Napoli, negli alberghi calano le presenze ma non l’accoglienza

Intervista a Giuseppe Bussetti, direttore del Grand Hotel Oriente

Nel mese di agosto gli alberghi di Napoli sono stati occupati per metà. Molto meno del solito, dello scorso anno per esempio, quando fino all’80% delle camere era occupato, ma più delle aspettative post lockdown. Rispetto alle altre città d’arte italiane il turismo nella città partenopea ha relativamente retto alla crisi anche se le prospettive sono preoccupanti, come spiega Giuseppe Bussetti, associato a Manageritalia Campania, direttore del Grand Hotel Oriente.

“A luglio e soprattutto ad agosto, abbiamo avuto più clienti del previsto. Napoli in questo è stata favorita rispetto a Roma o Firenze dalla sua posizione, vicina al mare, alle isole, a richiami come Pompei, attirando gli italiani che si sono mossi anche grazie al bonus vacanze”.
 
Diversamente dagli albergatori di altre grandi città, Bussetti giudica positivamente l’incentivo al turismo interno: “Il bonus è servito, non è stato una leva così determinante ma è servito comunque ad aumentare un po’ l’occupazione, permettendo a molti italiani di spostarsi e portandoci nelle casse denaro contante sotto forma di contributi fiscali, che per un’azienda strutturata come la nostra sono una voce di spesa importante. Da aggiungere come fattore positivo il fatto che il bonus è disintermediato, non richiede nessuna commissione, contrariamente a quanto avviene con i sistemi di prenotazione online che prendono tra il 15 il 25% del costo delle camere”.

Molti italiani sono andati in vacanza a Napoli ma con la fine di agosto gli arrivi sono calati. “Settembre per noi è uno dei mesi migliori dell’anno ma senza i turisti dal Nord America e dell’Asia le prossime settimane saranno difficili. Non possiamo prescindere dai mercati internazionali e, non sapendo quando si potrà riprendere a viaggiare fuori dall’Europa, il futuro riserva molte incognite”.

All’Oriente lavorano 42 persone fisse che, in alta stagione, sono affiancate da numeri altri collaboratori a tempo determinato, che quest’anno non sono stati ingaggiati. “La salvaguardia dell’occupazione è fondamentale per noi. In queste settimane abbiamo bloccato la cassa integrazione e stiamo usando le ferie arretrate per i dipendenti. Ora aspettiamo gli eventi, ricorreremo alla FIS se necessario e speriamo che le misure per salvaguardare il lavoro vengano prolungate”.

L’incertezza generata dalla pandemia, nel settore turistico alberghiero, accentua alcune tendenze già in atto che complicano la gestione aziendale. “Le prenotazioni avvengono sempre più all’ultimo minuto, la gente fa programmi a brevissimo termine. Cerchiamo di adattarci giorno per giorno, resistiamo all’anomalia cercando di contenere i costi senza limitare i servizi”.

Come in molti altri alberghi la ristorazione è stata riformulata. La colazione è su ordinazione, il buffet non è più libero ma servito. Cambiamenti che potrebbero portare in prospettiva a una riduzione degli sprechi, a una diversa gestione delle risorse e delle procedure.

“Prevedo una riformulazione delle mentalità, degli approcci con cui ci si muove, sia da parte dei turisti che degli albergatori. Non so se si tornerà a viaggiare come prima, credo lo si farà con meno istinto e più ragionevolezza. Al momento, per chi lavora in albergo, l’attenzione per le persone è sempre fondamentale. Pensiamo alla mascherina, per parlare con la bocca coperta ci vuole un’attenzione particolare, così come per ascoltare chi parla. E poi manca il sorriso… abbiamo solo lo sguardo ma ce la mettiamo tutta per continuare a offrire la cosa più importante: l’accoglienza!”.

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