Quanto guadagniamo?

La crisi economica ha livellato i brillanti progressi ma precedenti al 2007. Vediamo alcuni approfondimenti tratti da un’analisi sulle retribuzioni dell’Osservatorio JobPricing

IL MERCATO DEGLI STIPENDI dei manager, come è noto, è determinato dal rapporto tra domanda e offerta e, nell’ultimo decennio, gli elementi strutturali hanno subito trasformazioni profonde.
In particolare, fattori prima importanti – come il territorio della sede di lavoro, la industry e la dimensione dell’azienda – passano in secondo piano rispetto alla domanda di lavoro, contratta in misura significativa, e all’offerta di lavoro, aumentata non solo per l’alleggerimento avvenuto di figure di coordinamento e di direzione, ma anche per effetto di una contemporanea crescita dell’età media delle persone in servizio. Un ulteriore fattore in gioco è rappresentato dal fenomeno dell’active ageing, reso ancora più significativo a causa delle nuove regole di permanenza nello status di “occupato” ai fini pensionistici.

Per comprendere meglio le dinamiche attuali partiamo dalla composizione degli occupati e dai valori nazionali medi nella retribuzione. I manager compongono poco più del 5% della forza lavoro, con una retribuzione annua lorda (ral) pari a 53.217 euro per i quadri e a 104.266 euro per i dirigenti, a fronte di un valore medio generale che ammonta a 28.693 euro (grafico).
Il 2007 ha dato il via a un’inversione di rotta rispetto al periodo precedente, brillante e positivo. Il confronto tra i valori medi del 2002 e quelli attuali descrivono ancora meglio la situazione; siamo semplicemente passati da un valore medio per i dirigenti di circa 90mila euro del 2002 agli attuali 104mila euro e dai 40mila euro di un quadro agli attuali 53mila euro.
Trend 2015-2014

Nel 2015 le retribuzioni rimangono mediamente stabili, con un trend positivo pari allo 0,1% rispetto all’anno precedente, ma gli stipendi dei dirigenti mostrano un’inversione di tendenza, con un calo dell’1,8% sul 2014, mentre rimangono pressoché invariati quelli dei quadri, a rafforzamento delle dinamiche occupazionali che abbiamo messo in luce sopra.

Compensation mix
I dati del 2015 mostrano un incremento considerevole della quota di retribuzione variabile nel compensation mix: i dirigenti vedono un aumento medio pari a 1.350 euro (+12,9%), i quadri di 550 euro circa (+23,2%).
Va tuttavia sottolineato come l’incremento delle retribuzioni sia stato in particolare determinato dalla crescita della quota variabile nel compensation mix; crescita determinata da un numero maggiore di lavoratori che ha percepito una retribuzione variabile. Tale dinamica pone in essere una delle principali logiche su cui le aziende dovrebbero concentrarsi nella definizione delle policy retributive, ossia legare la retribuzione ai risultati raggiunti attraverso sistemi di incentivazione formalizzati.
Tradotto in numeri, rispetto al 2014, nel 2015 i dirigenti con una quota variabile nel pacchetto retributivo sono quasi il 75% e i quadri quasi il 77%, con un aumento percentuale che varia dal 20 al 25% (tabella 2).

Dirigenti: industria vs commercio
Analizzando i livelli retributivi dei manager nei tre principali settori (industria, commercio e servizi) quello dei servizi conferma, come nel 2014, una ral media inferiore rispetto a industria e commercio. Nel confronto fra questi due ultimi settori, invece, i dirigenti vengono in media retribuiti meglio nell’industria di processo, poi nel commercio e infine nell’industria manifatturiera, mentre l’industria garantisce in ogni caso retribuzioni superiori per i quadri. Questo potrebbe essere anche in parte dovuto a una struttura di governo differente nei due settori (tabella 1).
Guardando al dettaglio delle industry, la ral media più elevata per i quadri è nell’alimentare, seguito da assicurazioni e macchine utensili, impianti industriali e prodotti in metallo; in fondo alla classifica invece le ral di turismo, architettura e servizi alla persona. La ral media più elevata per i dirigenti si registra invece nel settore assicurativo e della moda e lusso, che staccano telecomunicazioni e automotive, mentre il fanalino di coda include industry come servizi alla persona e l’agricolo.
Più in generale, a livello di dinamiche 2014-2015, chimica, metallurgia e alimentare sono le tre industry che vedono il maggior trend positivo nelle ral dei dirigenti, con una crescita dal 3,7% al 4,5%, mentre energia e utilities e trasporti e logistica sono i due comparti maggiormente penalizzanti, con un abbassamento medio delle ral dal -4,1% al -4,9%. Passando ai quadri, le retribuzioni più in crescita sono nelle industry delle agenzie per il lavoro e dell’energia, mentre il calo maggiore è stato rilevato nella grande distribuzione e commercio al dettaglio e nella metallurgia.

Il peso della dimensione aziendale
Lo scarto della retribuzione media in base alla dimensione aziendale è significativo. La tendenza generale, confermata anche all’interno delle qualifiche manageriali, è quella che le retribuzioni crescano all’aumentare della dimensione aziendale, sebbene spicchi l’elevata competitività delle medie imprese, dove il livello retributivo dei manager è simile – anzi, leggermente superiore – a quello delle aziende medio-grandi e resta superiore per i quadri anche rispetto alle aziende con più di mille dipendenti, dove i dirigenti registrano invece la più alta retribuzione media.
A livello di industria, le retribuzioni sono decisamente superiori alla media nelle micro e nelle piccole aziende, mentre nel commercio è premiante, soprattutto per i dirigenti, la dimensione sopra i 250 dipendenti.

I ruoli organizzativi
In ultimo, diamo uno sguardo alla retribuzione media annua lorda di alcune delle principali posizioni per dirigenti e quadri. Nel primo caso prevalgono come naturale quelle di general management, amministrazione & finanza e risorse umane. Nel secondo caso quelle di carattere commerciale e vendite seguite da HR e di coordinamento (tabella 2).

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