Volevi fare un libro sulla comunicazione interna e sulle persone, poi è arrivato il covid-19 e hai cambiato tutto?
«È cambiato il mondo e così, pronto per essere stampato, ho riscritto completamente “Tempo di IoP: Intranet of People”. Ho fatto come facevo quando lavoravo nelle redazioni: il giornale non si chiude fino al momento in cui non si va in “stampa”. Il 9 maggio è uscito l’ebook, in vendita sul sito della casa editrice Flaccovio, il 14 maggio sarà disponibile anche su Amazon. Il libro, in formato cartaceo, sarà nelle librerie a partire dal 28 maggio».
È da una vita che diciamo che dobbiamo mettere le persone al centro, ma poi non lo abbiamo mai davvero fatto sino in fondo. Vuoi dire che dopo averle confinate lo faremo davvero?
«Voglio augurarmi che sia nato un nuovo mondo, fatto di relazioni fattive e virtuose. La crisi economica e finanziaria, che abbiamo di fronte, non lascia spazio ad altre interpretazioni: o ci uniamo per il bene comune o ci uniamo per il bene comune. Non vedo altra possibilità. Vale per i manager in azienda così come per tutti i collaboratori. Solo uniti potremo vincere questa battaglia durissima, che è all’orizzonte. Sotto questo aspetto, con altri professionisti, ho sentito il dovere di andare online, lo scorso 8 maggio, con il nuovo portale rassegnalavoro, così da contribuire a far circolare le idee tra gli HR manager e non solo».
Quindi ripartiamo più distanti fisicamente, anche per chi è in ufficio, ma ci avviciniamo grazie alla tecnologia?
«La tecnologia ci avvicina, ma l’Italia per troppo tempo ne ha preso le distanze. Il coronavirus ha accelerato il processo di digitalizzazione. Pensiamo alla formazione a distanza e allo smart working, così come a tutte le piattaforme che permettono di fare meeting online. Di tutte queste opportunità parla “Tempo di IoP: Intranet of People”».
Partiamo dalla comunicazione aziendale che per te è la Intranet of People, cioè quella interna? Cui prodest?
«Giova a tutti. Per ripartire occorre ricreare e rafforzare, attraverso la comunicazione interna, quel sentire comune che fa di un’azienda un organismo coeso. Come scrivo nella premessa di “Tempo di IoP: Intranet of People”, la comunicazione esterna resta importante quanto quella interna. La prima non sostituisce la seconda e viceversa. Quella interna, tuttavia, è un trampolino di lancio per la prima, perché tanto più le persone sono consapevoli degli obiettivi e degli interessi professionali tanto più la comunicazione rivolta verso l’esterno può contare sull’unione dei collaboratori. Prima di parlare all’esterno, occorre sviluppare il dialogo in “famiglia».
Parli anche di unità per il bene comune… un’utopia realizzabile olivettianamente parlando?
«Sono un cronista, parto dai fatti. Ne cito uno per tutti, di cui parlo in “Tempo di IoP: Intranet of People”: il 23 marzo 2020 Confartigianato Imprese Bergamo, a firma del presidente Giacinto Giambellini, invia un’email a tutti gli associati. Questo l’oggetto della comunicazione: “Richiesta personale a titolo volontario per operazione allestimento ospedale da campo ANA” Così si legge nel corpo dell’email: “Vi chiedo di dare una mano, partecipando col vostro lavoro a titolo volontario, per operazione umanitaria alla realizzazione dell’ospedale da campo di Bergamo”. Un’ora dopo, alle 17:30, rispondono all’appello in 20, presentandosi alla fiera di via Lunga. Il giorno dopo arrivano in centinaia e centinaia. Cartongessisti, montatori e sigillatori, in totale 300, lavorano giorno e notte: il 2 aprile l’ospedale da campo di Bergamo viene inaugurato e il 7 aprile sono ricoverati i primi pazienti. Tiro le somme: tutto, grazie anche all’uso della comunicazione interna alla nostra azienda o istituzione, è possibile».
Dici che la comunicazione efficace presuppone un dialogo aperto. Ci riusciremo davvero e come?
«Il presente della comunicazione ha un cuore antico, anzi antichissimo. Per rintracciarne le radici filosofiche dobbiamo rivolgere il nostro sguardo al passato, all’Atene del IV secolo a.C. Fu allora che Platone sposò, nei suoi 34 dialoghi, il metodo del confronto. Il filosofo, allievo di Socrate, scelse la forma della conversazione per esporre il suo pensiero: era convinto che la conoscenza potesse essere raggiunta solo così. Lo fece dire con chiarezza allo stesso Socrate quando, a colloquio con il maestro di eloquenza Gorgia di Leontini, sentenziò: “Che tipo di uomo sono io? Io sono di quelli che si lasciano confutare volentieri quando dicono una cosa non vera e volentieri a loro volta confutano se qualcun altro non dice la verità, ma che peraltro amano essere contestati non meno di quanto provano piacere nel contestare gli altri”. Nulla di più moderno: volere di dialogare è potere».
