Spedizioni: il bilancio di un anno tumultuoso

Le crisi in atto stanno cambiando il sistema trasporti, determinante per il futuro

Il 2022 è stato un anno all’insegna dei cambiamenti. Se avevamo concluso il 2021 ricchi di speranza, convinti di lasciarci la pandemia definitivamente alle spalle e che saremmo tornati presto alla normalità, incoraggiati anche dai dati economici in netta ripresa, il 2022 è iniziato con lo scoppio del conflitto russo-ucraino e le relative speculazioni nel mercato degli idrocarburi.

Tra le conseguenze del conflitto, tuttavia, non c’è solo l’aumento esponenziale dei costi dei combustibili, ma un mutamento di scenario a tutto tondo che ha portato nell’agenda quotidiana di imprese, associazioni di categoria e governo gli effetti dei cambiamenti delle rotte commerciali, del nuovo sistema sanzionatorio adottato dall’Unione europea e dei nuovi adempimenti in termini di compliance.

Il trasporto via mare
Un focus a parte lo merita il trasporto via mare: se nel “biennio pandemico” avevamo assistito a un aumento esponenziale dei costi dei noli, causato innanzitutto dagli shock sulla domanda e l’offerta, da lockdown intermittenti del mondo, causa di inediti “colli di bottiglia” e congestionamenti record nei porti, lo scemare della pandemia ha portato nel corso del 2022 a una rinormalizzazione della situazione caratterizzata dal ritorno dello spazio di stivaggio libero sulle navi portacontainer, caduta dei prezzi dei noli e aumento dei livelli di affidabilità. Alla riduzione del livello dei noli ha contribuito certamente anche il rallentamento dell’economia globale cui stiamo assistendo dal primo trimestre del 2022.

Crisi energetica e inflazione
Le speculazioni in ambito energetico, soprattutto nel mercato europeo, hanno infatti spinto l’inflazione fino a livelli record, sconosciuti al mondo occidentale, almeno dalla seconda metà degli anni 80, portando la Fed e la Bce ad attuare politiche deflattive di aumento dei tassi di interesse. Il conflitto russo-ucraino ha riaperto scenari per aree d’influenza: l’egemonia degli Stati Uniti pare al tramonto, con una politica molto più attenta alle problematiche interne che agli scenari internazionali. La manovra Ira (Inflation reduction act), varata dal Governo Biden a sostegno delle imprese americane, probabilmente vedrà attuare da parte dell’Unione europea delle contromisure volte a sostenere l’industria nel nostro continente. Anche questi sono tutti elementi indice dei complicati scenari cui ci troveremo a far fronte nel 2023 e, probabilmente, nel medio periodo, che richiederanno a imprese, stakeholder e istituzioni di fare un salto di qualità in termini di capacità di adattamento, flessibilità, dinamicità. Si tratta di risorse trasversali su cui già da alcuni anni le imprese investono, nella consapevolezza che siano strategiche tanto quanto le competenze tecniche, ma che crediamo debbano essere integrate nel modus operandi della pubblica amministrazione e riconosciute nelle disposizioni normative che regolano l’attività delle imprese e, nello specifico, del settore logistico.

Un update della figura del freight forwarder
In questo senso, mi preme ricordare il successo ottenuto dalla Federazione che – sotto la guida del past president Silvia Moretto – si è fatta promotrice con successo della riforma del codice civile, con l’obiettivo di ammodernare la disciplina normativa (risalente al 1942) della figura del freight forwarder, adeguando la normativa alle prassi operative e commerciali e riducendone al minimo incertezze applicative, a tutto vantaggio della qualità dei rapporti commerciali tra imprese di spedizioni e clienti e, dunque, della competitività della nostra filiera logistica.

Gruppi di lavoro, temi e dossier
Proseguendo in tema di cambiamenti, vorrei dedicare anche una nota ai cambiamenti che, nel corso del 2022, hanno riguardato la Federazione che ho l’onere di guidare: dopo il rinnovo delle cariche sociali a giugno, abbiamo da pochi mesi ricostituito gli advisory body, i gruppi di lavoro per aree tematiche, il cuore dell’attività di Fedespedi.

Tra i tanti temi e dossier su cui siamo al lavoro, vorrei evidenziarne uno di carattere orizzontale: la competitività e l’efficienza del sistema Paese ci vedono, come categoria, impegnati a essere da “pungolo” nei confronti della pubblica amministrazione e del nuovo Governo, che abbiamo già avuto l’opportunità di incontrare, insieme alla nostra Confederazione, Confetra.

Efficientamento del sistema
Penso ai fondi del Pnrr per la digitalizzazione della logistica, che ancora vanno assegnati e spesi per l’efficientamento del nostro sistema e rendere più attrattivo il nostro Paese, ma anche agli importanti passi avanti fatti dall’Agenzia delle dogane con l’avvio della sperimentazione del SuDoCo nel porto della Spezia, primo step di un processo atteso e sollecitato per anni da Fedespedi, come da tante altre categorie di operatori, che si inserisce in un quadro più ampio di attività che ha visto nel 2022 – e vedrà nel 2023 – gli operatori lavorare in sinergia con l’Agenzia delle dogane per arrivare alla completa reingegnerizzazione dei sistemi doganali. L’obiettivo comune? Rendere il sistema logistico più attrattivo, affidabile e sostenibile, passando innanzitutto dal potenziamento dell’efficienza dei nostri hub logistici e qui, come Fedespedi, siamo pronti a continuare a lavorare in dialogo con le rappresentanze associative e con le amministrazioni competenti.

Il ruolo delle risorse umane
Allo stesso modo, diamo rilevanza particolare al tema della gestione delle risorse umane: il nostro, infatti, è un settore assolutamente labour intensive in cui sono le persone a fare la differenza in termini di crescita e successo dell’azienda e sono il motivo per cui le imprese dell’industria produttiva scelgono di affidarsi alle imprese di spedizioni per essere assistite lungo tutta la pianificazione della filiera di approvvigionamento e di internazionalizzazione. Non a caso la Federazione ha costituito tra i propri working group, l’HR development & innovation advisory body, con lo scopo di accompagnare le imprese del settore a sviluppare un sistema di gestione delle risorse umane, di welfare, di smart working, di benessere in azienda di cui le imprese associate possano beneficiare in termini di capacità di attraction e retention dei talenti (oltre che delle competenze). Sempre più spesso, infatti, le aziende del nostro settore – e non solo – sperimentano la difficoltà di trovare le persone giuste da inserire nel proprio organico e, soprattutto, le modalità per trattenerle fidelizzandole alla mission aziendale e curandone la work-life balance.

Uno studio sull’evoluzione delle professioni
Grazie al lavoro di questo working group, nel 2021 la Federazione ha realizzato, in collaborazione con Odm Consulting (Gi Group), la ricerca “Disclosing the forwarding world”, uno studio sull’evoluzione delle professioni e delle competenze nel settore delle spedizioni internazionali dalle cui evidenze siamo ripartiti per costruire progetti di potenziamento della gestione delle risorse umane. Crediamo infatti che per qualunque piano o progetto di sviluppo non si possa che partire dall’osservazione e dall’analisi della situazione presente. Interessante notare che da questo enorme lavoro di mappatura è emerso che, anche in un settore iper-specializzato e tecnico come il nostro, alcune funzioni e competenze non specialistiche del settore stiano acquisendo una rilevanza straordinaria, tra cui proprio le divisioni HR e marketing e comunicazione.

Differenziarsi per competere
Questo conferma che senza progettazione del fabbisogno aziendale – in termini di persone, competenze, formazione continua – non ci può essere crescita di medio-lungo periodo dell’azienda, ma che questa capacità di progettazione va anche comunicata. In un mercato del lavoro sempre più orientato alle esigenze del candidato, in cui le aziende competono per trovare i talenti, occorre ancora di più essere capaci di raccontarsi, farsi conoscere e differenziarsi sul mercato, cercando di veicolare il proprio valore aggiunto non solo al cliente ma anche, e soprattutto, a quelle persone, a quei talenti, che sono i nostri potenziali candidati in quel panorama così complesso che è l’offerta di lavoro.

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