A tu per tu con Gianluca Tesolin

Essere umili e curiosi per dare un contributo effettivo all’organizzazione. Così dice il nostro associato friulano Gianluca Tesolin, amministratore delegato di bofrost* Italia

Cosa vuol dire essere amministratore delegato in un mercato sempre più mutevole e discontinuo?
Significa sviluppare capacità di analisi, anche e soprattutto predittive. Noi in bofrost* siamo costantemente impegnati a raccogliere informazioni che analizziamo in modo dettagliato e critico. Se il risultato orienta al cambiamento dobbiamo reagire con la dovuta efficacia e tempestività; il fattore tempo fa oggi più di ieri la differenza.


Quali i must da mettere in campo?
La qualità del prodotto o servizio offerti non deve essere persa di vista o banalizzata e così la capacità di dare a ciascuno il prodotto o servizio in linea con i propri bisogni, utilizzando il canale di contatto preferito. E poi la cura dei collaboratori, perché se loro sono soddisfatti, soddisferanno anche i tuoi clienti. Ultimo, ma determinante, avere una sviluppata sensibilità economica che consente all’organizzazione di crescere in modo sano e sostenibile.

Come un AD può dare contributo e valore all’azienda?
Ogni giorno cerco di testimoniare concretamente il mio orientamento all’innovazione e al cambiamento, di coinvolgere tutti e confrontarmi per individuare possibilità di sperimentare e imparare anche dagli errori. Un altro aspetto è il valore dell’azienda come bene comune da preservare con orgoglio e senso di appartenenza. Strategico, poi, è favorire la crescita di giovani motivati, per natura più flessibili e aperti al cambiamento e alla sperimentazione.


Lei è un manager della distribuzione. Quale il percorso professionale vincente oggi e in futuro?
La velocità e razionalizzazione dei processi determinano il successo sul mercato perché permettono di arrivare prima e con un prodotto/servizio migliore rispetto ai competitor. La parte digital ormai è l’attualità in tutti i settori che caratterizzano un’organizzazione come la nostra. Dal punto di vista dei collaboratori, è necessario svestire i panni del manager e indossare quelli del coach. Le competenze e conoscenze diventano trasversali e devono continuamente essere allenate e aggiornate.


Cosa fare per crescere professionalmente?
Essere umili e curiosi. Queste le caratteristiche di persone che hanno amor proprio e desiderio di dare un contributo effettivo all’organizzazione. Il mondo digital ci permette oggi di creare network impensabili fino a qualche anno fa. Dobbiamo sfruttare questa opportunità per confrontarci e crescere professionalmente.

Lei è sempre stato in bofrost*, quali punti di forza manageriali le ha offerto questa esperienza?
Ho avuto la fortuna di mettere in pratica in azienda le conoscenze che gli studi mi avevano fornito. Contemporaneamente ho sperimentato l’importanza e l’efficacia di un contesto aziendale caratterizzato da forte spirito di squadra, confronto aperto e schietto, organizzazione snella. Considero essenziale anche la partecipazione a incontri ed eventi nazionali o internazionali dove si parla al futuro.

Come sta cambiando il business del porta a porta?
Il supporto di nuove tecnologie e un cliente sempre più evoluto richiedono all’azienda per eccellere importanti capacità di pianificazione strategica. Ribadisco con forza che siamo però in un campo dove la relazione è fondamentale, la tecnologia permetterà una sempre maggiore professionalizzazione dei venditori, ma non sostituirà mai la relazione di fiducia.

E-commerce e vendita porta a porta per voi sono rivali o complementari e sinergici?
Riteniamo che siano assolutamente sinergici e complementari. La strategia deve basarsi su un concetto di omnicanalità perché la scelta del cliente è influenzata da diversi touchpoint con l’azienda. Quello che ci differenzia rispetto alle varie aziende dell’e-commerce è, e sempre sarà, la fiducia dei clienti e il rapporto umano tra cliente e venditore.

Vive a Pordenone, che ambiente professionale c’è e come sfruttarlo anche per fare networking con vantaggi per sé e l’azienda?
Non è sempre vero che le dimensioni della provincia incrementino le occasioni di confronto. Penso invece che il networking sia maggiormente condizionato dalle dimensioni dell’azienda e dalla tipologia di business. bofrost* sul territorio è un’azienda di riferimento per dimensioni, occupati e fatturato. Ogni occasione è buona per me per confrontarmi con i colleghi e cercare di comprendere i diversi assetti organizzativi e le prassi in uso. Accetto inoltre gli inviti dal mondo universitario, attento alle esigenze dei giovani e alle evoluzioni del business. Imparo sempre qualcosa e racconto sempre volentieri la nostra realtà rispetto alla quale riscontro viva curiosità.

Managerialmente parlando, Pordenone e la sua regione come sono messi?
Con la recente crisi si sono evidenziati anche dei vantaggi dal punto di vista manageriale quali la possibilità di attrarre con maggiore facilità talenti, un’accresciuta fedeltà dei collaboratori che apprezzano anche i vantaggi offerti dalla provincia in termini di work-life balance.

Lei è associato a Manageritalia Friuli-Venezia Giulia: che rapporto e quali vantaggi ha?
Accanto al fondamentale supporto in termini di rimborsi sanitari, sfrutto l’associazione per consulenze previdenziali e giuslavorative. Il piano formativo, poi, è molto completo e ogni giorno meglio organizzato.

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