Settembre segna la ripresa, ma quest’anno è un inizio carico di interrogativi. Abbiamo davanti tre mesi decisivi, in un contesto economico che richiede attenzione, presenza e proposte. Ci prepariamo ad affrontarli con la determinazione di chi ha una responsabilità da esercitare e una voce da far valere. Il quadro del Paese è fragile. Lo confermano i dati e lo percepiamo nella realtà quotidiana.
La crescita è fiacca, rallentata da un’inflazione che rientra ma lascia insicurezze. La produttività è stagnante. Le esportazioni subiscono nuove barriere commerciali: i dazi al 15% degli Stati Uniti colpiscono settori chiave del nostro export, con ricadute incerte ma preoccupanti. Il costo del debito e le tensioni internazionali limitano i margini della politica economica.
La prossima legge di bilancio è cruciale. Sarà decisivo trovare equilibrio tra rigore e visione. Tra le proposte, spicca quella di ridurre l’aliquota Irpef intermedia dal 35% al 33%, estendendo la fascia fino a 60.000 euro: una misura che potrebbe alleggerire il carico fiscale su milioni di lavoratori qualificati. Non è una risposta esaustiva, soprattutto per la nostra categoria, ma è un segnale nella giusta direzione: per sostenere chi lavora, produce valore e tiene in piedi il sistema. È qui che vogliamo far sentire la nostra voce: Manageritalia ha segnalato l’urgenza di misure che riconoscano il valore di chi contribuisce al benessere collettivo.
Sosteniamo, con Cida, una riforma fiscale che alleggerisca il carico su dirigenti, quadri e professionisti, e un welfare contrattuale rafforzato come secondo pilastro di coesione. Dentro questa complessità si apre un passaggio chiave: il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Un contratto che non è solo un esercizio tecnico, ma parte della nostra proposta per il futuro del lavoro.
Partendo dalla richiesta di un fisco più equo, stiamo costruendo una piattaforma contrattuale centrata su un welfare più inclusivo, sulla formazione continua, sulla capacità di accompagnare i cambiamenti del lavoro. Il contratto è anche un investimento sul capitale umano: competenze, merito, dignità di chi guida il cambiamento. Vogliamo uno strumento utile, concreto, al passo con i tempi, capace di parlare al presente e al futuro. Un futuro che si apra anche alle sfide dell’innovazione e delle tecnologie, come l’intelligenza artificiale, per accompagnare lo sviluppo del Paese e delle professionalità.
Questi sono i tre cantieri che ci aspettano: un Paese che ha bisogno di crescita, una manovra che deve dare risposte, un contratto che rappresenti e orienti. Manageritalia si prepara con spirito di servizio, radicamento nel presente e fiducia nel futuro. Con l’orgoglio di rappresentare una comunità dirigente che tiene in piedi il sistema produttivo italiano.
Siamo e vogliamo essere una rappresentanza che genera valore. Con questo spirito ci prepariamo all’autunno, consapevoli delle difficoltà ma pronti ad affrontarle. Perché è nei passaggi difficili che si misura la qualità di un’organizzazione. E noi vogliamo esserci. Con azioni concrete, idee forti e la responsabilità di fare la nostra parte, fino in fondo.
Viva Manageritalia.
Marco Ballarè
marco.ballare@manageritalia.it