Cambiare settore professionale: follia o necessità?

In questo periodo molti si chiedono se sia opportuno o meno passare da un’industry a un’altra

È da pazzi considerare di passare da un settore professionale a un altro in un periodo come quello che stiamo attraversando? No, anzi, dovrebbe essere naturale farci una riflessione, visto che alcuni ruoli sono stati messi in discussione e interi ambiti cambieranno faccia. A questo proposito, Andrew Seaman ha posto alcune domande all’esperta di carriera Jenny Blake, autrice del libro Pivot.

Secondo Blake sono tre i fattori da considerare quando si pensa alla transizione in un nuovo settore professionale.

Il primo fattore è la tolleranza al rischio, l’apertura personale verso l’incertezza. Il secondo è il nostro “cuscino finanziario”. Il terzo è se sentiamo il bisogno di spostarci in un nuovo campo indipendentemente dagli ostacoli che potremmo affrontare.

Una persona a cui non piace il cambiamento e non ha le risorse finanziarie per resistere a una lunga ricerca di lavoro può voler riconsiderare di fare una mossa del genere.

Come sempre, il network è la chiave per qualsiasi ricerca di lavoro, indipendentemente dal settore che stiamo esplorando. Fondamentale poi valorizzare le cosiddette “skill trasferibili”.

Secondo Caroline Ceniza-Levine, autrice di un pezzo dedicato a questo argomento su Forbes, il cambiamento dovrebbe essere preso in considerazione se la propria industry richiede troppo tempo per riprendersi e comunque più di quanto siamo disposti o possiamo aspettare.

Non si dovrebbe cambiare settore se lo si ama profondamente e si vuole semplicemente nuovi stimoli o ruoli nello stesso ambito.

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