Proviamo a rispondere a una domanda: quale fascia di età viaggia di più? L’idea dei giovani globetrotter con zaino in spalla, pieni di energia e pronti ad esplorare nuovi paesi e culture può essere associata allo spirito d’avventura e alla curiosità necessari per intraprendere un viaggio, ma forse l’immaginario collettivo è vittima di alcuni bias.
Pensiamoci un attimo: chi, di fatto, ha più disponibilità di tempo e denaro per raggiungere in aereo un ampio ventaglio di destinazioni, imbarcarsi su una nave crociera, pernottare in un hotel cinque stelle (ma anche un semplice Airbnb nel cuore di una città d’arte) o immergersi nelle acque termali di una spa in alta quota? E ancora, chi è più propenso a partecipare a un tour organizzato o a rivolgersi a un professionista per pianificare la sua vacanza?
Se negli ultimi quindici anni i Millennial (1981-1996) hanno avuto maggiori probabilità di indebitarsi per i viaggi, con una media di 35 giorni di vacanza all’anno, sono i Baby Boomer (1946-1964) coloro che costituiscono la spina dorsale della travel&tourism industry, con una media di 4-5 viaggi all’anno.
Numerosi tour operator hanno già visto un aumento delle prenotazioni da parte dei viaggiatori più anziani, un target interessante ma allo stesso tempo sfaccettato. A cui occorre comunicare scrollandoci di dosso un po’ di preconcetti. Già, perché l’ultima cosa che i senior desiderano è essere considerati… “vecchi”.
Cosa è cambiato con la pandemia
Il Covid-19 ha avuto un impatto negativo sul cosiddetto “silver tourism”, ma allo stesso tempo ha costretto gli operatori a guardare in faccia alla realtà: la fascia del mercato più importante del settore è chiara e ora che la fase emergenziale sembra parzialmente superata è fondamentale ripensare alle proposte e al proprio business model. All’inizio della pandemia il messaggio è stato: i più vulnerabili al virus sono gli ultracinquantenni e, in particolare, gli over 70, che devono isolarsi, proteggersi e, naturalmente, evitare i viaggi, fonte potenziale di contagi. Non a caso, i primi a vaccinarsi sono stati proprio loro. E adesso, che succede? Dopo la tempesta, è tempo di guardare avanti e alcuni segnali decisamente positivi fanno ben sperare. I silver traveller, del resto, sono coloro che si riprendono più in fretta dopo fasi disruptive globali, proprio perché hanno risorse a cui attingere (non da ultima, l’esperienza di crisi precedenti).
Macro trend
L’osservatorio di Silver Travel Advisor fotografa il sentiment di questi viaggiatori, la loro evoluzione, le loro preoccupazioni e priorità. Benché riferito al mercato UK, in realtà la sesta edizione dell’analisi annuale pubblicata nel 2021 e lo snapshot dei primi mesi del 2022 offrono preziosi insight con linee guida applicabili anche ad altri contesti geografici. Le due parti dell’indagine sono state condotte su un campione di 4,181 rispondenti. Le fasce d’età rappresentate sono: 50-60 anni (30%), 60-70 (39%), over 70 (31%). 64% donne e 36% uomini. Il periodo preferito per i prossimi viaggi è: primavera (fino al 31 maggio), 45%; estate (1 giugno- 31 agosto), 27%; autunno (1 settembre – 30 novembre), 19% inverno (1 dicembre – 28 febbraio), 2%; nel 2023, 7%. L’83% dei silver traveller ha pianificato la stessa quantità di giorni o un numero superiore rispetto al periodo pre-pandemia, con il 72% favorevole a viaggi brevi. Il 74% intende fare più di una vacanza nel 2022. Crescono le crociere (+12% rispetto al 2021 e il 63% di chi apprezza è disponibile a riprendere i viaggi attraverso gli oceani) e i tour organizzati (+10%). Gli hotel rimangono la formula privilegiata, seppure in calo rispetto al 2021 (40% versus 32%). E con quale budget si riparte? L’83% prevede di spendere di più o la stessa cifra rispetto al pre-pandemia. Europa (36%) e destinazioni molto remote (30%) sembrano essere le destinazioni in testa.
Il supporto dei professionisti e la comunicazione su Facebook
C’è una forte esigenza di sicurezza e fiducia: solo il 24% intende prenotare un viaggio direttamente con gli hotel e le compagnie aeree, optando per tour operator (dal 30% nel 2021 si è passati al 39% nel 2022) e agenti di viaggio (dal 20% al 37%). E dove ci si informa? Le campagne pubblicitarie sembrano funzionare e, sui social, Facebook ha un ruolo da protagonista.
Priorità quando si prenota
Tra le priorità dei silver in viaggio ci sono la flessibilità e l’opzione di cancellazione, la varietà delle destinazioni proposte, la stabilità finanziaria degli operatori, il prezzo e le rassicurazioni in tema di sicurezza e salute.
Sostenibilità
Seppure non sia la priorità numero uno, il tema della sostenibilità emerge in modo chiaro, con il 46% che sceglie viaggi “responsabili” che non solo non impattano sull’ambiente ma permettono lo sviluppo delle comunità locali.
Cosa cercano i silver in viaggio
Consultando i numerosi blog per i silver traveller, è possibile farsi un’idea di ciò che apprezzano: lo “slow tourism” è il trend che spicca: si viaggia insomma con una maggiore consapevolezza di quello che si visita. Spiccano anche l’apprendimento di nuove abilità e l’ampliamento delle proprie conoscenze, soffermarsi sulle attrazioni più belle e interagire con le persone del posto. E ancora, tour storici, corsi di cucina o lezioni di ballo, senza dimenticare un aspetto chiave: la possibilità di socializzare con altri viaggiatori della stessa fascia d’età.