Comunicazione e comunicatori: a tu per tu con Benedetta Freda Civico

La founder di Miit si confronta con noi sulle linee guida per chi fa della comunicazione la sua professione. Un approfondimento che si inserisce nell’attività dell’Area Comunicatori di Manageritalia Executive Professional, che ha appena lanciato una survey per fare il punto su prospettive, sfide e opportunità di questo ruolo strategico

All’interno delle iniziative volte a comprendere il futuro della comunicazione e dei comunicatori, l’Area Comunicatori di Manageritalia Executive Professional ha lanciato un’indagine realizzata da AstraRicerche, in collaborazione con COM&TEC e tekom Europe.

Per approfondire prospettive e sfide in questo ambito strategico, abbiamo raccolto il punto di vista di Benedetta Freda Civico, 26enne founder di Miit, un’agenzia di comunicazione creativa e di digital marketing costituita nel maggio 2023.

Che cosa ti ha fatto avvicinare a questa professione?

«La passione. Durante gli studi ho maturato la consapevolezza che la comunicazione era il settore che mi affascinava di più, perché per me significa riuscire a costruire strategie e azioni che rendono unici un progetto, un prodotto o un servizio per qualsiasi organizzazione o istituzione».

Che cosa significa essere un Comunicatore per una ragazza della GenZ?

«Sicuramente conoscere meglio i canali digitali. Ma sono più che convinta che a livello professionale sia necessario avere un approccio integrato che combini le strategie online ed offline per massimizzare l’impatto delle attività. Il mondo digitale ha un’importanza fondamentale per il settore e bisogna tenersi costantemente aggiornati per riuscire a gestire al meglio una comunicazione omnichannel».

Come cambia il ruolo di chi comunica e lo fa come professione?

«Il comunicatore professionale deve seguire un’etica e avere le adeguate competenze».

Quali sono i tre must have per un comunicatore oggi?

«Preparazione, creatività e, data l’era digitale in continua evoluzione in cui viviamo, innovazione».

Cosa serve per valorizzare il ruolo dei comunicatori?

«Serve sicuramente una certificazione che attesti che chi lavora nella Comunicazione è un vero e proprio professionista, come l’avvocato e l’ingegnere».

La certificazione delle competenze potrebbe essere la soluzione alle “incomprensioni” sull’importanza del Comunicatore nei processi di crescita?

«Assolutamente sì».

Che cosa potrebbe far avviare un processo di valorizzazione della professione del Comunicatore?

«Credo che questo processo sia già in atto, perché oggi non è possibile prescindere dalla comunicazione. Il problema è svolgere questa professione con rigore».

Di che cosa ha bisogno la community dei Comunicatori per far valere diritti e rappresentanza?

«Abbiamo bisogno di una community, appunto, e il lavoro che state facendo è veramente fondamentale per noi».

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