L’idea che la creatività sia in realtà un insieme di tre concetti legati tra loro è stata sviluppata da Arthur Koestler, una figura chiave nello sviluppo della nostra comprensione del pensiero umano. Koestler divide la creatività in tre personalità: il saggio, l’artista e il giullare.
- Il saggio fornisce la classica comprensione della creatività nel mondo degli affari. Il saggio rappresenta l’improvvisa intuizione che fornisce una nuova idea. Il saggio è Archimede immerso nel bagno che grida ‘Eureka!’. Il saggio è l’invenzione di una migliore trappola per topi.
- L’artista contribuisce al tradizionale concetto di creatività che la maggior parte delle persone per strada saprebbero identificare. Arte, musica, letteratura, la produzione di una cosa bella o un elemento d’ispirazione, che richiede nell’artista la capacità di mettere insieme la sua esperienza diretta e la sua conoscenza indiretta per creare qualcosa di nuovo.
- Il giullare è responsabile di un aspetto della creatività che è forse meno evidente, l’umorismo. La creatività lavora facendo vedere il mondo in modo diverso, e così fa l’umorismo. L’umorismo è, in effetti, creatività verbale. Tutti coloro che sono coinvolti principalmente nelle arti e negli affari tendono a prendere se stessi piuttosto sul serio e così spesso non beneficiano del valore creativo dell’umorismo. La personalità che Koestler descrive così è particolarmente azzeccata. Il buffone di corte era l’unico, in un ambiente pieno di yes-men, che poteva mettere in discussione le azioni del re. Questo ruolo creativo (e rischioso) è l’eroe misconosciuto della creatività.
Articolo tratto dal libro Mind Storm di Brian Clegg (edizione italiana a cura del gruppo di lavoro CreaInnovazione di Manageritalia Roma – clicca qui per scaricare gratuitamente l’ebook).