Letture per manager: Kin-Hin. Meditare camminando

Non avete tempo per meditare. Sapete che sarebbe utile, lo avete letto ovunque. Articoli e articoli che descrivono i vantaggi di fermarsi a meditare, di praticare la mindfulness.


Però, come riuscire tra mille impegni, l’agenda pieni di incontri con i clienti, meeting organizzati da mesi, presentazioni da fare? Se in più aggiungete anche un pizzico di sano scetticismo verso quella che sembra essere l’ultima parola di moda prodotta dal marketing manageriale, allora il capitolo è chiuso. 

Resta il fatto che la pratica della mindfulness è ormai entrata all’interno della letteratura e quindi perlomeno dovete sapere di cosa si tratta.

Per mindfulness si intende una pratica di meditazione “laica”, senza connotazioni religiose anche se derivante dai precetti del buddhismo. Lo scopo della meditazione mindfulness è riportare l’attenzione del soggetto verso il momento presente, cercando di tralasciare qualunque giudizio, critica o pensiero.  

Consapevolezza e attenzione, queste le parole chiave.

Diversi i benefici derivanti dalla pratica della mindfulness: riduzione dello stress, dell’ansia, miglioramento della concentrazione e della memoria, oltre alla capacità di essere meno aggressivi nel reagire a situazioni critiche. Problematiche queste molto comuni anche tra manager e imprenditori sottoposti a pressioni continue. 


Una soluzione, per avvicinarsi al mondo della meditazione, avendo poco tempo a disposizione, è quella offerta dal libro di Marc Lestal, “Kin-Hin. Meditare camminando. Passo dopo passo raggiungiamo la tranquillità interiore” (Vallardi editori). 


L’autore è consapevole della vostra mancanza di tempo e limitata disponibilità da dedicare alla meditazione. Per questo vi proporrà di meditare mentre state andando da qualche parte, mentre state camminando per raggiungere l’ufficio ad esempio. Perché non trasformare gli spostamenti quotidiani in un momento da dedicare alla ricerca di se stessi?  


Ecco allora spiegarci come sfruttare la camminata per liberare la mente grazie al ritmo regolare dei passi a patto però di staccare la mente e accogliere il momento. Una forma di meditazione orientata all’attenzione verso le diverse espressioni del corpo e della mente (mindfulness o piena consapevolezza per l’appunto). 


Interessante, tra le varie tecniche elencate, quella della “camminata afghana”. Molto utilizzata in ambito sportivo, permette di affrontare lunghe distanze senza arrivare esausti alla meta. Scoperta da Edouard G. Stiegler negli anni Ottanta a Kabul durante l’incontro con dei cammellieri che avevano appena percorso settecento chilometri in dodici giorni, quasi sessanta chilometri al giorno, durante la transumanza del bestiame. Una tecnica, questa, che permette, controllando respiro e passi in modo coordinato, di camminare velocemente senza fare fatica, consentendo di affrontare lunghi viaggi con serenità arrivando a destinazione senza esaurire le energie.  


Una tecnica, quella della camminata afghana, che si colloca a metà strada tra la meditazione e l’attività sportiva e che forse vale la pena proviate anche voi. 

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca