L’“HR Challenges of International Expansion Global Report” realizzato da The Economist Group, e commissionato da ADP, si basa su un’indagine condotta su scala internazionale su 1.000 dirigenti HR di aziende internazionali in espansione.
L’indagine è stata realizzata nell’ottobre-novembre 2019 in 15 paesi (Italia compresa) e si incentra esclusivamente sulle aziende che stanno attualmente ampliando la loro forza lavoro internazionale (80%) o che lo hanno fatto negli ultimi cinque anni (20%). Un terzo degli intervistati proviene da aziende con più di 5.000 dipendenti. Per garantire una prospettiva di livello senior, la metà degli intervistati ha un ruolo CHRO (chief human resources officer) o posizione equivalente. I restanti sono altri responsabili senior, inclusi vicepresidenti e direttori, in seno alla funzione HR.
Quasi tutte le organizzazioni (93%) affermano che la crescita e la gestione dei propri dipendenti in nuovi paesi limita in qualche modo la loro espansione internazionale. Assumere dipendenti e responsabili specializzati, e rimanere conformi alle normative del lavoro tra giurisdizioni diverse, sono i problemi HR più comuni che le aziende si trovano ad affrontare.
Commentando i risultati, Nicola Uva – senior director ESI Marketing ADP, dichiara “Nonostante il mondo sia ancora più connesso, la ricerca di The Economist e ADP, mostra come le aziende stiano lottando per gestire i propri dipendenti a livello globale. L’incapacità di gestire efficacemente una forza lavoro globale può ostacolare l’ambizione delle imprese nell’espansione internazionale e può paralizzarne i progressi. La capacità di pianificare, gestire e supervisionare bene una forza lavoro internazionale è qualcosa che può fare la differenza”.
I tre principali ostacoli: reclutamento, conformità legislativa, tecnologia
Secondo la survey, il reclutamento del personale è la maggiore sfida delle risorse umane legata all’espansione: il 46% colloca “l’assunzione di personale/responsabili specializzati” tra i primi tre problemi.
Le difficoltà incontrate durante l’assunzione a livello internazionale vanno dalla selezione delle persone più idonee per gestire l’impegno di espansione e consolidare il proprio brand nella nuova sede, all’identificazione e all’assunzione dei talenti necessari.
Persino con un numero elevato di domande di lavoro, l’assunzione di personale con visione, competenze e capacità di adattamento appropriate può risultare ardua. Questo è particolarmente vero quando si è alla ricerca di competenze tecniche specifiche, dal momento che il ritmo della trasformazione digitale sta divaricando la forbice tra i talenti. Inoltre, i tassi di disoccupazione bassi in alcuni Paesi limitano l’offerta di professionisti qualificati.
Dopo il reclutamento, i responsabili HR collocano la conformità alle leggi e alle usanze di lavoro (43%) al secondo posto tra le difficoltà più comuni. Come rivela l’indagine “i problemi normativi legati all’assunzione, la retribuzione e la gestione di dipendenti internazionali diventano sempre più complessi”.
In terza posizione nella classifica delle tre maggiori sfide, secondo il 41% degli intervistati, troviamo “l’integrazione di diversi processi/sistemi e dati delle risorse umane”. Molte aziende hanno risolto con successo questo problema grazie alla tecnologia: il 43% degli intervistati afferma che l’integrazione del processo globale delle risorse umane è la funzione che è stata migliorata più di altre tramite l’uso della tecnologia.
Prosegue Nicola Uva: “L’adozione di strumenti tecnologici che aiutano a semplificare, automatizzare i processi delle risorse umane e raccogliere i dati dei dipendenti, può semplificare alcune delle sfide della crescita internazionale, fornendo informazioni sulla forza lavoro e offrendo una visione particolare in più paesi. Se sono disponibili la tecnologia e il software giusti, l’espansione può diventare molto più semplice da gestire, lasciando alle aziende i vantaggi di operare a livello internazionale “.