Manager in tempi di emergenza: Giampaolo Botta

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus. Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto e associato Manageritalia Liguria, ci racconta la sua esperienza.


Ora che Genova si stava rialzando (anche concretamente con i recenti progressi nella ricostruzione del ponte), un altro brutto colpo per la popolazione e la città ma, questa volta, anche a livello nazionale e internazionale: come stanno Genova e i genovesi in questo momento?

«La tenacia e la determinazione dei genovesi sta diventando proverbiale, oggi esiste un “Modello Genova”, perché questa città ha dimostrato una resilienza fuori dal comune. La città ha reagito con disciplina e ordine, ha voglia di ripartire con ulteriori motivazioni rispetto a quelle già fortissime del Post Morandi».

Come ha reagito e sta reagendo il porto in seguito alle varie misure restrittive?
«Il Porto, come la città, mostra una grande tenacia e disciplina. Le nuove misure igienico sanitarie stanno ridisegnando una nuova operatività. Il giusto rispetto delle norme sta portando a una riduzione della capacità operativa con un impatto su tempi e costi molto rilevante. Penso che con le settimane la situazione potrà solo che migliorare, ma al momento possiamo solo tenere duro».


Quali sono i cali di traffico registrati dal porto a oggi?

«I cali di traffico registrati nel mese di Marzo 2020 sono importanti, 40% per Genova, 30% per Spezia e Savona, senza contare il fermo totale del traffico croceristico. I prossimi mesi saranno durissimi, tutte le grandi economie mondiali stanno riducendo la produzione per via delle misure di contenimento Covid19, i consumi calano e con essi il turismo. Ci aspetta un anno da profondo rosso; per questo le misure poste in essere dal Governo dovranno essere eccezionali per numeri e articolazione».


Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza Coronavirus nelle aziende del vostro settore, anche in termini organizzativi e di messa in sicurezza?

«Le aziende del settore hanno fatto ricorso in massa allo smart working, circa l’80% del personale lavora da casa, con picchi del 100%; tutte le aziende hanno adottato i codici comportamentali suggeriti dall’ISS e dalla Protezione civile. Bisogna riconoscere alle imprese del settore una grande attenzione per la salute dei propri dipendenti».


Come è la situazione delle aziende che gravitano intorno al porto e alla città?

«Non è certamente semplice, soprattutto perché non si conoscono i tempi di pieno ritorno alla normalità. È evidente dunque che ci sia molta prudenza e anche preoccupazione, soprattutto per la parte finanziaria, le aziende hanno bisogno di liquidità».


Qual è il ruolo di un manager in questi frangenti?

«Gestire l’emergenza, tenere alta la concentrazione del proprio team sul lavoro e sugli obiettivi, cercare opportunità di mercato in un momento enormemente complesso».


Quali sono le maggiori difficoltà che affliggono i vostri associati ovvero gli spedizionieri e i trasportatori?

«Gli spedizionieri sono i grandi finanziatori del Paese, schiacciati tra i clienti a cui riconoscono spesso importanti dilazioni di pagamento e i fornitori. La nostra principale preoccupazione riguarda la liquidità da qui ai prossimi tre mesi. Se riparte la produzione, riparte il settore e l’Italia».


Cosa chiedono i vostri associati al Governo?
«Sospensione dei canoni concessori, sospensione pagamento contributi, sospensione pagamento Iva e differito doganale per i prossimi tre mesi, accesso al credito a tassi concordati dallo Stato con le banche».


Che ruolo hanno le associazioni di categoria in questo momento?

«Prima funzione è quella di fare arrivare alle aziende un’informazione puntuale; poi assisterle nelle procedure di attuazione degli ammortizzatori sociali, portare ai massimi livelli istituzionali le istanze, elaborare programmi operativi, sostenere con forza la digitalizzazione del sistema».


In particolare come manager cosa si aspetta da Manageritalia?

«Mi aspetto strumenti informativi aggiornati, che si attivi una rete di contatti tra i manager italiani trasversale in modo da mettere a fattore comune competenze e soluzioni. Creiamo una grande comunità sui social che parli di problemi e soluzioni».


Nonostante la difficoltà dell’emergenza in atto, riesce a vedere opportunità da cogliere per i vostri associati in ottica futura?

«Assolutamente sì: la prima opportunità è quella legata alla necessità di consolidare progetti di gruppo, le difficoltà si superano consorziando non solo le attività, ma anche competenze e professionalità».

Arriverà il momento di ricostruire: da dove ripartiremo e come?
«Noi genovesi partiremo dal Morandi, dalla sua inaugurazione. Ma penso che quello sarà un messaggio fortissimo anche per l’Italia e per tutto il mondo. Poi dovremmo trovare serenità e cercare di tornare quanto prima a una vita normale, per riattivare consumi e servizi».

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