La stagione dei lavori in corso

Il confronto tra governo e parti sociali sulle pensioni si svolgerà con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto previsto prima dell’estate: l’incontro tecnico in calendario ieri è stato spostato al 12; quello politico previsto per il 12, al 21 settembre.

E’ sempre più probabile, inoltre, che le misure introdotte con la legge di Stabilità avranno un impatto minore di quanto annunciato, sia per le risorse mobilitate sia per l’impatto sociale e di innovazione che potranno innescare.

Come rivela anche questa analisi, le riforme sono dunque ancora “in costruzione” e si realizzeranno in “due tempi”. Questo da una parte significa che, nonostante le tantissime dichiarazioni degli ultimi mesi, alla fine la montagna partorirà un topolino. E, quindi, che il tema delle pensioni sarà stato per l’ennesima volta utilizzato a fini strumentali, suscitando aspettative e timori destinati a essere ridimensionati.

D’altra parte, però, il fatto che il cantiere resti aperto è positivo: se non ci sono le condizioni (politiche ed economiche) per agire, è preferibile continuare a lavorare anziché prendere decisioni affrettate.

Per quanto lunga, a tratti estenuante e talvolta interlocutoria, crediamo sia meglio vivere in una stagione di dialogo che affrontare il clima di gelo o di torrido caldo nelle relazioni tra i corpi sociali.

Lo status quo, ovviamente, non può durare a lungo: l’immobilità aumenta il pericolo di anticipazioni infondate che generano incertezza e quello di cui c’è bisogno in Italia, oggi, sono le certezze. Da parte nostra siamo sicuri di una cosa: che le riforme delle pensioni, del welfare e del lavoro vadano costruite di pari passo, con logiche di interdipendenza. Per questo ci attendiamo che altre risorse vengano trovate per dare un segnale importante anche sugli incentivi ai premi di produttività, per valorizzare il merito e incrementare le retribuzioni, leve fondamentali della crescita.

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