Nel business ci vuole coraggio: intervista a Roberto D’Incau

Crisi internazionale, mercati altalentanti, consumi in calo, dazi, muri, insicurezza: fare business oggi richiede a imprenditori, manager, giovani e startupper competenza, dedizione, flessibilità ma anche e soprattutto una grandissima dose di coraggio. Così come richiede coraggio cambiare il proprio percorso di carriera, sia per scelta che per necessità. Su questi temi si è svolto lo scorso 10 aprile il secondo appuntamento #Aliulm | Open Talks organizzato insieme a Manageritalia Milano.

Roberto D’Incau, headhunter e coach presso Lang&Partners, è stato uno dei relatori. Gli abbiamo posto quattro domande.

Cosa vuol dire oggi avere coraggio nel business?
Significa, in grande sintesi, quattro cose: non avere paura di essere giudicati per le proprie scelte; sapersi confrontare con l’incertezza; essere democratici nelle decisioni ma al tempo stesso, quando serve, essere decisionisti; infine, avere coraggio nella scelta delle risorse, delle persone con cui fare team.

Il coraggio di rischiare implica quello di sbagliare. Come lo si sviluppa e gestisce?
La paura di sbagliare è paralizzante, oggi più che mai, in un momento in cui la rete amplifica e globalizza le cose. Proprio per questo saper decidere, anche sbagliando a volte, e avere la capacità di prendere velocemente dei correttivi, se necessario, sono fondamentali.

In una fase in cui l’individualismo non paga più, quanto conta la capacità dei manager di valorizzare i talenti e fare squadra nelle organizzazioni, oggi sempre meno gerarchiche?
Conta moltissimo, oggi il successo di un’organizzazione non è mai il risultato solo del lavoro di chi sta al vertice, per quanto possa essere geniale, ma sempre del team. Un capo deve avere, soprattutto, la capacità di sapere ispirare il proprio team e di guidarlo verso obiettivi condivisi.

Il mondo del lavoro è in costante evoluzione e richiede scelte repentine e a volte impopolari: occorre essere un po’ “folli”? L’eccesso di razionalità uccide i cambiamenti?
Assolutamente sì, le scelte di successo quasi mai sono scelte solo razionali: la capacità di fare scelte “out of the box”, anche istintuali, è davvero importante.

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