L’impero di Mr. Huawei

Ren Zhengfei, il signore dei telefonini

Uno studio statistico condotto dal Centro Nazionale di Ricerca sull’Imprenditoria dell’Università Tsinghua ha dimostrato che l’età migliore per lanciare una startup è fra i 26 e i 35 anni, mentre i 40 anni segnano il declino dello spirito imprenditoriale.

Nel 1987, il quarantatreenne Ren Zhengfei si congedò dalla sezione di Sichuan dell’Esercito Popolare di Liberazione e passò a lavorare per il Gruppo Shenzhen Nanyou come vice-manager del settore elettronico.

L’onestà aveva aiutato Ren Zhengfei a navigare in 11 anni di vita militare. Il boicottaggio gli insegnò in men che non si dica la natura ambigua del regno del business: fu tratto con l’inganno in un brutto affare e l’azienda si trovò indebitata per oltre due milioni di yuan. A questo punto Ren Zhengfei non ebbe scelta se non ingoiare il rospo e lasciare la Nanyou, stavolta davvero disoccupato.

Poiché le disgrazie non arrivano mai sole, la sua prima moglie lo lasciò subito dopo. Nello stesso periodo, aveva su di sé la responsabilità dei genitori in pensione e dei suoi sei fratelli e sorelle.

Con la resilienza di un soldato, grazie a undici anni di educazione militare, Ren Zhengfei non crollò di fronte a tutte queste sfide. Senza perder tempo a piangere sul fallimento professionale o sul disfacimento di una famiglia, nel 1988 si rimise deciso in affari. Avviò una piccola azienda tecnologica, la Huawei, con un investimento di 20 mila yuan, superando le difficoltà iniziali grazie alla vendita di un centralino fabbricato a Hong Kong. Dopo quindici anni di duro lavoro, nel 2003 Huawei registrava un fatturato annuo di 30 miliardi di dollari e occupava una posizione di forza fra le principali aziende nazionali cinesi.

Ren Zhengfei non aveva dimenticato che agli albori di Huawei i suoi genitori, i suoi parenti e lui stesso vivevano tutti insieme in una casa da dodici metri quadrati, dove il balcone serviva da cucina improvvisata. I suoi genitori andavano al mercato poco prima che chiudesse per comprare verdure e pesce a prezzo ribassato, in quantità sufficienti giusto a sopravvivere.

Le difficoltà pavimentano la strada per la grandezza. Anche dopo aver raggiunto il successo, Ren Zhengfei non ha mai dimenticato la sua giovinezza di povertà e i suoi sei fratelli e sorelle totalmente dipendenti dalle magre risorse dei genitori. La fame era una condizione normale e una pagnotta di farina raffinata era il maggior lusso che potesse desiderare.

Ren Zhengfei non ha mai dimenticato nemmeno i suoi 150.000 impiegati, illuminati da ideali e spirito imprenditoriale. Pensando a loro ha costituito la sua azienda come una sorta di «società di capitali collettiva», in modo da ripartire i dividendi fra tutti.

E nonostante la crisi finanziaria, la bolla delle telecomunicazioni, la pressione dai giganti dell’industria internazionale o l’agguerrita competizione interna, Ren Zhengfei è sempre rimasto saldo al timone della Huawei, il suo bastimento tecnologico privato, superando rapide e tempeste, dritto alla meta.

Nel 2007, con un fatturato annuo di 125,6 miliardi di dollari, Huawei era la quinta compagnia di telecomunicazioni del mondo.

Nel 2010 faceva il suo ingresso nella Lista dei 500 di Fortune, piazzandosi al 29° posto su 397 aziende di telecomunicazioni.

Nel 2011 Ren Zhengfei è entrato per la prima volta nella lista degli uomini più ricchi del mondo stilata da Forbes, con un patrimonio netto stimato attorno a 1,1 miliardi di dollari, piazzandosi al 1.056° posto a livello globale, e al 92° in Cina.

Nel 2012, ancora Fortune lo ha inserito fra i capitani d’industria più influenti in Cina, classifica che l’anno dopo lo vedeva al primo posto.

Nel 2013, Huawei ha raggiunto un fatturato annuo di 2.390.250 miliardi di RMB (renminbi), con un tasso di crescita progressivo dell’85%. L’ingresso di Huawei nell’arena degli smartphone ha segnato un traguardo storico, collocandola fra i primi tre marchi al mondo e aumentando globalmente la sua brand awareness del 110%. In una primavera di riforme e di apertura, i dipendenti Huawei hanno compreso l’importanza di mantenersi lucidi e afferrare ogni opportunità per espandere e rafforzare l’azienda utilizzando strategicamente le aree rurali che circondano le città. Scaltri come ‘Bei’, agivano come lupi. Quando un’opportunità di business si palesava, agivano tempestivamente per vincere, dritti alla meta.

Oggi i prodotti e le soluzioni proposte da Huawei sono ampi e coprono telefonia mobile, reti di base, servizi di telecomunicazione a valore aggiunto, terminali e molto altro ancora.

Huawei ha inaugurato una serie di istituti di ricerca in India, Stati Uniti, Svezia e Russia, oltre che in molte città della Cina, incluse Pechino, Shanghai e Nanchino. Alla fine del 2013 era proprietaria di 36.000 brevetti, stabilendo un record per il maggior numero di richieste di registrazione fra le imprese nazionali cinesi.

Nonostante il suo enorme prestigio, Ren Zhengfei tiene un profilo basso e si è addirittura dimesso dalle cariche di vicepresidente della Federazione cinese per l’Industria e il Commercio e di deputato dell’Assemblea nazionale del Popolo, cariche estremamente ambite dagli imprenditori. Un giornalista cinese una volta ha detto: «è molto più difficile intervistare lui che non Li Ka-shing, il cinese più ricco del mondo».

Nonostante ami stare in disparte, Ren Zhengfei rimane sotto i riflettori. L’interesse per lui e per Huawei non conosce sosta: secondo alcuni è misterioso, altri lo considerano una iena, oppure semplice e rozzo, o ancora virtuoso ed empatico. Per alcuni è un soldato e per altri il suo spirito eroico è bilanciato dal suo cuore tenero. Che siano lodi o ingiurie, Ren Zhengfei le ignora e sceglie di non rispondere, perché per lui il silenzio è la miglior risposta.

Testo tratto da: Li Hongwen, HUAWEI, IL FONDATORE. LA STORIA DI REN ZHENGFEI (Guerini NEXT, 2018) – Traduzione di Laura Berna 

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