Manager in tempi di emergenza: Laura Giorgi

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus. Laura Giorgi è direttore generale e vicepresidente di Metal Center e associata Manageritalia Trentino Alto Adige e ci racconta la sua esperienza.

Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza coronavirus in Metal Center?
«Metal Center ha immediatamente provveduto a istruire il personale e ha implementato giorno dopo giorno le istruzioni governative per la gestione pratica del lavoro. Dalla comunicazione dell’emergenza fino al 18 marzo abbiamo lavorato rispettando le regole igieniche e abbiamo imposto una condotta ferrea che ha negato, in alcuni casi, addirittura l’entrata a chi non aveva le protezioni adeguate. Abbiamo immediatamente sostituito appuntamenti e riunioni con telefonate e videochiamate».

Cosa avete fatto per garantire salute e sicurezza a personale, clienti e partner?
«Abbiamo imposto da subito le nuove regole igieniche che prevedevano la distanza tra le persone, l’utilizzo di mascherina, disinfettanti e guanti».

Come è la situazione a oggi in azienda?
«Siamo chiusi dal 19 marzo e stiamo valutando giorno dopo giorno l’evolversi della situazione per capire quando e in che modo si potrà riprendere il lavoro. La cosa che ci mette maggiormente in ansia è la mancanza di indicazioni definitive da parte delle istituzioni, nonché la difficoltà di reperimento dei dispositivi di sicurezza, senza i quali non si può ipotizzare di lavorare».

Qual è il ruolo di un manager in questi frangenti?
«Sono convinta che in questi momenti, più che mai, un dirigente debba essere fermo e determinato per imporre una condotta diligente per salvaguardare il suo staff prima, e pianificare azioni realizzabili per la tutela della continuità dell’attività aziendale dopo».

Nonostante la difficoltà dell’emergenza in atto, riesce a vedere opportunità da cogliere per il vostro business in ottica futura?
«Sì, la nostra attività si presta per la realizzazione di particolari e profilati che sono necessari nella costruzione di attrezzature utili in questo tipo di emergenze. La nostra prerogativa aziendale è proprio quella di trovare nuove soluzioni la cui applicazione può spaziare nei settori più disparati, dall’illuminazione alla meccanica, dall’edilizia ai sistemi strutturali. Da tempo stiamo investendo per la realizzazione di nuovi sistemi che possano essere polivalenti».

Cosa chiedono le aziende del suo settore al Governo?
«Servono indicazioni ben specifiche, studiate da professionisti che permettano alle aziende di continuare a lavorare. Questo implica che lo Stato dovrebbe muoversi per fornire anche alle imprese, oltre che al personale sanitario, le adeguate protezioni antinfortunistiche. Purtroppo siamo molto lontani da ciò, perfino i sanitari non ne hanno, e questo è tragico. Il punto sarebbe “dateci gli strumenti e noi pensiamo a risollevare l’Italia”».

Che ruolo hanno in questo momento le associazioni di categoria?

«Il loro ruolo è fondamentale per mediare e comprendere le direttive del Governo, devono fornire gli strumenti pratici per permettere alle aziende di riprendere la loro operatività quanto prima».

In particolare come manager cosa si aspetta da Manageritalia?
«Formazione, condivisione di best practice per gestire il ritorno alla normalità e per la ripresa. Soprattutto condivisione con altri manager dei cambiamenti necessari per lo sviluppo in tema di cambiamento di filiere, modelli di business, modelli organizzativi e di smart working, politiche commerciali e di marketing, innovazione in particolare digitale. Noi manager abbiamo oggi sempre più bisogno di uno stimolante e produttivo scambio e condivisione a livello culturale, strategico e operativo».

Arriverà il momento di ricostruire: da dove ripartiremo e come?
«La necessità delle aziende è quella di togliere burocrazia, invece, soprattutto negli ultimi anni, tutto è in aumento esponenziale. Non parliamo di tasse… Ormai tutti siamo estremamente preoccupati, il problema è che paghiamo tanto, ma ci demoralizza come vengano sciupate le risorse che le aziende versano. E pare non ci sia via d’uscita, servirebbe un reset in questo senso».

Intanto cosa si può fare per prepararci al meglio e limitare i danni?
«Come sempre stringere i denti ed essere pronti a ripartire, utilizzando questo momento di pausa per valutare nuovi progetti, potenziando ciò che ci ha trovati impreparati in questa emergenza, ognuno per la sua parte di competenza».

L’Italia riuscirà a sfruttare gli investimenti per la ripresa per colmare il gap che ha in termini di trasformazione digitale con i principali competitor?
«Credo di sì, credo nella nostra capacità di risollevarci. Non dimentichiamo che siamo gli eredi di grandi personaggi che hanno fatto le maggiori invenzioni e opere d’arte in ogni campo e per tutto il mondo. La nostra genialità, sregolatezza, e capacità di trovare soluzioni alternative e fuori dagli schemi, che solo noi italiani abbiamo, ci deve salvare!».

 

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