Rapporto Fipe: sempre più italiani mangiano fuori casa

La crescita decennale è stata di 4,9 miliardi di euro

“Siamo la prima componente del valore aggiunto della filiera agroalimentare, continuiamo a far crescere l’occupazione e contribuiamo alla tenuta dei consumi alimentari”: così il presidente di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi Lino Enrico Stoppani commenta il rapporto che l’associazione ha reso pubblico in questi giorni.

Sembra proprio che l’abitudine di mangiare fuori casa in Italia sia sempre più diffusa, in particolare per quanto riguarda la colazione e il pranzo al ristorante. Secondo l’indagine, nel 2019 gli italiani hanno speso lo 0,7% i più rispetto al 2018 per pasti fuori dalle mura domestiche. Il trend si è consolidato nell’ultimo decennio, con un +4,9 miliardi di euro, a fronte di una riduzione di circa 8,6 miliardi di euro di consumi alimentari a casa.


Il rapporto evidenzia come, pur mangiando al bar o al ristorante, i nostri connazionali non rinunciano alla qualità e sono attenti ad evitare gli sprechi. 
A questo proposito, il 68,1% dei clienti si informa sulla provenienza geografica dei prodotti, il 58,8% sui valori nutrizionali dei piatti e il 54,5% sull’origine e la storia di una ricetta. Per il 37,7% dei clienti è importante che i ristoranti portino avanti politiche contro lo spreco alimentare dando la possibilità ai clienti di portare a casa la parte di pietanze non consumate, per il 36,7% è importante l’uso di materie prime provenienti da allevamenti sostenibili, mentre per il 33,3% è importante limitare l’uso della plastica.

La colazione al bar registra numeri sempre più alti: si tratta infatti di un’abitudine per oltre cinque milioni di italiani. Stesso numero per chi pranza fuori casa, anche per gli impegni di lavoro. In media in Italia sicena fuori casa invece un paio di giorni alla settimana (10 milioni di abitanti, il 18 circa 10 milioni, il 18,5% della popolazione), mentre una volta al mese il 62,5% degli italiani.


La spesa per i pasti fuori casa è passata dagli 84,3 miliardi di euro del 2018 agli 86 del 2019.

Il mercato italiano della ristorazione è il terzo più grande in Europa, dopo Gran Bretagna e Spagna. Impiega 1,2 milioni di addetti di cui il 52% donne e un gran numero di giovani, con un trend di crescita consistente, in dieci anni è stato del 20%. Il settore ha una produttività decisamente bassa (il 41% in meno) e nel corso degli ultimi dieci anni il valore aggiunto per ora lavorata è sceso di 9%. Tra le brutte notizie il report evidenzia come le aziende del settore mostrino un’elevata mortalità: dopo un anno chiude ben il 25% dei ristoranti. Allo stesso tempo si registra una diffusione sempre maggiore di locali a basso costo.

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