Come nasce la Scuola del Fallimento?
Il tutto nasce da una serie di miei fallimenti, come possono capitare a chiunque, sia in ambito lavorativo che personali. Almeno erano ‘fallimenti’ che consideravo tali inizialmente, anche se ho sempre cercato di trovare aspetti positivi in questi accadimenti della mia vita.
Perché questo progetto?
Fra vari cambiamenti lavorativi e professionali e la perdita di mio padre, ho cominciato a studiare cosa si possa apprendere dagli errori o da valutazioni errate. Una serie di studi e di approfondimenti mi hanno aiutata a sviluppare l’idea della Scuola di Fallimento. Così nel 2017 questo metodo che mi ha aiutata nel comprendere e valutare nel modo corretto alcuni miei errori ho deciso di impiegarlo per aiutare le persone a valutare i propri errori e trarne beneficio.
Venendo dal mondo della formazione e non amando l’insegnamento frontale, so che si apprende per osservazione degli errori altrui oppure per auto-osservazione. Si apprende meglio quando sei immerso nel problema. Il metodo più proficuo per insegnare il fallimento o la gestione di questo è attraverso un rapporto attivo con chi apprende. Così ho deciso di avviare della formazione basata sulla stimolazione. Gli strumenti che impiego per insegnare il fallimento sono il gioco o l’infogame. Da qui sono nati dei corsi che svolgono in tutta Italia, in contesti molto diversi: nelle scuole, in azienda, con startup o con enti come Confindustria ad esempio.
Quali sono gli errori tipo che si commettono?
Gli errori possono essere tanti, come riguardano veramente tutti. Io lavoro con due tipologie di errori principali: gli errori nei sistemi complessi e i bias cognitivi, quindi gli errori sistematici.
Come si svolge l’attività formativa?
Inizialmente intervisto chi partecipa all’attività formativa, somministro dei questionari, cerchiamo di capire qual è la percezione dell’errore, si lavora molto sulla sfera razionale o sulla parte emotiva e poi si vanno a considerare gli errori che sono più rilevanti. Non potremmo ovviamente operare su tutti gli errori poiché sono tantissimi e di diversa tipologia.
Quanto pesa la parola fallimento nella nostra vita?
Il termine pesa molto nella nostra vita, ma l’importante è guardare alle sventure sotto un altro punto di vista. Nel libro c’è un capitolo dedicato a “L’elogio del fallimento”, dove questo deve essere visto come un qualcosa che ti offre indicazioni su ciò che non ha funzionato nella tua vita, nel business e dunque qual è la strada giusta da percorrere. Il fallimento rappresenta la pienezza: dove ho commesso un errore, ho anche le indicazioni verso il successo o verso ciò che funzionerà. Così il fallimento e il successo sono due facce della stessa medaglia. Io combatto una battaglia culturale sulla parola “fallimento”, come sulla parola “sfiga”, che sovente ci fanno apparire gli eventi solo come negativi. In realtà questi termini portano un’apparente negatività solo per un motivo culturale. Il problema non è solo l’enunciazione del termine con valenza negativa, ma soprattutto il blocco di non saper raccontare il fallimento, quindi aprirsi agli altri e riconsiderarlo sotto altri punti di vista.
Un fallimento è sempre quello che appare?
In un capitolo del libro che si chiama “Forse sì forse no” faccio cenno a una storia orientale dove una storia apparentemente positiva ne genera una negativa. Spesso succede nella vita di trascorrere vari momenti duri e apparentemente fallimentari. Ma spesso periodi di crisi, alcuni come miei, mi hanno consentito di crescere e di vedere tutte le opportunità e le lezioni che ho appreso. Tante volte, anche dopo grandi cadute, ci sono anche grandi risalite verso il successo e verso la strada giusta.
Progetti per il futuro?
Ho una vita ricca di stimoli e di progetti: sto pensando se portare il mio libro e il mio progetto all’interno di un progetto teatrale, e l’idea di creare una scuola vera e propria a Milano dedicata “all’arte del fallimento”. La scuola avrà caratteristiche particolari… ma non voglio anticipare troppo. I corsi si baseranno sul problem finding e sul problem solving.