La conoscenza dei trend futuri è fondamentale per i manager intervistati da AstraRicerche per Manageritalia e CFMT (febbraio 2024 – 888 interviste complete): il 95.4% afferma che sono fondamentali per sé (più di due su tre molto: 67.2%) e per la propria azienda (appena meno: 93.4%, molto al 62.0%).
A dire che sono molto importanti per sé sono in particolare i 46-50enni (73%), e coloro che lavorano in aziende di media dimensione (50-249 lavoratori: 71%) e medio-grande (fino a 1.000 lavoratori: 71%) ma i dati sono elevatissimi per tutti i sotto-gruppi analizzati (il valore più basso – 62% – è per chi lavora nell’area HR/Amministrazione/Finance).
La rilevanza per la propria azienda di conoscere i trend futuri in una serie di ambiti
Dovendo scegliere tra 7 aree le 3 in cui i trend sono più rilevanti per la propria azienda non ci sono dubbi: economia (66.0%), Digital/Tech (60.5%) e Politica (locale, nazionale, internazionale: 49.4%) dominano la classifica, mentre molto meno sono indicati quelli relativi alla Comunicazione (21.3%), al Marketing (25.5%) e Consumer trend/lifestyle (35.6%). In mezzo alla classifica troviamo Società (demografia, composizione, …: 41.8%). Queste indicazioni non cambiano in modo significativo al variare dell’area geografica dell’azienda, mentre è da notare che più l’azienda è grande in termini di dipendenti più viene data rilevanza all’area ITC/Tech (dal 53% delle piccole al 69% delle grandi).
Ma chiedendo quale è l’area più rilevante di tutte la classifica cambia nelle prime posizioni: 32.7% per Politica, 31.2% per Digital/Tech e 26.5% per Economia.
L’impatto della conoscenza dei trend su una serie di aree in azienda
L’impatto della conoscenza dei trend è molto intenso soprattutto per la strategia aziendale (85.1% molto o abbastanza, 49.4% molto), ma molte aree ottengono più del 70% di indicazioni ‘molto’ o ‘abbastanza’: ICT/Digital (78.3%, tra cui il 41.6% indica il massimo livello), Prodotti (76.8% – e ben il 41.8% indica ‘molto’), Modelli di business (75.0%, con il 38.2% che indica ‘molto’), Comunicazione (74.7%), Marketing (71.5% – questi ultimi due in fondo alla classifica di rilevanza ma comunque con impatto molto forte in azienda); attorno a due indicazioni su tre per l’organizzazione aziendale (65.4%) e i Processi aziendali (64.0%) mentre solo l’area HR (ricerca, selezione, gestione del personale e comunicazione interna) non raggiunge il 60% (59.9%).
Di nuovo, le differenze su base geografica sono scarse (con una eccezione: nel Nord c’è maggiore impatto percepito per l’area HR), mentre sono le aziende piccole (fino a 50 lavoratori) a differenziarsi dalle altre nell’indicare un impatto minore per le aree HR, Organizzazione aziendale, Comunicazione; si conferma, inoltre, la forte crescita percentuale dell’area ICT/Digital al crescere della dimensione aziendale.
Le fonti di informazione sui trend
Le fonti di informazione sui trend più utilizzate sono tre: i canali specializzati (come riviste, siti verticali, blog specializzati: 71.0% – ben 81% nelle aziende piccole), il dialogo con altri manager, esperti, docenti universitari (61.9%) o interno all’azienda (55.3%); a metà classifica troviamo i canali generalisti (TV, radio, carta stampata: 45.7%) e le associazioni di categoria (datoriali, sindacali, verticali, di ruolo: 45.4%) mentre più basse sono le indicazioni per le società/consulenti specializzati in trendwatching e forecasting (32.3% – ma è il 42% presso le aziende di maggiore dimensione – molto più di quelli non specializzati: 22.5%), per le attività di CFMT (21.3%) e per il Dirigibile di Manageritalia (19.5%).
L’orizzonte temporale dei trend di maggior interesse
Lo sguardo è davvero a breve periodo: 9 su 10 sono interessati a trend che si manifesteranno entro 5 anni, e in particolare 1 su 2 (49.7%) entro 3 anni. Le differenze non sono relative all’area geografica o alla funzione aziendale, bensì all’età del manager intervistato: è interessato a trend con impatto entro tre anni il 55% degli over60enni e solo il 40% degli under45enni.
