Proposte di modifica della normativa sulle pensioni

Con un emendamento al decreto anti-crisi, presentato oggi a Palazzo Chigi alle Parti Sociali ma già anticipato ieri nei suoi contenuti, il Governo incrementa l’età per il pensionamento di vecchiaia per le lavoratrici pubbliche e propone anche una revisione delle cd. “finestre di uscita” per tutti i lavoratori, pubblici e privati.

 
L’equiparazione a 65 anni dell’età pensionabile, per donne e uomini, nel pubblico impiego verrà attuata in maniera graduale: già dal 1° gennaio 2010, l’età pensionabile per le donne sarà elevata a 61 anni e, quindi, incrementata di un anno ogni 24 mesi fino ad arrivare all’età definitiva di 65 anni nel 2018. 
 
Le lavoratrici pubbliche che hanno maturato i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2009 in base all’attuale normativa conseguono il diritto alla prestazione pensionistica, anche se la decorrenza della pensione cadrà nel 2010. 
 
Per garantire la migliore sostenibilità del sistema pensionistico italiano, si è inoltre deciso di operare, sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati, sulle finestre di uscita che, come è noto, sono attualmente due per le pensioni di anzianità e quattro per le pensioni di vecchiaia. 
 
Il meccanismo che si vorrebbe attuare a decorrere dal 1° gennaio 2015, è stato definito “a finestre mobili”, e punta a rinviare ulteriormente, per un massimo di tre mesi, il momento del pensionamento. 
 
Tale spostamento della decorrenza del pensionamento per i futuri pensionati avverrà in maniera automatica ogni cinque anni, sulla base dell’aggiornamento dell’aspettativa di vita dei lavoratori, accertato dall’Istat e validato dall’Eurostat, e riferito al quinquennio precedente.

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