Manager in tempi di emergenza: Federico Neeri Finelli

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus.

Prosegue il format di Manageritalia che interroga alcuni manager associati su come stanno vivendo e gestendo l’emergenza coronavirus. Federico Neeri Finelli è Ceo di Cisauto spa a Catania, associato Manageritalia Sicilia e ci racconta la sua esperienza.

Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza Coronavirus in Cisauto?
«Cisauto è la concessionaria Peugeot di Catania. Il recepimento delle direttive sul distanziamento, sullo smart working e poi sulle limitazioni alle attività essenziali è stato immediato. Dal punto di vista gestionale, finché è stato possibile, ci si è innanzitutto concentrati sull’evasione delle pratiche in essere per non arrecare disagi alla nostra clientela e su un check-up completo dell’attività digitale con rimodulamento della nostra presenza digital».

Ora siete chiusi? E il personale?
«La nostra attività si divide in tre reparti: vendita auto, riparazione e vendita di ricambi (sostanzialmente asservita alla riparazione). La vendita ha chiuso il giorno 13 marzo mentre, con un grosso sforzo di spirito di servizio, si è deciso di mantenere il servizio di riparazione aperto seppur a regime ridotto di personale e di orari. La nostra attività è fondamentale nelle “retrovie” per garantire la mobilità alle categorie cruciali come gli operatori sanitari e gli addetti alla filiera alimentare (non dimentichiamoci che un’autoambulanza motoristicamente è un furgone a tutti gli effetti). Il nostro non è un calcolo economico, perché in questo momento sarebbe molto più conveniente chiudere del tutto, affidarsi alla cassa integrazione e non esporre il nostro personale a rischi, ma riteniamo, appunto, che il nostro sia un servizio para-essenziale. Il personale è quindi in larga parte fermo e sono stati attivati da subito l’assegno ordinario a carico del Fondo d’integrazione salariale per il personale del commercio e la Cigo per i metalmeccanici».

Che ipotesi avete per la ripresa?
«Sono convinto che la riapertura tecnico-burocratica alla riparazione non d’urgenza e alla vendita siano dietro l’angolo con fine aprile. La questione della ripresa è invece molto più complessa e imprevedibile. Gli studi di settore ipotizzano più scenari, ma anche il best case rischia di risultare pesantissimo. L’acquisto di un’auto è uno di quelli più onerosi e importanti nella vita di una famiglia e risente pesantemente della situazione economica e del clima di fiducia a medio termine».

Qual è il ruolo di un manager in questi frangenti?
«Il manager deve sentire su di sé la responsabilità della sicurezza di tutti i propri lavoratori, economicamente, a livello sanitario, ma anche, in parte, a livello emotivo. È necessario, come sempre, pensare alla sopravvivenza dell’azienda, al mantenimento dei posti di lavoro, ma anche a tenere i fili della squadra prima che si sfilaccino».

Se non si sblocca qualcosa in fretta come pensate di gestire l’immediato e il futuro?
«Una concessionaria, in quanto mandataria di un marchio, ha un referente importante che è il brand. Psa, il gruppo che riunisce Peugeot, Citroen, Opel e DS è tra i brand virtuosi che hanno deciso di applicare una sospensione totale dei pagamenti sino al 30 settembre, nonché tutta un’altra serie di misure minori per alleviare lo stress finanziario che nella nostra attività è normalmente elevatissimo».

Cosa chiedono le aziende del vostro settore al Governo?
«Come dicevo, l’elemento di fiducia è cruciale per la filiera automotive che, giova ricordarlo, pesa ben per il 10% del Pil. Per ripartire e bilanciare il calo di fiducia, tramite la nostra associazione di categoria Federauto di concerto con l’Unrae che rappresenta i costruttori, stiamo chiedendo un allargamento delle categorie di vetture virtuose che possano godere di ecoincentivo, nonché un allineamento della fiscalità delle auto aziendali rispetto a quanto in vigore negli altri paesi (aumento dei costi deducibili a 50mila euro, aumento al 100% della quota ammortizzabile e della detraibilità dell’Iva

In particolare come manager cosa si aspetta da Manageritalia?
«Il ruolo centrale di Manageritalia come punto di contatto fra i manager che talvolta nelle pmi mancano del confronto tra peers: deve riuscire a fare circolare gli spunti di riflessione. Altresì deve vigilare che la nostra categoria, da sempre considerata privilegiata e ad oggi non protetta particolarmente dalla misure messe in atto dal Governo, non debba scontare pene non proprie e risultare un peso eccessivamente gravoso per le aziende».

Nonostante la difficoltà dell’emergenza in atto, riesce a vedere opportunità da cogliere per il vostro business in ottica futura?
«Il nostro settore era già in profonda trasformazione con una concentrazione degli operatori in atto. Questa emergenza accelererà il processo, perché le sofferenze di alcuni operatori verranno a galla nei prossimi mesi con grosse opportunità di acquisizioni per chi sarà nelle condizioni di coglierle. Questa pandemia, inoltre, sta sicuramente incidendo nella mentalità collettiva. Chi può dovrà prendere spunto da una diversa sensibilità verso concetti come fisicità, distanza, territorialità e autosufficienza».

Intanto cosa si può fare per prepararci al meglio e limitare i danni?
«Il mondo a cui andremo incontro sarà diverso, almeno nel medio periodo e, come dicevo, la mentalità resterà fortemente segnata da quest’esperienza. Il modello di business delle concessionarie che oggi ruotava intorno all’esperienza-cliente non salterà in aria, ma non si potrà pensare di non offrire modelli alternativi. Siamo in condizione di fornire una consulenza completa a distanza e già oggi saremmo tecnicamente in grado di garantire il processo completo dall’acquisto, all’immatricolazione, alla consegna di una vettura senza che il cliente debba muoversi dalla propria casa. A oggi non vi era richiesta, per questo le cose possono cambiare velocemente e dobbiamo farci trovare pronti».

Com’è Catania oggi?
«Non lo so, perché non mi muovo da casa e dall’ufficio. Il Sud è stato fortunato a non essere impattato per primo e ha avuto il tempo di prepararsi e contenere l’epidemia, ma in un territorio che era economicamente non floridissimo e con larghi strati della popolazione in sofferenza già prima, i danni economici saranno quelli che resteranno più impressi. Il motto di questa città, “Melior de cinere surgo”, è quello di una città abituata a doversi risollevare da terribili disastri naturali e questa resilienza è fortemente impressa nella mentalità dei miei concittadini».

 

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