Le opinioni condivise in merito ai trend
Abbiamo visto che la rilevanza dei trend è molto alta, e lo possiamo confermare grazie al 71.1% che afferma che sono stati fondamentali per alcune decisioni in azienda e, ancor di più, grazie al 63.9% che indica che ‘senza lo studio dei trend l’azienda sarebbe in una posizione di mercato più debole’.
Ma non tutto è positivo: il 56.0% afferma di avere l’impressione che alcuni trend non siano davvero tali ma solo tentativi di lanciare una moda nell’interesse di uno o più attori economici. Non solo: il 13.1% (più di uno su otto) afferma che aver ritenuto veri alcuni trend (che poi si sono manifestati debolmente o per nulla) ha indebolito l’azienda: queste due affermazioni sono vere trasversalmente alle funzioni aziendali e alle dimensioni (ma c’è da notare che il 18% di chi appartiene alle funzioni Commerciale/vendite afferma che l’azienda è stata penalizzata dall’aver inseguito ‘falsi trend’).
I trend personalmente attesi per i prossimi 12 anni
Per finire sono state proposte 20 trend espressi come affermazione e opposto dell’affermazione, con la possibilità – per ogni intervistato – di indicare se ‘crede’ in un trend, nel suo opposto o se si colloca in una posizione intermedia.
I trend che più convincono (sbilanciando il campione in una direzione) sono tre:
- Accelerazione dell’uso delle formule di accesso da parte dei cittadini-consumatori con noleggio di prodotti per periodi brevi, medi e lunghi (+53.0% a favore di questo rispetto all’opposto cioè ritorno alla diffusione dell’acquisto per possesso – 67.2% convinto del trend, 14.2% dell’opposto);
- Smartworking come modello diffuso e vincente per le aziende del terziario, con focalizzazione sui risultati e non sulle ore/sulla loro distribuzione nel tempo (+47.4% – 64.1% convinto del trend, 16.7% dell’opposto);
- Polarizzazione della società italiana con riduzione della classe media e ampliamento significativo di quella bassa/bassissima (+47.3% – 65.4% convinto del trend, 18.1% dell’opposto).
Forti anche i seguenti:
- Lavoro a distanza nel terziario come modello diffuso e vincente (+32.0% – 55.9% convinto del trend, 23.9% dell’opposto);
- Conflittualità armata diffusa nel Mondo (+29.1% – 45.9% convinto del trend, 16.9% dell’opposto);
- Economia green in grado di dare un’accelerazione all’economia, agli investimenti, all’innovazione (+25.1% – 51.0% convinto del trend, 25.9% dell’opposto);
- Ulteriore peggioramento della qualità del giornalismo e dell’informazione, con difficoltà informativa intensa (+23.2% – 46.5% convinto del trend, 23.3% dell’opposto);
- Accelerazione di fusioni, acquisizioni, partnership strategiche grazie a un cambiamento di attitudine di imprenditori e manager (+20.2% – 50.7% convinto del trend, 30.5% dell’opposto).
Va notato che alcune proposte polarizzano il campione, con un buon bilanciamento tra risposte opposte
- Il mondo degli influencers caratterizzerà la comunicazione di Aziende e Marche 35.6% vs Perderà rilevanza a vantaggio di forme di comunicazione classiche 30.9%;
- Il Metaverso diventerà spazio fondamentale per le vita dei cittadini, consumatori, lavoratori 33.3% vs non avrà alcuna rilevanza, sarà stata solo una moda passeggere 31.9%;
- La globalizzazione sarà sempre una caratteristica fondamentale dell’economia 44.7% vs si ridurrà fortemente, con creazione di macro-aree di scambio 37.7%;
- La gestione delle risorse umane sarà sempre più human-based, relazionale, calda 42.3% vs sarà sempre più basata su AI 34.3%.
Partecipa all’evento 100 di questi trend, martedì 5 marzo, dalle 18 alle 20: se sei dirigente associato a Manageritalia in presenza (CFMT, via Decembrio 28 Milano, REGISTRATI QUI). Altrimenti online, in diretta anche sulla pagina LinkedIn di Manageritalia.
LA TUA OPINIONE CONTA! CLICCA QUI per rispondere al questionario sui trend, dicci come la vedi sui possibili scenari in diversi ambiti nei prossimi anni.