AATT ai tempi del coronavirus: Liguria

Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza coronavirus in Associazione con dipendenti e associati?
«Lo sforzo è stato quello di continuare a fornire un servizio ai nostri associati nel rispetto delle prescrizioni governative e, principalmente, avendo a cuore la tutela dei nostri collaboratori».

Quindi, seppure a distanza, offrite i soliti servizi e rispondete al meglio alle inevitabili richieste di supporto dei manager che si trovano in situazioni sempre più difficili?
«Credo che uno dei pochi risvolti positivi causati da questa emergenza sia stata una generale accelerazione nell’utilizzo delle tecnologie per lavorare “da remoto”. Grazie anche al supporto e al coordinamento della nostra Federazione siamo riusciti ad attivare in brevissimo tempo un sistema di collegamenti che ha consentito a tutto il nostro personale di lavorare in modalità smart working garantendo ai nostri associati un buon livello di servizio».

Come vanno le cose a livello sanitario, ma soprattutto sociale nelle vostre città e in regione?
«La Liguria è certamente una delle regioni maggiormente interessate dagli effetti della pandemia anche in considerazione dell’anzianità media della popolazione. Nonostante il livello di stress cui è sottoposto, il nostro sistema sanitario sta rispondendo bene. Inoltre iniziative quali quella di riconvertire una nave in ospedale temporaneo, oltre all’indubbio risvolto pratico, testimoniano da un lato l’ingegno e dall’altro lo spirito di solidarietà che caratterizzano la nostra regione, creando una forte coesione sociale attorno a questo orgoglio di appartenenza».

A livello economico, anche se è presto, come vede la situazione e che ritorni ha dai vostri associati?
«Nonostante le analisi e le previsioni che quotidianamente vengono fornite attraverso i media, abbiamo ben presente che, ad oggi, nessuno è davvero in grado di prevedere quali saranno gli effetti di questa crisi proprio perché unica nel suo genere. Dovendo riassumere in poche parole le esperienze che stiamo raccogliendo dai nostri manager direi: “Stiamo affrontando mari sconosciuti navigando a vista”. Credo che annoverare fra i nostri “avi” un illustre navigatore come Cristoforo Colombo ci sarà di grande ispirazione».

Guardando al futuro, come pensa di affrontare, come Associazione la fase dopo l’emergenza?
«Credo che dovremo essere principalmente impegnati nel supporto ai nostri manager. Superata l’emergenza vivremo in una “nuova normalità” che sarà probabilmente molto differente da quella antecedente la pandemia. Si aprirà una fase di ascolto, di riflessione e di analisi durante la quale dovremo comprendere quali saranno le nuove esigenze dei nostri associati e come eventualmente adeguare il nostro sistema di servizi e il nostro welfare contrattuale».

Leggi l’editoriale del presidente federale Guido Carella.

Leggi l’indagine di Astraricerche per Manageritalia su come manager e aziende stanno affrontando l’emergenza sanitaria.

 

 

 

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