Non si tratta di quello che state pensando ma comunque serve a ridurre i rischi. Vediamo come e perché.
Siete una piccola/media impresa che ha deciso di esportare all’estero, supponiamo che vogliate puntare al mercato del Far East o del Medio Oriente. Per evitare casi di “tragedie mediatiche” come è accaduto ultimamente alla maison di alta moda Dolce & Gabbana, è importante conoscere la vostra cultura ma, soprattutto, quella del vostro cliente.
Se considerate ad esempio, le joint ventures, non è raro che tutto vada a monte perché c’è incompatibilità sugli aspetti culturali che influenzano la percezione di quanto rischio ognuno dei partecipanti al progetto voglia assumersi. Il seguente grafico della Water Street Partners, società di consulenza tra i leader al mondo con focus sulle joint ventures ci mostra come gli aspetti culturali sono tra quelli più importanti.
Voglio qui introdurvi al lavoro di Geert Hofstede, uno dei pionieri, per quanto riguarda le relazioni tra cultura e business. Ha indirizzato il suo lavoro su come le grandi corporation e le organizzazioni sono influenzate dagli aspetti culturali. Nulla ci vieta di estendere conclusioni e metodologie alle piccole e medie imprese.
Secondo Hofstede sono sei le dimensioni da considerare.
1. Power Distance
Direbbe Orwell: tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri. Questa dimensione riguarda il fatto che tutti gli individui nelle diverse società non sono uguali. La dimensione in un certo senso esprime l’atteggiamento della cultura verso queste disuguaglianze. Il valore di questa dimensione è tanto più alta quanto più gli individui con meno potere di un’organizzazione accettano che questo sia distribuito in maniera diseguale.
2. Uncertainty Avoidance
Si chiede Hofstede: Dovremmo provare a controllare il futuro o semplicemente lasciare che accada?
Questa dimensione rappresenta “quanto” una società riconosca il “limite” che il futuro non può essere conosciuto. Il modo in cui si affronta questa ambiguità e incertezza legata al futuro è legato alla cultura di origine e può generare più o meno un senso di ansia. Un punteggio alto vuol dire che la società tende a evitare situazioni di incertezza e ambiguità.
3. Individualism versus Collectivism.
Questa dimensione cerca di determinare quanto si è focalizzati su se stessi o sugli altri. In un certo senso il grado di interdipendenza che una società mantiene tra i suoi membri.
4. Masculinity versus Femininity
Un punteggio più alto (maschile) di questa dimensione indica che la società avrà come main driver la competizione e l’orientamento al successo: winners take all!
Un punteggio basso (femminile) significa che i valori dominanti sono la cura del prossimo e la qualità della vita. Una società femminile è quella in cui la qualità della vita viene prima della ricerca del successo.
5. Long Term versus Short Term Orientation
Ossia come le società affrontano le sfide del presente mantenendo il loro legame con le tradizioni e il passato. Società con punteggio basso su questa dimensione tendono a mantenere fortemente le tradizioni.
6. Indulgence versus Restraint
Questa dimensione è definita come la misura in cui le persone cercano di controllare i loro desideri e impulsi. È legato al tipo di educazione ricevuta. “Indulgente” è definita una società con un controllo più blando mentre lì dove abbiamo un forte controllo possiamo definirle “Restraint”.
Cosa dice il modello di Hofstede per l’Italia?
La versione inglese è disponibile qui.
Power Distance
Con un punteggio di 50 abbiamo un effetto mediato da un’Italia del Nord che preferisce l’uguaglianza, il decentramento del potere e del processo decisionale. Le giovani generazioni preferiscono il lavoro di squadra e uno stile gestionale aperto/partecipativo che si traduce in meno controllo e supervisione. Nel Sud Italia invece il discorso è diverso, con un punteggio più alto per la power distance.
Individualism versus Collectivism
Con un punteggio di 76 l’Italia è una cultura orientata all’individualismo, in particolare il Nord Italia, qui famiglia e amici sono un punto di riferimento ma in maniera inferiore se confrontiamo con il Sud. Per gli italiani è importante avere obiettivi personali da raggiungere.
Nel Sud Italia le cose sono un po’ diverse e può esserci un comportamento individualista più attenuato. La rete familiare e il gruppo di appartenenza sono aspetti sociali importanti e rituali come matrimoni o pranzi della domenica con la famiglia sono occasioni importanti a cui non si può mancare.
A tal proposito la figura sotto presa da uno degli ultimi rapporti Istat fornisce un’idea di quanto stiamo dicendo.
Masculinity versus Femininity
Avendo uno scoring di 70, l’Italia è una società maschile altamente orientata al successo: alle nuove generazioni viene insegnato fin da subito che la competizione è importante e che essere il vincitore è fondamentale.
Secondo Hofstede gli italiani mostrano successo acquisendo status symbol come una bella macchina, una grande casa ecc. L’ambiente di lavoro è il luogo dove raggiungere il proprio successo e la competizione tra colleghi per fare carriera può essere molto forte.
Qui in basso abbiamo riportato un grafico (Istat) del tempo dedicato al lavoro familiare per alcuni paesi europei.
Long Term versus Short Term Orientation
Il punteggio elevato di 61 su questa dimensione mostra che la cultura italiana è pragmatica. Nelle società con un orientamento pragmatico le persone credono che la verità dipenda molto dalla situazione, dal contesto e dal tempo. Secondo Hofstede gli italiani hanno una capacità di adattare facilmente le tradizioni alle mutate condizioni, una forte propensione a risparmiare e a investire, parsimonia e perseveranza nel raggiungimento dei risultati.
Nella figura sotto è possibile osservare che l’Italia presenta il debito privato tra i più bassi in Europa. Nel grafico sotto ogni sfera è proporzionale al debito privato. Più è grande la sfera più è grande il debito privato.
Indulgence versus Restraint
Un punteggio basso di 30 indica che la cultura italiana è di tipo Restraint. Le società con un punteggio basso in questa dimensione hanno una tendenza al cinismo e al pessimismo. Inoltre, contrariamente alle società indulgenti, le società controllate non danno molta enfasi a tempo libero e controllano la gratificazione del desiderio in un certo senso. Le persone con questo orientamento hanno la percezione che le loro azioni siano frenate da norme sociali e avvertono il “lasciarsi andare” come qualcosa in qualche modo errato.
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Nel grafico il confronto tra Italia e altri Paesi dal Nord Europa, America Latina.
Osservate a chi assomigliamo di più o di meno secondo le dimensioni di Hofstede.
Concludendo
Capiamo che il fattore cultura è importante e in alcuni casi cruciale per penetrare in nuovi mercati, stringere nuove alleanze e ridurre il rischio di fallimenti.
In un paese come l’Italia dove il dinamismo economico è legato moltissimo a quello delle PMI che esportano, questi aspetti rientrano tra i fattori chiave per competere a scala sempre più globale.
Il modello di Hofstede qui presentato, con le sue limitazioni (come tutti i modelli), apre spunti di riflessione e di approfondimento. E soprattutto come ho scritto in apertura, riduce il rischio di capitomboli mediatici che poi tocca riparare…
L’autore ringrazia Enrico Verga per il supporto ricevuto.