La felicità si apprende in azienda

Un allenatore della mente per raggiungere obiettivi professionali ambiziosi. Intervista ad Alessandra Lancellotti, Life & Business Coach

La felicità d’impresa si insegna e si apprende in azienda e risulta essere una competenza necessaria per manager e dipendenti nel contesto di business odierno. La dott.ssa Alessandra Lancellotti, Life Business & Career Coach, insegna la felicità d’impresa come competenza per far funzionare l’azienda in modo competitivo nell’attuale contesto economico e sociale.
 La corporate e career coach ha partecipato recentemente a Givevra alla conferenza internazionale ARARAT sul tema dell’armonia sociale delle imprese/le imprese come fattore sociale di armonia. È uscito recentemente il libro “Cambiamente – Le proposte di una psicanalista e life coach”, edizioni Itaca, in cui Alessandra Lancellotti racconta tramite la propria esperienza sul campo come la mente favorisca il successo, soprattutto nella società liquida attuale.

Cos’è la felicità d’impresa?
L’azienda è come una famiglia e se l’umore generale è basso si produce male e poco. Viceversa, se il clima è positivo, come dimostrano studi recenti fra Italia e Usa, si crea un clima positivo e condiviso. Se il capo è umorale il team si disgrega e così, come in una catena, si infetta tutta l’azienda. La felicità è competenza e attitudine. Si è dimostrato che le persone che non sorridono mai, contagiano le vicine. Come papà e mamma, se sono depresse e non sono positive le persone vicine si deprimono anch’esse, esattamente così può succedere in azienda. Bisogna acquisire il sentiment del futuro: geopolitica, economia globale, economia glocale e quali nicchie di mercato possono e devono essere riempite dai giovani. Anche nel linguaggio è molto importante trasmettere fiducia e “l’armonia sociale dell’azienda”. Perché il cosiddetto cliente interno ha diritto a un clima sereno e poco conflittuale. Nella mia esperienza sono stata ingaggiata da molte aziende poiché per via di questi conflitti o incomprensioni o nodi che chiudono la comunicazione l’azienda andava male. Imprenditori come Del Vecchio o Ferrero erano e sono stati paterni ma direttivi, spontanei ma decisi in una politica di rigore e quindi sono stati presi a modelli nel comunicare poiché davano contenuti forti e decisi, ma con una tonalità paterna. Del tipo: “sono sicuro che porterai a termine questo lavoro”. La PNL ha dimostrato che se noi comunichiamo un messaggio con amore si attivano i neuroni e si attiva l’attenzione, altrimenti ci sentiamo mortificati e perdiamo l’autostima. E quindi diventiamo depressi.

Come forma le aziende alla felicità?
I corsi si svolgono in aula e in azienda con 10-20 fra manager e i rappresentanti del cda, e successivamente i dipendenti. In un secondo momento il management e i dipendenti si riuniscono assieme. Gli incontri prevedono la conoscenza di se stessi e simulazioni di gruppo per vedere quali sono i nodi della comunicazione o i conflitti di ruolo. Inoltre sono previste sessioni mirate per inquadrare la vision strategica dell’azienda perché senza una vision condivisa è come se un treno avesse rotaie diverse: è destinato a non arrivare mai. Questo perché venga coniugata la forza della mente e il potere del cuore in vista di obiettivi coesi e condivisi. Nei corsi da me tenuti vengono esplorate le zone di potenziale evolutivo dei manager e dei proprietari dell’azienda per poter creare nuove nicchie di mercato e nuove strategie internazionali o glocal. Nelle aziende a conduzione famigliare o pmi I il problema della comunicazione interna è aumentato dal grado di conflittualità interno alla famiglia, oggi più presente che mai.

Come deve comunicare l’azienda nel 2018 a suo avviso?
Il nuovo modo di comunicare dell’azienda è affidato soprattutto al digital marketing e alla digital communication per acquisire nuovi clienti nel mondo intero, oltre alle risorse dei clienti fidelizzati che sono il capitale dell’azienda. Il digital marketing è la strada maestra per essere competitivi nel mondo, assieme all’AI, big data e alla filosofia dell’industria 4.0.

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