Goldman Sachs non investirà più nelle aziende che non applicano una diversity di genere, razza…. Un bel passo in avanti rispetto ai tempi in cui Manageritalia con il Gruppo Donne manager, l’attività istituzionale e l’impegno di tutti i manager associati ha cominciato a sviluppare iniziative per fare informazione, cultura e cambiare comportamenti e prassi partendo dalle donne, ma ampliando subito il campo d’azione.
Goldman Sachs lancia un segnale molto forte in termini di diversity e sostenibilità. “Mai più investimenti a partire dal luglio 2020 in aziende di Europa e USA” ha dichiarato recentemente il ceo di Goldman Sachs, David Solomon.
La banca d’affari americana ha preso una decisione epocale: nessun collocamento, nessuna partecipazione in tutte le società i cui consigli d’amministrazione sono composti solo da uomini bianchi, ignorando la presenza di donne o di altre minoranze. Il requisito non riguarda solo le donne, ma vale anche per l’etnia, la religione, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
E l’Italia oggi almeno in fatto di donne nei cda è ben posizionata anche grazie alla legge Golfo-Mosca che dal 2011 ha introdotto l’obbligo di riservare alle donne almeno il 33% del numero di membri degli organi di controllo e amministrazione delle società quotate.
Sicuramente, a questo miglioramento, non solo riguardante i cda ma anche le donne manager e tutti i lavoratori, ha contribuito l’azione di Manageritalia e del Gruppo Donne Manageritalia Lombardia che, nato nel 1999, ha lavorato perché la Federazione riuscisse nel 2006 a far passare anche per le donne dirigenti, prima escluse, la maternità pagata dall’Inps. Poi a seguire il lancio di Un Fiocco in azienda, un programma concreto per aiutare genitori e aziende ad affrontare serenamente la maternità e facilitare il rientro in azienda delle mamme, e di Cambia il Lavoro con Produttività & Benessere.
Poi tante altre iniziative che vedono coinvolti anche altri gruppi donne presenti sul territorio nelle altre nostre Associazioni e in Prioritalia. Ultimo, ma non per importanza, quello del diversity management e manager e dell’inclusione della disabilità in azienda e nel mondo del lavoro, considerata dai nostri manager, intervistati su questo, un fattore competitivo e un vantaggio per tutti quelli che lavorano in azienda.
Tutte azioni forti del sostegno e della spinta dei nostri manager che poi contribuiscono soprattutto passando nelle aziende dalle parole ai fatti.
Certo, da fare c’è ancora tanto, ma noi continuiamo e siamo sempre meno soli.