Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza coronavirus in Associazione con dipendenti e associati?
«Devo dire che il senso civico dei nostri associati, che hanno rispettato e applicato la direttiva del Dpcm, ha da subito ridotto quasi totalmente l’accesso alla sede dell’Associazione, anticipando la decisione di Manageritalia di chiudere al pubblico le proprie sedi. La nostra Associazione ha messo a disposizione le tecnologie per effettuare, a richiesta dei dipendenti, e qualora l’operatività del lavoro lo consenta, attività di smart working. Gli associati infatti hanno a disposizione gli indirizzi di posta elettronica dei servizi ormai noti dell’Associazione: ufficio sanitario, ufficio segreteria, ufficio sindacale».
Quindi, seppure a distanza, offrite i soliti servizi e rispondete al meglio alle inevitabili richieste di supporto dei manager che si trovano in situazioni sempre più difficili?
«A fronte di una riduzione della presentazione cartacea di pratiche sanitarie, è aumentata l’attività di consulenza sia per le pratiche sanitarie che per le consuete attività di carattere previdenziale e assistenziale. Sono nettamente aumentate le assistenze per le trattative sindacali, informazioni e stipula di accordi di riduzione temporanea della retribuzione. Non abbiamo registrato al momento assistenza per licenziamenti dovuti al Covid19».
Come vanno le cose a livello sanitario, ma soprattutto sociale nelle vostre città e regioni?
«La situazione a Roma è surreale; la città, per chi è abituato a convivere da sempre con il traffico, è deserta! Il rispetto del divieto di uscire di casa se non per comprovato motivo mi sembra rispettato in maniera massiccia, denotando uno spirito civile e sociale che fa ben sperare per il futuro. Il numero dei contagiati cresce, ma al momento in maniera contenuta. Anche se la maggior parte degli associati gravita su Roma, siamo in contatto anche con i nostri referenti sul resto del vasto territorio di riferimento, da Cagliari a Pescara, da Perugia a Latina o Campobasso».
A livello economico, anche se è presto, come vede la situazione e che ritorni ha dai vostri associati?
«Da quello che ci raccontano i nostri associati la situazione economica è davvero preoccupante: manager con lunga militanza nel settore alberghiero descrivono una situazione che, a loro memoria, non ha eguali e non è paragonabile alle crisi degli anni o dei decenni precedenti (shock petrolifero, guerra del Golfo, crisi 2008-2014)».
Guardando al futuro, come pensa di affrontare, come Associazione la fase dopo l’emergenza?
«Temo saremo impegnati sul fronte sindacale per gestire e sostenere una ripresa economica che auspichiamo venga accompagnata da provvedimenti legislativi che la favoriscano. Cfmt avrà un ruolo fondamentale nel supportare il management in tutte le fasi dell’evoluzione di un nuovo paradigma che si verrà a creare».
Leggi l’editoriale del presidente federale Guido Carella.