Future marketing: predittivo abracadabra?

Il marketing predittivo è sempre più vivo e promette miracoli con le magie dell’intelligenza artificiale. Ma, attenzione: inconvenienti e trappole sono dietro l’angolo. Era da prevedere? Eh già

Predictive marketing 01 – Sapere tutto prima

Forse. La promessa è allettante. Sapere in anticipo quante persone cliccheranno sopra un annuncio promozionale (tasso di clic previsto). L’intelligenza artificiale lo rende (dicono) possibile: ha analizzato innumerevoli campagne, compresi il gruppo target e gli indicatori di successo, e ha imparato da esse quali motivazioni funzionano con quali persone, compreso il test delle proposte di diverse agenzie creative. Insomma, di enorme aiuto per qualsiasi markettaro.

La startup Genus AI ha addestrato un algoritmo con campagne pubblicitarie per le quali sono stati spesi in totale 62 milioni di dollari. Sostiene di essere persino in grado di prevedere il successo di singoli video e spot. Gli inserzionisti consigliati dall’AI avrebbero conquistato il 30% di clienti in più. Buon marketing, per la startup.

Predictive marketing 02 – Personalizzazione totale

Per decenni i pubblicitari hanno sognato il “target group one”, cioè l’idea di potersi rivolgere in modo specifico ad ogni singola persona. Che sia la volta buona? Un team di ricercatori spagnoli e austriaci ha dimostrato che gli inserzionisti possono rivolgersi a singoli utenti su Facebook, solo sulla base dei loro interessi, cioè senza conoscere i loro nomi. A quanto pare, il profilo che Facebook crea sui suoi clienti è così dettagliato che gli individui possono ancora essere identificati anche tra miliardi di utenti (potete leggere il documento nel link).

Questa personalizzazione totale è possibile solo con l’aiuto delle macchine. Tuttavia, questo significa nuove competenze per il marketing. Se in futuro sarà possibile rivolgersi al singolo individuo, allora sarà necessario anche un approccio personalizzato con newsletter singole adattate dall’IA, per esempio. Senza mente umana… il contenuto automatizzato non è certo una novità e, infatti, il mercato viene quotidianamente bombardato da nuove proposte per scrivere a costi quasi zero. Uno dei (tanti) nuovi è l’algoritmo Jasper che sostituisce il copywriter umano. Si dice al programma quale argomento si vuole trattare (“voglio scrivere sui benefici ambientali delle auto elettriche”) e lui suggerisce automaticamente il titolo, poi il primo paragrafo e così via con impostazioni di tipo spiritoso oppure autoritario.

Oppure Rasa, che crea delle newsletter totalmente personalizzate e continuamente monitorate. È sempre più evidente che in futuro questi robot di contenuti lavoreranno in modo completamente autonomo; certo, porterà a una discreta omologazione.

Predictive marketing 03 – Risparmiare drasticamente

Senza mente umana… il contenuto automatizzato non è certo una novità e, infatti, il mercato viene quotidianamente bombardato da nuove proposte per scrivere a costi quasi zero. Uno dei (tanti) nuovi è l’algoritmo Jasper che sostituisce il copywriter umano. Si dice al programma quale argomento si vuole trattare (“voglio scrivere sui benefici ambientali delle auto elettriche”) e lui suggerisce automaticamente il titolo, poi il primo paragrafo e così via con impostazioni di tipo spiritoso oppure autoritario. Oppure Rasa, che crea delle newsletter totalmente personalizzate e continuamente monitorate. È sempre più evidente che in futuro questi robot di contenuti lavoreranno in modo completamente autonomo; certo, porterà a una discreta omologazione.

Predictive alert – Manager avvisato

Mezzo salvato. Il cosiddetto marketing predittivo presenta tre inconvenienti:

1) gli algoritmi possono giudicare solo ciò che conoscono. Ad esempio, se si sceglie qualcosa di completamente nuovo, l’IA potrebbe non intravedere le possibilità di successo o insuccesso;
2) gli algoritmi di previsione sono una scatola nera: l’utente non può vedere quali criteri l’IA utilizza per prendere una decisione. Ad esempio, si apprende che qualcosa fallirà online, ma non il perché;
3) gli algoritmi non capiscono letteralmente il mondo. Non possono valutare se una campagna si adatta allo Zeitgeist o agli eventi attuali.

Morale, la valutazione di una nuova campagna pubblicitaria da parte di un’intelligenza artificiale funziona solo come primo indizio, ma per decidere è necessario il parere di professionisti del marketing in carne e ossa.

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