Cina: così ti racconto la sostenibilità

La ricetta di Alibaba nei supermercati Hema

In un precedente articolo avevamo raccontato come Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce e uno dei più grandi retailer al mondo, avesse annunciato una visione del futuro del retail non esclusivamente digitale, ma anzi pienamente integrato tra online e offline e come sia passato all’azione acquistando la catena di supermercati Hema. E in questo modo ha creato un nuovo modello di retail, da loro chiamato New Retail, nato all’intersezione tra store fisici, online, piattaforme logistiche e big data.

Oggi vi voglio raccontare di come la tecnologia di Alibaba stia risolvendo uno dei maggiori dilemmi di chi voglia puntare sulla sostenibilità e sul suo storytelling.


In tanti settori la sostenibilità del brand o anche solo la sua credibilità può essere provata solo sottoponendo a uno stretto controllo le filiere di approvvigionamento delle materie prime e la loro lavorazione. Avviene sempre di più nel settore dell’abbigliamento e degli accessori di lusso ma realmente il processo di controllo delle filiere è nato proprio nell’alimentare.

Bisogna “mettere la casa in ordine” creando i processi di controllo. Ma poi viene il difficile.


Come comunicare al consumatore tanta ricchezza di informazioni, senza sopraffarlo e sapendo che nel mondo della sostenibilità è proprio la complessità che garantisce l’autenticità al brand.

Ma come si comunicano questa autenticità e complessità al giorno d’oggi, in un mondo in cui tutto si deve riassumere in un tweet di 280 caratteri?

Fino a oggi nessuno nel retail ci era riuscito, ma in Cina, dove l’attenzione sulla provenienza del cibo è massima in seguito a diversi scandali alimentari nell’ultimo decennio, forse il gruppo Alibaba ha trovato la soluzione nei suoi supermercati Hema. E questa non poteva che essere tecnologica, concretamente in un’app che il consumatore già utilizza per ordinare online i prodotti.



Nei suoi 17 negozi in Shanghai Hema ha lanciato la possibilità di scannerizzare il QR code di oltre 2.000 prodotti e potere accedere all’intero percorso del prodotto dalla coltivazione al supermercato e al suo intero storytelling, garantendone la genuinità e la freschezza con l’obiettivo di consolidare la fiducia del consumatore. Lo scan del QR code permette di visualizzare per ogni prodotto:

  • il luogo di produzione con fotografie delle fattorie/coltivazioni e dei proprietari;
  • la data di produzione/raccolto;
  • da quanto tempo è arrivato in negozio;
  • la temperatura a cui è stato mantenuto durante il trasporto;
  • addirittura, è possibile consultare le varie licenze di igiene dei coltivatori.

Ancora una volta la Cina ci mostra il futuro, e la tecnologia risolve una volta per tutte il dilemma dello storytelling della sostenibilità.
Il retail è morto, lunga vita al retail.

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