Company welfare: Enegan adotta Produttività & Benessere

Enegan è un’azienda giovane: l’età media dei nostri dipendenti è under 35. Il clima interno è molto positivo, ma ci siamo da tempo interrogati sullo strumento migliore per mantenere e innalzare sia il livello di produttività sia il livello di benessere aziendale. La risposta vincente è stata il progetto di Smart Welfare Produttività & Benessere di Manageritalia, che abbiamo ribattezzato “Feel Good”. Ho avuto modo di toccare con mano la qualità del progetto frequentando a vario titolo l’Associazione. Guardando alle esigenze e alle peculiarità dei fabbisogni emersi in azienda è stato un incrocio quasi perfetto di tecniche e valori. Ho coinvolto a questo punto la nostra compagine sociale e l’idea è stata condivisa e fatta propria, per cui siamo partiti con la collaborazione tra Manageritalia e Enegan.

Il decollo del progetto

Nella fase introduttiva c’è stata molta curiosità, con molte sfumature di entusiasmo e un po’ di diffidenza. Abbiamo da subito creato una cabina di regia coesa tra il team direzionale Enegan e il team dedicato di Manageritalia. Ci sono state parecchie autocandidature per far parte del gruppo di lavoro da parte dei dipendenti ed è stato individuato un team di otto colleghe e colleghi eterogeneo che ha saputo interpretare il proprio ruolo creando grande coinvolgimento con tutti. È poi stata aperta un’apposita sezione sul sistema intranet aziendale per dare costante diffusione e aggiornamento sulle varie iniziative.

Company welfare: un fattore di cambiamento organizzativo e competitivo

Il progetto è stato realizzato coinvolgendo profondamente e attivamente tutta la struttura organizzativa. Sono state effettuate numerose giornate di formazione, è stato somministrato un questionario focalizzato su tutti i dipendenti e i risultati sono stati elaborati dal gruppo di lavoro che ne ha tratto proposte per la direzione. La direzione aziendale ha organizzato l’evento “Feel Good”, una due giorni di welfare in una spa toscana dove si sono accolte le proposte formulate, seppur con diverse tempistiche e sfumature. Questo coinvolgimento così profondo ha fatto sì che il progetto di welfare abbia effettivamente generato un cambiamento, anzi un miglioramento, organizzativo e competitivo.

Un modo per fidelizzare
i propri dipendenti
In azienda si trascorre la maggior parte della nostra giornata, quindi poter lavorare in un contesto sereno, dove si mettono a disposizione risorse e attenzioni per accompagnare la vita propria e della propria famiglia diventa un plus competitivo nell’ottica della fidelizzazione del dipendente. Supportare l’acquisto dei libri scolastici, avere un orario flessibile, poter contare su buoni mensa e spazi mensa adeguati, usufruire di acqua fresca e pura in ottica “green”, avere un sistema meritocratico di valutazione delle performance sono tutti elementi che creano un’unicità di rapporto tra azienda e dipendente, di condivisione valoriale e di fiducia difficilmente incrinabile.

Il ruolo del management
Il management deve avere un ruolo di innesco e di controllo. Il manager in azienda ha l’osservatorio privilegiato per valutare l’importanza di un progetto di welfare, lo condivide con i soggetti apicali e con i colleghi manager delle altre aree, ne valuta l’impatto economico e il ritorno relativo, sia in termini di produttività ed efficienza che di buon clima aziendale e di benessere. È sempre il manager che ne cura la diffusione e ne spiega i contenuti ai collaboratori, fino a misurarne il risultato sulla qualità del lavoro del team e sul cliente o destinatario finale dei servizi/prodotti dell’azienda.

I risultati alla fine
del percorso

Devo dire che siamo in una fase interessante del nostro progetto di welfare e i risultati ottenuti sinora sono positivi. Come direzione aziendale abbiamo ricevuto sei proposte di iniziative da parte del gruppo di lavoro: quattro le abbiamo accolte e introdotte già dallo scorso anno, due sono in una fase sperimentale, prima di decretarne l’accettazione a regime. Stiamo completando il sistema di valutazione delle performance, con una crescita significativa anche della nostra area HR, e stiamo definendo le aree di applicazione della flessibilità oraria in funzione delle caratteristiche dei vari reparti. Il turnover del personale è molto ridotto in uscita e siamo stati attrattivi per molti colleghi manager che hanno deciso di venire a lavorare con noi da molte zone d’Italia. Ritengo che questi successi siano in parte da ascriversi al progetto di welfare.

Lo stato dell’arte
e i prossimi passi

Nella prima metà di dicembre abbiamo tenuto la seconda “Due giorni Feel Good”. Abbiamo svolto molte attività divertenti grazie all’aiuto del team di Dynamo Camp, con cui abbiamo un’eccellente collaborazione, e attività formative con il team di Manageritalia. Abbiamo anche discusso in seduta plenaria con tutti i dipendenti e collaboratori delle zone grigie del progetto, quelle dove il livello di soddisfazione non è completo per l’azienda. Il concetto di fiducia è emerso come determinante in questo momento e abbiamo condiviso che la fiducia data debba essere ripagata con comportamenti idonei. Il nostro è un team molto giovane e spesso i dipendenti sono al primo impiego e finiscono per dare per scontato l’atteggiamento positivo e propositivo dell’azienda: abbiamo spiegato che il nostro è un progetto importante, che la continuità non è scontata ma è figlia dei risultati, e che è necessario essere una squadra unita e lavorare con reciproco rispetto per l’obiettivo comune. Il messaggio è stato recepito e contiamo di raggiungere risultati eccellenti in quest’anno. In merito al futuro, finalizzeremo le attività attualmente in fase sperimentale, ci sarà un parziale avvicendamento nel gruppo di lavoro per dare spazio a nuovi colleghi che vogliano dare un contributo al progetto, verranno elaborate nuove proposte e le valuteremo per far crescere serenamente sia l’azienda sia chi lavora in azienda.


No welfare, no party

Il welfare in azienda è ormai un ingrediente determinante per una crescita di medio e lungo periodo. L’asset più importante di un’azienda, soprattutto nel settore dei servizi, è il fattore umano. Le competenze sono un pre-requisito, ma il modo di metterle a frutto, nei processi aziendali e a beneficio dei colleghi, per soddisfare le esigenze del cliente in maniera competitiva e moderna, è la vera sfida dei manager in azienda. Investire nei processi di welfare è quindi il presupposto migliore per poter generare risultati positivi senza i quali non c’è molto da festeggiare. Sviluppare un progetto di welfare vuol dire anche vedere il sorriso in azienda: lavorare bene in un ambiente sereno dà grande soddisfazione. E la soddisfazione è merce rara, balsamo per il cuore.

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