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Innovazione, creatività e produttività: le sfide della rivoluzione tecnologica secondo Hila Lifshitz-Assaf, speaker al prossimo World Business Forum Milano 2024

Qual è il rapporto tra intelligenza artificiale e innovazione e in che modo questa tecnologia ridisegnerà i processi creativi? Hila Lifshitz Assaf, professor of Management alla Warwick business school di Tel Aviv, dove è a capo dell’Artificial Intelligence Network, ha realizzato insieme al Boston consulting group uno studio dal titolo Navigating the jagged technological frontier: field experimental evidence of the effects of AI on knowledge worker productivity & quality (Navigare nella frastagliata frontiera tecnologica: prove sperimentali sul campo degli effetti dell’intelligenza artificiale sulla produttività e la qualità dei lavoratori della conoscenza). La ricerca ha rivelato che le prestazioni migliorano quando si utilizza l’IA per svolgere compiti creativi. Questo suggerisce che l’intelligenza artificiale generativa può far lavorare meglio e più velocemente le persone, soprattutto quelle che hanno prestazioni inferiori. In pratica, ciò si traduce in risultati migliori e consente ai lavoratori più qualificati di avere più tempo per svolgere compiti diversi e più complessi. Allo stesso tempo, tuttavia, per quanto riguarda i compiti analitici lo studio ha osservato un peggioramento dell’accuratezza dei risultati nei soggetti che hanno utilizzato l’IA. Una delle spiegazioni trovate dagli esperti è che l’IA generativa è molto persuasiva nelle sue risposte, il che può rendere difficile per gli utenti mettere in discussione i risultati e portare a un’eccessiva fiducia.

Una sfida per i leader
In sintesi, la ricerca rivela che l’IA generativa può omogeneizzare i risultati, inducendo le persone ad avere idee simili e riducendo così la diversità cognitiva, un’abilità critica per le organizzazioni. Tuttavia, lo studio suggerisce anche che se tutti hanno accesso alle idee, l’innovazione radicale può rappresentare un vantaggio competitivo ancora maggiore per le aziende.
I leader devono dunque ridefinire il modo in cui si approcciano e pensano all’utilizzo dell’IA. Alcune pratiche utili includono la sperimentazione costante, l’utilizzo di vari strumenti in diverse fasi del processo e la determinazione di quali membri del team li utilizzano e quali no. Prima di integrare l’IA nei processi di innovazione, è fondamentale chiarire come, quando e perché utilizzarla.

Come, quando e perché ricorrere all’IA
Ma allora, come si usa l’intelligenza artificiale? È fondamentale mettere in discussione ogni risposta generata dall’IA, sperimentare ciò che è in grado di fornire ed esplorare come interagire con essa per ottenere i migliori risultati. Ad esempio, può essere utile chiedere di rispondere “come consulente esperto”.
Quando si usa l’intelligenza artificiale? È importante controllare quando utilizzarla. Ad esempio, bisognerebbe stabilire se viene utilizzata solo nel processo di brainstorming, per un certo periodo di tempo o per compiti selezionati. Perché si usa l’intelligenza artificiale? L’IA può aumentare la velocità dei team, ma con risultati peggiori. Occorre essere prudenti quando la si utilizza e comprendere le ragioni che la giustificano in ogni caso.

Se Archimede avesse usato Google
L’intelligenza artificiale può favorire l’innovazione? È la domanda principale a cui Lifshitz-Assaf risponde nel secondo studio, intitolato Would Archimedes shout ‘Eureka’ if he had Google? (Archimede griderebbe “Eureka” se avesse Google?). In questa ricerca viene analizzato l’impatto degli algoritmi di ricerca sulla creatività. Dai risultati emerge che gli individui che hanno usato solo Google sono stati meno creativi di quelli che hanno usato Google XYZ, una versione modificata del suo algoritmo.
La ricerca conclude che la diversità delle idee può essere migliorata attraverso l’uso di algoritmi specializzati. In questo contesto, è utile per i team diversificare i quesiti e non accontentarsi dei primi risultati. Per le aziende, ciò significa garantire che l’IA sia progettata per innovare. In caso contrario, è possibile e ragionevole adattare la tecnologia a questo scopo.
Inoltre, in un ecosistema aziendale sempre più guidato da questa tecnologia, è necessario promuovere una cultura dell’innovazione che utilizzi l’IA come fattore abilitante piuttosto che come sostituto. A questo proposito, occorre evitare di delegare compiti come la creatività e concentrarsi sulla creazione di team di “centauri” (che utilizzano l’IA in base al compito) e “cyborg” (che lavorano in collaborazione con l’IA). In definitiva, le organizzazioni di oggi devono sperimentare questa tecnologia e capire quando, come e perché applicarla per ottenere un vantaggio competitivo.

Hila Lifshitz-Assaf

 

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