Le parole fecondano il cervello e danno la direzione ai nostri pensieri. Sono le ancore delle emozioni. Ogniqualvolta pronunciamo una parola, creiamo delle vere e proprie rappresentazioni mentali nell’interlocutore che ci sta di fronte. Ciò premesso, capita molto spesso di sentire frasi di cortesia come: “Posso disturbarti un minuto?”, “Ti posso rubare solo un minuto?”.
La domanda sorge spontanea: sei certo che queste frasi di cortesia siano il miglior modo di cominciare una conversazione? Quali immagini e sensazioni si possono associare al verbo disturbare e rubare? Prova a pensarci un attimo. Prova a ripetere mentalmente queste frasi: “Posso disturbarti un minuto?”, “Ti posso rubare solo un minuto?”. Riesci a cogliere la negatività implicita di queste “frasi di non cortesia”?
Se il tuo interlocutore non stesse pensando alla piacevolissima sensazione (ovviamente ironica) associata al disturbo, ecco che adesso, avendogliela ricordata, sa esattamente a cosa sta pensando: qualcuno mi sta disturbando.
Il verbo rubare dal latino rùmpere con il significato di rompere, danneggiare, non è propriamente uno di quei verbi associati al benessere. Non credo che gli antichi romani si rivolgessero tra loro dicendo “Posso danneggiarti un minuto? O ancora “Posso romperti un minuto?’”.
Ma senza andare così lontano, nell’accezione moderna il verbo rubare dal vocabolario Treccani “Appropriarsi, impadronirsi con mezzi e in modi illeciti, di oggetti, valori e beni che appartengono ad altri…”. Immagino che tutti sappiano il significato del verbo rubare e sono certa che quando lo utilizziamo nel contesto di cui sopra non lo usiamo nell’accezione negativa di volerci impadronire di qualche cosa. Ma attenzione, perché in realtà nel contesto di esempio citato sopra volgiamo proprio impadronirci del tempo o dell’attenzione di qualcuno. Vogliamo farlo nella forma peggiore, ossia sottraendolo indebitamente.
Dunque l’espressione “posso rubarti un minuto?” nasconde una conoscenza implicita, cioè quella di essere consapevoli di “rompere” (i latini erano avanti!) la quiete del nostro interlocutore.
La buona educazione solitamente impone il chiedere il permesso quando dobbiamo chiedere qualcosa a qualcuno, quando ci rendiamo conto di introdurci nel normale flusso del pensiero di qualcun altro o quando ne richiamiamo la sua attenzione. In tutti questi casi, saremo tentati dall’utilizzo di frasi di NON cortesia come “Posso disturbarti un minuto?” “Ti rubo solo un minuto!” Ma come ti ho già spiegato, ogni volta che pronunciamo una parola generiamo delle suggestioni nel nostro interlocutore.
Dunque: disturbare? Rubare? Meglio di no! Meglio evitare alcune parole tragiche che hanno il potere di scatenare associazioni mentali negative.
So bene che l’intenzione che si cela dietro la domanda “Posso disturbarti un minuto?” Non è certo quella di danneggiare in alcun modo il tuo interlocutore, ma esistono altre modalità linguistiche che hanno il potere di evocare solo immagini positive e più persuasive. Eccone una, per esempio: “È un buon momento per te?” o “È un buon momento per lei?”. È una domanda che invito a pronunciare tutte le volte che occorre chiedere il permesso, quando si sta contattando qualcuno al telefono, quando si bussa a una porta chiusa, quando si incontra per il corridoio qualcuno a cui vorremmo richiedere un po’ di attenzione. Questa domanda ha solo accezioni positive. Se è vero che le parole fecondano il cervello, nella frase “È un buon momento per te” si fa riferimento a un BUON qualche cosa. Con questa semplice frase si porge anche un augurio al nostro interlocutore e si sta suggerendo che potrebbe essere un “buon momento”. Dunque ti invito a inserire nel tuo linguaggio questa semplicissima frase, capace di evocare solo emozioni positive: “È un buon momento per te?”.