Manager in tempi di emergenza: Giuseppe Bussetti

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus.

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus. Giuseppe Bussetti è General Manager Grand Hotel Oriente di Napoli e associato Manageritalia Campania: ci racconta la sua esperienza. 

Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza coronavirus nel vostro hotel albergo e più in generale negli hotel di Napoli?
«La gravità e le contromisure da attuare in Italia non sono state repentine sin da subito, tanto da prendere decisioni e rivederle più volte a seconda delle disposizioni date nelle ordinanze. Abbiamo affrontato una situazione inaspettata che non ha precedenti. Il Grand Hotel Oriente è chiuso al pubblico dal 19 marzo, abbiamo comunque un presidio e continuiamo a essere operativi. Per il personale abbiamo usufruito del fondo integrazione salariale (FIS) per 9 settimane».

Che ipotesi fate per la ripresa?
«Sì, purtroppo è tutto fermo e la nostra attività si sta concentrando sulla gestione delle cancellazioni e delle richieste di rimborso. Le previsioni che si possono fare oggi hanno un margine di errore molto elevato, non sappiamo quando questa pandemia avrà termine, ottimisticamente potremo sperare in una ripresa dell’attività a regime a partire da settembre 2020, ma come ho già detto tutto dipenderà dal tempo che ci vorrà per rientrare dall’emergenza».

Qual è il ruolo di un manager in questi frangenti?
«Il ruolo del manager è quello di capire, attraverso un’analisi aziendale, come e fino a quando potrà affrontare questa situazione senza rischiare il futuro dell’azienda stessa. Ha inoltre il dovere di trasmettere un messaggio di positività ai propri collaboratori che, a giusta ragione, sono molto preoccupati per il futuro».

Come pensate di gestire l’immediato e il futuro?
«Questa è una domanda per la quale non ho una risposta, dipenderà molto anche da cosa farà il Governo».

Cosa chiedono le aziende del vostro settore al Governo?
«Al Governo si chiede di intervenire in maniera decisa, mettendo a disposizione gli aiuti e le risorse necessarie: quelle fin qui stanziate devono essere solo il primo passo al quale ne dovranno seguire molti altri».

Che ruolo hanno in questo momento le associazioni di categoria?
«Le associazioni di categoria devono essere il punto di riferimento e devono supportarci nella gestione di questa emergenza».

In particolare come manager cosa si aspetta da Manageritalia?
«Dal momento in cui mi sono inscritto a Manageritalia ho subito avvertito la professionalità e l’autorevolezza dell’associazione e sono certo che si sta già adoperando per far fronte all’emergenze post-epidemia. Sarà importante, nella fase attuale, fornire assistenza e chiarimenti sui vari decreti ministeriali e successivamente dare assistenza sindacale».

Arriverà il momento di ricostruire: da dove ripartiremo e come?
«In realtà non ci siamo fermati, abbiamo solo modificato i tempi e i modi a cui eravamo abituati. Sicuramente tutte le strategie e le decisioni per il futuro saranno influenzate da quanto stiamo affrontando oggi, guarderemo avanti con occhi diversi».

Nonostante la difficoltà dell’emergenza in atto, riesce a vedere opportunità da cogliere per il vostro business in ottica futura?
«Il settore del turismo/terziario offrirà ancora grandi opportunità, ma non sarà più, com’è successo nell’ultimo decennio, alla portata di avventori, che hanno visto nella nostra città solo una fonte di guadagno, con scarsa competenza nel settore».

Intanto cosa si può fare per prepararci al meglio e limitare i danni?
«Stiamo cercando di limitare i danni attenendoci a quanto richiesto dallo Stato in termini di sicurezza e prevenzione e, attualmente, visto che non ci sono tempi certi su quando l’emergenza finirà, ci prepariamo al meglio guardando avanti con spirito positivo».

Com’è Napoli oggi?
«Napoli si è rimpossessata dei propri spazi, il problema principale siamo sempre stati noi, i suoi abitanti, che più che viverla l’abbiamo invasa, senza alcun senso civico. La tragedia ha fatto risaltare la sua bellezza, quando percorro i circa due chilometri che dividono la mia abitazione dall’hotel, ho un senso di tristezza ma allo stesso tempo ne apprezzo l’ordine e la pulizia, caratteristiche che non stupirebbero se fosse per noi la normalità».

Anche a Napoli, come ovunque, ci sarà da mettere in campo creatività, competenze e…?
«Come dicevo prima, le competenze e la programmazione saranno essenziali: dove c’è competenza in un ambito si è in grado di affrontare le difficoltà del caso in modo perentorio e professionale, cercando di arginare i danni al meglio. Riguardo alla creatività è una delle doti di cui non siamo sprovvisti».

 

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