Dirigenti terziario: l’evoluzione del welfare

Gli accordi firmati in estate mirano a evolvere e ottimizzare il welfare dei dirigenti del terziario senza contributi aggiuntivi da parte loro e delle aziende. I primi effetti a partire da ottobre

La riorganizzazione e la trasformazione sono per i manager azioni all’ordine del giorno, ancor più oggi dove bisogna cogliere le opportunità di una diversa organizzazione del lavoro e della trasformazione digitale per rendere più “agili” le risposte alle esigenze dei clienti e i modelli di business.

Con le dovute differenze, questo è stato anche l’obiettivo di Manageritalia nella tornata di accordi di proroga dei ccnl (terziario, trasporti, turismo, logistica, agenzie marittime) sottoscritti negli ultimi mesi. Un intervento di razionalizzazione, anche alla luce della situazione economica ancora incerta di inizio 2021, con l’obiettivo di creare i presupposti per accogliere nuove risorse nei prossimi rinnovi contrattuali.

Siamo partiti dall’ascolto delle esigenze dei nostri colleghi per avere cognizione delle aree in cui poteva essere utile intervenire, per prevedere adeguamenti e integrazioni al già avanzato modello di welfare contrattuale in essere, con lo scopo di assicurare sempre migliori servizi e opportunità.

I punti su cui siamo intervenuti riguardano:

  • la competitività del contratto (riduzione del cuneo fiscale);
  • l’occupabilità per superare le situazioni di crisi aziendale, per la formazione continua, con lo scopo di mantenere elevate le professionalità;
  • le criticità derivanti dal prolungamento dell’età lavorativa (strumenti per anticipare il pensionamento, tutele in caso di malattia/infortunio);
  • un welfare personalizzato, con la possibilità di integrare i servizi già offerti dai fondi contrattuali;
  • il potenziamento dei servizi offerti e la stabilità dell’intero sistema contrattuale;
  • la possibilità di far parte di un sistema collettivo garantito ma, allo stesso tempo, di avere una maggiore flessibilità, in modo da poter trovare risposte alle esigenze personali dei singoli.

Il sistema di welfare contrattuale dei dirigenti del terziario è il risultato di anni di lavoro, di ascolto delle esigenze e di continui adattamenti. L’approccio con cui cerchiamo di mantenere in efficienza un motore così complesso si fonda sulla volontà di dare risposte immediate alle esigenze contingenti, sempre guardando anche al medio-lungo periodo, sulla progettualità condivisa con le controparti e sulla capacità di anticipare le tendenze del mondo del lavoro.


La piattaforma contrattuale per i servizi welfare
La prima grande innovazione presente negli accordi sottoscritti con le organizzazioni datoriali è la previsione di una piattaforma contrattuale dedicata, attraverso la quale le aziende potranno riconoscere ai propri dirigenti un credito welfare da spendere in servizi per sé e per i propri familiari.

Si tratterà di un sistema integrato di beni e servizi volto a soddisfare i bisogni delle persone, in grado di cogliere tutte le opportunità che il dettato legislativo offre: iniziative di benessere, cultura e sostenibilità che permettono, inoltre, di ridurre il cuneo fiscale.

Ricordiamo che 1.000 euro, se versati sotto forma di retribuzione, danno luogo a un netto di circa 550 euro e a un costo aziendale di circa 1.400 euro. Se invece sono destinati a una piattaforma di servizi di welfare, i 1.000 euro sono integralmente spendibili e costano al datore di lavoro 1.000 (1.100, se si decide di devolverli alla previdenza complementare).

Per questo abbiamo colto l’opportunità prevista nella legge di bilancio per il 2017, che permette al contratto collettivo nazionale di lavoro di riconoscere un credito welfare agevolato fiscalmente.

Lo scopo è quello di creare un portafoglio di opportunità per i dirigenti che rappresenti anche una remunerazione in termini non monetari ma di impatto concreto. Ciò è particolarmente utile per le aziende con un solo dirigente, che altrimenti non potrebbe usufruire dei vantaggi fiscali e contributivi dei servizi di welfare perché dovrebbe sottoscrivere un accordo individuale e non collettivo, come prevede la legge. Anche per le aziende con più dirigenti questa opportunità risulta oggi più conveniente, perché potrebbero agilmente riconoscere un credito welfare con più utili possibilità di spesa.

La piattaforma, che sarà gestita da Cfmt, è in fase di predisposizione. Quando sarà operante, i datori di lavoro, anche in assenza di obblighi contrattuali in merito, potranno utilizzarla e riconoscere ai propri dirigenti un credito welfare che potrebbe essere speso come ipotizzato nel grafico di fianco.

I servizi fruibili tramite la piattaforma potranno essere implementati e migliorati nel tempo, sulla base delle esigenze e dei riscontri che riceveremo proprio dai nostri associati.

Coloro che hanno già servizi simili potranno arricchirli aderendo anche a questa piattaforma.