E la formazione in tutto questo che ruolo ha?
«Chi si forma non si ferma. Oggi possiamo farlo, manager e non manager, online con tantissimi corsi messi a disposizione. Ed è possibile farlo anche tramite LinkedIn: da anni, personalmente, curo ogni giorno la “Rassegna del cambiamento”, segnalando dove possiamo andare a imparare. Invito tutto a seguire il mio profilo filippopoletti per scambiarci spunti e riflessioni».
Uno dei capitoli si intitola benessere con soldi, servizi e smartworking. Ma questo non è il caro e vecchio welfare contrattuale e aziendale che passa anche per lo smartworking… ?
«Lo smart working è una nuova forma di benessere. Anzi, è un’opportunità imprescindibile, ai tempi del coronavirus, per poter continuare a lavorare, salvaguardando la nostra salute».
Parli anche di sostenibilità per un nuovo mondo. Cioè?
«L’economia circolare non è finita con il coronavirus. Dobbiamo riprenderla e svilupparla. Di questo parlo in “Tempo di IoP: Intranet of People”, presentando tante esperienze in atto nelle imprese italiane».
Ma in tutto questo il racconto, il famoso storytelling che senso ha?
«Ero e resto un lettore di Omero: cos’altro appassiona se non un racconto di persone e sulle persone?. Oggi si parla di storytelling, io lo chiamo racconto. Sic et simpliciter».
Insomma, qui stiamo parlando di un’experience vera e propria?
«Rileggiamo Leonardo da Vinci: “La sapienza è figliola della sperienza”».
Certo che vivere in un’organizzazione così è bello?
«Il bello è bene, non ci hanno insegnato così tanti filosofi?».
Ma si lavora anche?
«Manager e collaboratori a proprio agio, manager e collaboratori più motivati: formula semplice, no?».
Nel tuo libro ospiti anche qualche testimonial, qualcuno che quel pezzo del mosaico lo ha già fatto lo sta facendo. Un modo per convincere i più scettici?
«Ho studiato musica classica: mi appassionano il repertorio da camera, quello sinfonico e quello corale. Sono un follower delle opere collettive».
Tu dici che ce la faremo e che così facendo riusciamo anche a uscire da questa crisi e a crescere in tutti i sensi e su tutti i fronti?
«Rispondo citando Seneca: “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza”».
TEMPO DI IOP. INTRANET OF PEOPLE. DI FILIPPO POLETTI (DARIO FLACCOVIO EDITORE)
Per ripartire ai tempi del coronavirus occorre mettere al centro le persone. È “tempo di IoP”, di “persone”. È questa la chiave di lettura proposta nel libro “Tempo di Iop. Intranet of people” (Dario Flaccovio Editore) scritto dal giornalista Filippo Poletti: disponibile come ebook dal 9 maggio 2020, sarà presente in formato cartaceo nelle librerie dal 28 maggio.
«Il nuovo coronavirus covid-19 – scrive Poletti – ha imposto il distanziamento fisico. Improvvisamente, nel mondo del lavoro, i professionisti si sono trovati da soli, lontani dai colleghi e dalla routine. Per questa ragione occorre ricreare e rafforzare quel comune sentire che fa di un’azienda un organismo coeso».
Pubblicato nel 50esimo anniversario dello Statuto dei lavoratori (maggio 1970), il volume propone, alla fine di ciascuno dei 10 capitoli, un’intervista fatta a professionisti della comunicazione, imprenditori, consulenti aziendali e docenti. Tra questi Gianluca Preziosa, direttore generale di Siare Engineering, l’azienda di Crespellano-Valsamoggia incaricata all’inizio del mese di marzo dalla Protezione Civile di fabbricare 2.350 respiratori polmonari, destinati a curare i malati di coronavirus negli ospedali italiani.
«Mai come oggi, in un momento di grandissima difficoltà, i nostri sforzi devono essere indirizzati a sviluppare la comunicazione interna nel nostro posto di lavoro, condividendo le ragioni di ciò facciamo e le sfide da compiere. – conclude Poletti –. Lo possiamo fare usando la intranet per promuovere l’unità per il bene comune, il dialogo aperto, la formazione per la crescita continua, il benessere e la sostenibilità. Dopo tanti anni in cui il dibattito nel mondo delle telecomunicazioni si è concentrato sull’IoT o Intranet of Things è giunto il momento di dedicare la nostra attenzione all’IoP o all’Intranet of People».