Estate a due velocità

Da una parte eventi internazionali, turisti stranieri, eliminazione delle restrizioni, dall’altra eventi metereologici estremi, incendi, alluvioni, aeroporti fuori uso, inflazione. Un’analisi di Federalberghi della stagione estiva da poco conclusa

La stagione estiva si è ormai conclusa (anche se il meteo ha tardato a rendersene conto…) e possiamo cominciare a stendere i primi bilanci di una stagione turistica che ha tradito le aspettative di molti. Chi ha negli occhi le folle che hanno riempito le città d’arte in questi mesi potrebbe aver avuto un’impressione diversa, ma possiamo tranquillamente parlare di un’estate a due velocità: da una parte gli eventi internazionali, i turisti stranieri che ritornano, la libertà di vedere finalmente la prima estate senza restrizioni, dall’altra gli eventi metereologici estremi, gli incendi, le alluvioni, gli aeroporti fuori uso, l’inflazione.

Presenze estive in calo
No, il bilancio non è ancora in positivo. Nel 2019, anno record per il turismo italiano, le presenze turistiche registrate tra giugno e settembre rappresentavano quasi il 60% di quelle dell’intero anno (dai Istat). Nel 2023 questi quattro mesi non hanno ancora recuperato quei livelli. Il calo è stato di quasi il 4% (-3,9%), di cui il 3,5% per i turisti stranieri e del 4,3% per i nostri connazionali (dati: giugno-agosto Istat, settembre osservatorio Federalberghi).

Bilancia turistica dei pagamenti
Questo andamento è confermato anche dalla Banca d’Italia, che rileva, nei primi sette mesi di quest’anno, una spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese pari a 28,4 miliardi di euro. Il dato è in aumento sia rispetto ai valori pre-pandemici (+14,9%) sia rispetto allo stesso periodo del 2022 (+19,9%). In parallelo, però, la stessa istituzione rileva un numero di viaggiatori stranieri alla frontiera ancora lontano dai dati del 2019: -10,6%, risultato derivante dal -6,5% dei viaggiatori che non pernottano e del -12,6% di quelli che si fermano a dormire. Anche i pernottamenti totali sono in calo del 4,2% rispetto al periodo pre-pandemico. Questo andamento così diverso nei dati della nostra banca centrale trova spiegazione in uno dei temi dell’agenda economica del momento: l’inflazione.

Prezzi
Secondo le stime dell’Istat, nel mese di settembre 2023, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha avuto un leggero aumento su base mensile (+0,2%), mentre ha avuto un aumento del 5,3% su base annua (+16,9% rispetto al 2019). Aumentando i prezzi, aumenta la spesa, ma non i turisti.

Clima di fiducia
Quali sono le prospettive? Come abbiamo visto, le possibilità di un recupero in questi pochi mesi è difficile, visto che l’alta stagione è ormai passata. Non possiamo non tenere in considerazione che a settembre 2023 gli indici di fiducia rilevati dall’Istat continuano il loro trend discendente con un ulteriore calo. Per le imprese (manifatturiere, di costruzione, dei servizi di mercato, del commercio al dettaglio) l’indice di fiducia è passato da 106,7 a 104,9, per quelle turistiche (alberghi, esercizi complementari, ristoranti, agenzie di viaggio, tour operator) da 125,8 a 115. Anche per i consumatori l’indice è sceso da 106,5 a 105,4. L’anno del sorpasso sul 2019 deve ancora arrivare.


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