In Italia non esistono esperienze con tali opportunità nei contratti collettivi. Siamo certi che con il tempo, e con i suggerimenti dei nostri associati, potremo definire un modello di welfare personalizzabile che diventerà un riferimento per altre realtà contrattuali.


Politiche attive per la ricollocazione
Si tratta di un’ulteriore novità che coinvolge Cfmt, a cui viene demandato il compito di supportare attivamente l’employability dei dirigenti. Oltre alle principali e tradizionali attività di formazione e sviluppo professionale, Cfmt sarà dunque coinvolto anche nelle politiche attive.

Una funzione indispensabile per ottimizzare la gestione delle eventuali fasi di transizione professionale per i dirigenti che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro. Cfmt potrà così agire ancor più a sostegno della professionalità e dell’occupabilità dei manager del settore.

Quindi, un rafforzamento e ampliamento del ruolo del Centro di formazione che riceverà, per questo, un contributo di 2.500 euro da parte dei datori di lavoro per ogni dirigente cessato per iniziativa aziendale (ovvero licenziamento anche per mancato superamento del periodo di prova o risoluzione consensuale a seguito di licenziamento).

Lo scopo è quello di costruire un sistema sinergico attraverso il quale possano operare fattivamente Cfmt, le società di outplacement e XLabor, l’agenzia per il lavoro di Manageritalia.

Previdenza complementare (Fondo Mario Negri)
Sono state utilizzate risorse già presenti nel sistema contrattuale, facendo confluire nella contribuzione ordinaria aziendale 300 euro annui, precedentemente attribuiti alla previdenza integrativa individuale (Associazione Antonio Pastore). Con questo spostamento si rafforza la previdenza complementare, sempre più necessaria per integrare la pensione pubblica, che permette di godere di benefici fiscali sui contributi versati. La quota di capitalizzazione della Convenzione Antonio Pastore rimane di elevato livello. Consente di mantenere la diversificazione degli investimenti e approfittare delle maggiori semplicità di accesso alla prestazione rispetto a quelle indicate dalla legge per la previdenza complementare.

Assistenza sanitaria integrativa (Fasdac)
La garanzia Long term care* nella forma “temporanea” sarà affidata al Fasdac, ma continuerà ad essere gestita all’interno della Convenzione Antonio Pastore per quanto riguarda gli aspetti assicurativi. Questa decisione risponde all’esigenza di evoluzione delle prestazioni garantite dal Fasdac: da puramente sanitarie assumono così natura sociosanitaria, in modo da tenere conto anche delle problematiche derivanti dal progressivo invecchiamento della popolazione.

Si tratta di un percorso appena cominciato, ma l’intento è costruire un pacchetto di tutele che integri la rendita attualmente prevista dalla garanzia Long term care con il rimborso delle spese sostenute dal dirigente in relazione alla situazione di non autosufficienza.

Un ulteriore effetto positivo è che la copertura Ltc viene così estesa ai prosecutori volontari Fasdac (in assenza di prosecuzione volontaria all’Antonio Pastore, non avevano questa garanzia) e ai dirigenti assunti con contribuzione agevolata per reddito.

Tale modifica non avrà nessuna conseguenza nei confronti di coloro che già oggi percepiscono la rendita Ltc.

Associazione Antonio Pastore
L’Associazione Antonio Pastore conserva il suo ruolo fondamentale nell’ambito del sistema di welfare contrattuale, attraverso un programma di garanzie assicurative uniche nel settore della contrattualistica dei dirigenti d’azienda.

Continuerà inoltre a essere coinvolta nella gestione della Ltc e, in aggiunta, dovrà impegnarsi nella predisposizione di una polizza collettiva per la garanzia assicurativa infortuni professionali ed extra-professionali: essendo costruita e contrattata per un’ampia comunità (i dirigenti in servizio a cui si applicano i ccnl sottoscritti da Manageritalia), garantisce ai dirigenti certezza e uniformità della copertura assicurativa e alle aziende semplicità gestionale ed economicità.

Contributi prosecutori volontari
La rimodulazione dei contributi per i dirigenti in servizio ha, naturalmente, effetti anche sulla contribuzione dei prosecutori volontari ai Fondi contrattuali, sempre a decorrere dal 1° ottobre 2021. 

* Long Term Care (Ltc) – La garanzia assicurativa collegata a problemi di non autosufficienza eroga una rendita mensile pari a 2.582,28 euro iniziali (30.987,41 euro annui), crescente annualmente del 3%. La copertura assicurativa nella forma temporanea decorre trascorsi sei mesi dalla prima nomina a dirigente ed è attiva per tutto il periodo contributivo (come dirigente o volontario) fino al raggiungimento del 70° anno di età. Il riconoscimento dello stato di dipendenza avvenuto prima del 70° anno di età consente di mantenere il diritto alla prestazione di rendita vita natural durante o fino al momento di cessazione dello stato di dipendenza e, quindi, anche oltre il 70° anno di età.

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