Manageritalia vuole parlare dei vari comparti e territori del turismo italiano con una serie di interviste a manager di aziende e organizzazioni dell’intero settore (alberghi, cultura, leisure, agenzie viaggi ecc.) per cogliere le azioni in atto per la ripresa. Una ripresa che ci vedrà tutti protagonisti, come operatori o come turisti. Intervistiamo oggi Carmelo Cannizzaro, general manager GH Villa Politi Siracusa.
Quanto ha pesato la crisi in atto sulla sua azienda/organizzazione e, in generale, sul turismo del territorio siciliano?
«Un impatto improvviso e devastante, purtroppo ancora duraturo, che ha quasi congelato tutto e tutti come in un incantesimo».
Come avete fatto fronte sino ad oggi alla crisi?
«Ricorrendo agli ammortizzatori sociali e cercando di restare “lucidi”, assumendo come dei nuovi barbapapà la forma più adatta al momento contingente, senza mai chiudere le porte del nostro hotel».
Oltre le singole aziende, l’ecosistema del turismo in Sicilia come ha reagito in questo duro frangente? Si poteva fare meglio e di più?
«Si poteva fare prima della pandemia ma non si è fatto: oggi la mancanza di un vero coordinamento e sinergia tra istituzioni pubbliche e il privato, l’assoluta disattenzione verso i sistemi turistici locali (art. 5 L. 135/2001) chiude all’imprenditore le porte ai finanziamenti e agli altri benefici previsti dalla legge».
Quali le prospettive per il prossimo futuro?
«Riscrivere nuove regole non sarà semplice e sino almeno al 2023 si viaggerà a vista in un mare infestato di pirati».
La pandemia e la conseguente crisi hanno innescato dei cambiamenti irreversibili per il settore turismo? Quali?
«Ognuno oggi propina la sua verità, per primi i revenue manager, che vendono la loro formula promettendo terna e quaterna sicura a proprietari spesso disorientati e a “capitani” a volte impreparati».
Avete in atto di cambiare qualcosa nel modello di business e nelle strategie per cogliere al meglio la ripresa e come?
«Le banche per prime considerano oggi il settore turistico, e dell’ospitalità in particolare, pericolosissimo, chiudendo i rubinetti a imprenditori che avrebbero potuto trasformare questa minaccia esterna in occasione per “cambiare pelle” e dare lustro e nuova condizione alla struttura stessa».
La Sicilia come si sta preparando alla ripresa?
«Occorre una vision assoluta dei manager d’impresa, la preparazione e il coinvolgimento delle nostre risorse umane deve essere una priorità: in questa guerra la distruzione vera l’ha subita il nostro capitale umano. L’access dovrà essere il punto chiave di sviluppo della nostra terra di Sicilia: meno ponte/più strade».
E la vostra azienda, in particolare?
«Il GH Villa Politi 1862, nonostante lo stop, continuerà a investire sulla struttura, proponendosi tra qualche anno come il più grande 5 stelle L della città di Siracusa, rispondendo così alle nuove esigenze del mercato del lusso».
Come vi aspettate che sia la domanda, i clienti… nell’immediato e nel prossimo futuro?
«Oggi: a noi manager come compositori spetta creare armonia nelle nostre case, e se l’ospite è la nota nel nostro pentagramma, avremo, ahimè, molte note stonate. Domani: il viaggio sarà inteso sempre più come un’esperienza unica e privilegiata in cui noi offriremo un prodotto di qualità e un servizio in cui la risorsa umana dia valore e preziosità».
Sostenibilità, digitalizzazione, ecc. sono opportunità e come?
«La salvaguardia del nostro territorio come priorità assoluta, essendo questo il bene più prezioso su cui investire e giocare la nostra esistenza. L’uso sapiente della tecnologia senza l’autismo tecnologico non ci farà scordare il valore di un sorriso».
Insomma, come si immagina il turismo in Sicilia e per l’Italia tutta da qui a cinque anni?
«Tra realtà e immaginazione: fatica nel gestire i flussi turisti e migratori e l’attuazione della legge Quadro 135/2001 con la cessazione dei localismi e una piena sinergia tra pubblico e privato vedrà l’Italia come un immenso hotel di lusso!».