità.

Quali sono i punti di forza da mettere in campo?
Flessibilità, intesa come adattamento proattivo alle diverse situazioni. Poi positività, forza fisica (viaggiare molto stanca) e mentale (si lavora sempre, anche e soprattutto durante gli spostamenti aerei) e allo stesso tempo pensare strategicamente (sapere guardare oltre). Per lavorare in un ambiente internazionale occorre essere aperti alle altre culture, avere enorme rispetto degli usi e costumi, sapere accettare punti di vista che possono apparire diametralmente opposti ai nostri e considerare che le diversità culturali possono creare grandi ostacoli nella realizzazione di un progetto lavorativo… ma allo stesso tempo lo possono fortemente arricchirlo. Gioca un ruolo importantissimo l’ascolto attivo.

Cosa è determinante per essere vincenti e quale il ruolo in questo del management?
Ho un team di persone basate in differenti paesi europei, lavoriamo molto spesso a distanza, quindi il rapporto di fiducia è parte fondante della nostra attività. Poi con loro agisco da tutor con i più giovani e con ampia delega con gli altri, il tutto in modo sinergico per fonderci in una vera squadra. A questo si aggiunge l’indispensabile energia positiva, la capacità di essere multitasking, ma estremamente attenti al dettaglio, quella di destreggiarsi nell’ambiguità e quantità delle email, di conoscere i propri limiti e ammettere gli errori. Tutto questo, che sembra un’esagerazione da superuomo, è possibile solo grazie alla squadra con la quale lavoro, alla quale devo prima di tutto dare una direzione di viaggio, che va poi condivisa, pianificata e rafforzata quotidianamente.

Come gestisce un team internazionale vivendo in Molise?
Allo stesso modo di come vivendo a Milano gestirei un team internazionale con sede centrale a Londra. Ricopro posizioni simili da più di dieci anni e per svolgere bene questo lavoro non occorre il “Dove” ma piuttosto il “Come”. Gli strumenti informatici hanno accorciato le distanze e si può dialogare con più persone basate in differenti continenti nello stesso momento riducendo fortemente così il numero dei viaggi con ovvie ricadute positive sui costi e sull’inquinamento. Sono fortemente convinto che in futuro bisognerà guardare sempre di più alle province che hanno tanto da dare in termini di qualità della vita. Vivere in Molise è stata una mia scelta, io sono molisano di adozione. Spero che questo mio messaggio possa contribuire a far capire alle nuove generazioni che non bisogna fare le valigie con biglietto di sola andata per l’estero ma basta programmare anche il biglietto di ritorno e restare in contatto con il mondo contribuendo a far crescere il paese Italia.

Prima delle biotecnologie è stato all’Onu, in una società di lavoro temporaneo e in una multinazionale del medicale. Un percorso utile e vincente?
È stato un lungo percorso che ho iniziato ai tempi dell’università facendo il volontario per l’Onu, un’impresa per nulla semplice. Ma così, dopo le difficoltà iniziali, ho iniziato un percorso che mi ha portato a raggiugere il mio obiettivo sin dall’inizio, lavorare in un’ambiente internazionale.

Cosa fare per crescere professionalmente nella sua funzione e settore?
Come in tutti i settori per crescere ci vuole tanto impegno. Credo che siano molto apprezzate le persone che non si limitano a lavorare le ore stabilite da contratto ma che credono in quello che fanno e lo fanno con un’ottica più imprenditoriale che da dipendenti. Bisogna sapere trovare poi i propri spazi per formarsi in continuazione, anche in autonomia, e prima di avere bisogna saper dare e dimostrare con i fatti più che con i cv e le parole.

Bisogna guardare anche all’estero e come?
Non solo bisogna guardare all’estero ma bisogna anche fare esperienza diretta. Ho vissuto per un periodo di tempo a Ginevra durante la mia precedente esperienza lavorativa e ho avuto la fortuna di avere nel mio ufficio ben 26 differenti nazionalità: lavorare con colleghi provenienti da differenti parti del mondo (il mio team era composto da persone provenienti dalla Colombia, Svezia, Svizzera, Finlandia) è stata un’esperienza di vita fantastica che non può che lasciare un segno positivo e creare le solide basi per poter crescere in un mondo ormai diventato davvero globalizzato, ma anche piccolo volendo. Infatti con le video conferenze si lavora moltissimo oggi e in una solo giornata si può dialogare e collaborare con persone in Europe, Asia, America.

Lei vive a Campobasso, in Molise, che ambiente professionale e manageriale c’è e come sfruttarlo?
Il tempo a disposizione per vivere la città non è tanto, ma devo dire che c’è un clima molto positivo e si riesce a discutere di temi di interesse comune che non toccano soltanto il lavoro manageriale ma che riguardano anche il benessere della comunità locale.

Come fare networking nella sua regione con vantaggi per sé e l’azienda, magari anche divertendosi?
Oltre il lavoro esiste una vita privata, e il mio network regionale lo dedico maggiormente a questo scopo. Amo viaggiare in moto e questa regione si presta molto bene allo scopo passando dai tornanti montuosi al mare in pochi chilometri. E nei weekend, quando possibile, incontro alcuni amici per organizzare alcune partite a carte e discutere della politica locale e su come migliorarla.

Lei è associato a Manageritalia Puglia: che rapporto e quali vantaggi ha?
Sì, sono associato da alcuni anni a Manageritalia Puglia e devo dire con un bilancio molto positivo. Sono un utente a distanza, come nel lavoro, e quando serve loro ci sono sempre. Per problemi di tempo non riesco a partecipare a tutti gli eventi che vengono organizzati ma cerco di frequentare i corsi di formazione continua organizzati da Cfmt sia online che presso la sede di Roma. Quest’anno infatti ho avuto modo di frequentare e concludere un interessantissimo master per dirigenti organizzato dalla stessa Cfmt in collaborazione con l’Università Bocconi che ha messo a disposizione i propri docenti. Invito caldamente i miei colleghi dirigenti a frequentare i corsi organizzati da Cfmt in quanto gli stessi sono di altissimo livello e noi manager abbiamo davvero bisogno di formazione continua in un modo complesso e in continuo cambiamento.

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