Turismo: il futuro dei club vacanze passa dal management

Il gruppo francese Ng Travel debutta in Italia con il marchio Kappa Viaggi. La strategia per il nostro mercato punta sull’innovazione e su un approccio manageriale che reinterpreta in chiave moderna la filosofia dei villaggi vacanze. Ne parliamo con Michele Mazzini, direttore commerciale e sviluppo Italia

Tra i primi tour operator francesi, NG Travel è in piena espansione e ha deciso di entrare nel mercato italiano con una selezione di soggiorni e destinazioni concepiti per i nostri turisti attraverso il marchio Kappa Viaggi, che prevede formule all inclusive in 17 destinazioni in tutto il mondo, per un totale di 19 strutture di fascia alta. Sono cinque i club che verranno inizialmente commercializzati. Il gruppo ha grandi ambizioni e punta al mezzo miliardo di fatturato nel prossimo quadriennio, di cui 100 milioni dal tour operator controllato in Italia. Ma oltre ai numeri, cosa c’è dietro a questo piano di sviluppo che vede il nostro paese strategico? Lo abbiamo chiesto proprio al manager italo-francese Michele Mazzini, presente oggi a Milano alla conferenza stampa insieme al ceo Olivier Kervella.

Chi sono i manager di NG Travel?
Il management è francese e dipende dalla holding di cui io stesso faccio parte. La società è 100% francese con un 30% ora in mano a un fondo di investimento che ci consente uno sviluppo interno in Francia e all’esterno.


Il management francese può portare qualcosa in più per il mercato italiano?
Sì e no. Hanno puntato su di me che vivo da 20 anni in Francia ma ho una cultura italiana e conosco la le aspettative del turista italiano di un club vacanze. Italiani e francesi possono collaborare insieme perché a livello culturale sono più i fattori che ci uniscono rispetto a quelli che ci dividono, dall’amore per la buona cucina alla scarsa dimestichezza con la lingua inglese, fattore da tenere presente quando parliamo di animazione. La formula del villaggio, del resto, oltre alla Francia che può essere un riferimento con una lunga tradizione, è più diffusa nel Sud dell’Europa, come in Italia, in Spagna e in Grecia. Io rappresento dunque un legame tra management puro francese e il mercato italiano.


La Francia è in testa nella classifica mondiale delle mete turistiche. Esiste secondo lei un modello francese di gestione manageriale turistica che può fare scuola?
Parto dal modello di NG Travel, che è piuttosto di rottura rispetto al passato e alla “scuola francese”. Penso che i risultati parlino chiaro: siamo sulla strada giusta. Abbiamo adottato un modello manageriale smart in cui c’è veramente un confronto senza gerarchia. Il nostro gruppo è cresciuto in modo talmente forte e parallelamente l’organizzazione gerarchica è saltata. I manager hanno un contatto diretto con il personale delle nostre strutture, attraverso un rapporto aperto e diretto che intende facilitare lo scambio di idee e best practice: i manager propongono un’impostazione organizzativa e strategica ma le proposte ci arrivano spesso da chi è a diretto contatto con la nostra clientela. Scambio e contaminazione sono le nostre parole d’ordine e penso che nel turismo, ma non solo, sia questa l’espressione gestionale più efficace.

Come vede il futuro del turismo all’interno dei club nei prossimi anni? Quali sono gli spazi per innovare in questo settore specifico?
Noi pensiamo di portare in Italia un concetto nuovo con Kappa Club e la proposta dei “Momenti Club”, dove noi invitiamo a uscire dal villaggio. Il messaggio forte è di non stare solo in piscina e partecipare alle attività di animazione, ma di conoscere direttamente quello che c’è intorno. I villaggi non sono cattedrali nel deserto ma sono inseriti in contesti sempre differenti.


Il turismo esperienziale è arrivato dunque anche nei club, dove per decenni il format era piuttosto standard e consolidato?
Sì, la novità è proprio questa. Nei Kappa Club proponiamo cene e corsi di cucina locale direttamente nelle case degli abitanti del luogo, incontri con pescatori e artigiani, escursioni in mountain bike, addirittura visite di una scuola, impensabili fino a un po’ di anni fa. Vogliamo accompagnare il turista alla scoperta del territorio e della cultura del posto nel modo più naturale e autentico possibile. La sfida è proprio questa, con alcune accortezze, naturalmente. Pensi al caso dell’Egitto, dove il turismo si sta lentamente riprendendo ma noi lo abbiamo escluso dai nostri prodotti perché uscire da una struttura protetta è un po’ più complicato.


Quali sono gli obiettivi per il 2019?
Per il prossimo anno stiamo aprendo nuove destinazioni e sorgeranno in tutto 60 club alla fine del prossimo anno.

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