AI: impatto sul mercato del lavoro e sulle scelte manageriali

L’Intelligenza artificiale come agente di cambiamento nel mercato del lavoro e nei modelli di business. Ne parleremo venerdì 21 giugno al Friday’s Manager, organizzato da XLabor, la divisione del mercato del lavoro di Manageritalia
intelligenza artificiale e impatto sul lavoro

L’adozione dell’intelligenza artificiale avrà un profondo impatto sul mercato del lavoro, non solo in termini di livelli occupazionali, di competenze e qualità del lavoro, ma anche sul modo in cui esso è organizzato e sulle mansioni svolte dai lavoratori. Quale sarà l’evoluzione dei ruoli attuali e dei processi di business delle aziende? Come possono i manager guidare le aziende attraverso le sfide del mercato del lavoro nel settore dell’Information Technology? Ne parliamo con due manager di Gi Group, Elisabetta Paddeu, Division Senior Manager ICT e Luca Orlassino, Global R&d Senior Manager, ospiti del prossimo Friday’s ManagerAI: impatto sul mercato del lavoro e sulle scelte manageriali – organizzato da XLabor, la divisione del mercato del lavoro di Manageritalia, venerdì 21 giugno dalle 12 alle 13 (anche online), cliccate qui per partecipare.

Quali trend stanno cambiando il mercato dell’ICT?

Elisabetta Paddeu «Secondo lo studio IT Global HR Trends realizzato da Gi Group Holding in collaborazione con il Politecnico di Milano, i 5 trend tecnologici che stanno cambiando il mercato ICT sono l’Intelligenza Artificiale, i Big Data Analytics, Cloud Computing, la Cyber Security, il 5G».

Che impatto sta avendo e avrà l’AI sul mercato del lavoro?

E.P. «In Italia, la domanda di lavoro aumenterà, per effetto dell’AI, nei settori tecnologicamente maturi come le Telecomunicazioni e le Public Utilities, ma anche in quelli legati alla trasformazione dei servizi e delle competenze come i servizi di cura, di assistenza, servizi di educazione, formazione e lavoro».

Quali sono dunque le nuove competenze richieste?

E.P. «Le competenze richieste per molti lavori sono cambiate del 25% dal 2015 e si prevede che questa percentuale raggiungerà almeno il 65% entro il 2030 a causa del rapido sviluppo delle nuove tecnologie.

Nasceranno inoltre nuove figure professionali con le competenze tecniche che riguardano la capacità di programmare, configurare o ottimizzare gli algoritmi e i modelli di AI generativa, con una buona padronanza dei linguaggi di programmazione.

Oggi l’attenzione delle aziende si concentra anche sulle competenze non tecniche, le cosiddette competenze trasversali. Il pensiero analitico è la soft skill più apprezzata, seguita dal pensiero creativo, dalla resilienza, dalla motivazione e dalla curiosità».

Quali ingredienti non possono mancare per implementare l’intelligenza artificiale in azienda?

Luca Orlassino «Tralasciando per un momento l’utilizzo tout court di strumenti di utilità generale, come ChatGPT o simili, ci sono due condizioni minime per generare valore con l’AI in ambito aziendale: la disponibilità di dati, possibilmente proprietari in quanto non accessibili alla concorrenza, e la ragionevolezza dell’assunto in base al quale i dati raccolti nel passato rappresentano bene la realtà che desideriamo prevedere».

Quali rischi/ostacoli si incontrano e come superarli?

L.O. «Si potrebbe pensare che reperire le giuste professionalità sia la difficoltà principale. In base alla mia esperienza, per queste è essenziale affidarsi ai migliori fornitori o professionisti per impostare progetti strategici di sourcing. Invece, non si deve sottovalutare l’impatto che le iniziative legate all’AI possono avere sull’ecosistema interno aziendale: queste richiedono infatti l’impiego di diversi dipartimenti, dalle Risorse Umane all’IT, dal Legal al Procurement. Comprendere bene l’articolazione dei punti di vista altrui aiuta a prevenire le reazioni oppositive e i conseguenti ritardi, aumentando le chance di successo».

Cosa deve fare un manager per far sì che l’intelligenza artificiale diventi una reale opportunità per l’azienda?

L.O. «Partendo da un’ipotesi solida sui benefici attesi, un manager dev’essere consapevole dei numerosi impatti, non solo sul Business, ma sull’intero ecosistema aziendale. Generalmente è anche indispensabile, per superare qualche prevedibile resistenza, una sponsorship forte da parte del top management».

Friday’s ManagerAI: impatto sul mercato del lavoro e sulle scelte manageriali
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enerdì 21 giugno dalle 12 alle 13
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Locandina Friday's-Manager 21602024

 

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