Come è cambiata la selezione nel tempo?
«Con il mutare delle condizioni del mercato del lavoro e delle prospettive professionali, la selezione si è trasformata da un processo pianificato, con tempistiche agevoli e filtri predeterminati, in un “flusso” rapido e continuo, proveniente da molteplici canali e che richiede tempestività e proattività».
Cosa è in grado di offrire l’azienda in termini di employee value proposition? Come lo può comunicare?
«È necessario che l’azienda si focalizzi su cosa può offrire, non solo in termini di ruolo o di package retributivo, ma anche dal punto di vista ambientale, relazionale, di sviluppo e valoriale. Le organizzazioni, obbedendo a un ben noto assioma, “non possono non comunicare”. Lo fanno in ogni interazione – sia fisica che digitale, sia istituzionale che non – attraverso le persone che ci lavorano».
I candidati come devono leggere la value proposition e come devono comportarsi di conseguenza per approcciare l’azienda e nell’eventuale incontro?
«Ascoltare attivamente ciò che l’azienda comunica è un buon modo per incrementare la qualità e quantità di informazioni a disposizione, al fine di decidere consapevolmente. Nell’incontro, essere trasparenti e porre domande mirate aiuta a misurare le reciproche aspettative, creando un dialogo aperto e proficuo che vada oltre la singola occasione».
Quali sono i criteri che determinano la scelta per l’azienda? E per il candidato?
«I criteri normalmente sono molteplici, sia per l’azienda che per i candidati. È importante arrivare a una valutazione di sintesi che dia un peso preponderante agli aspetti fondamentali, mantenendosi al contempo duttili e disponibili a riconsiderare le proprie valutazioni. La motivazione, poi, è una spinta trasversale che agisce come acceleratore di decisioni e agevola l’effettivo inserimento all’interno dell’organizzazione».
La provenienza da altri settori è gradita (realmente)?
«La provenienza da business diversi è spesso indispensabile quando i profili ricercati scarseggiano all’interno del settore. Oppure, quando altri mercati stanno già applicando con successo le competenze che cerchiamo».
Le aziende sono realmente pronte e disponibili a “pagare” le nuove competenze attese oggi?
«Le aziende spesso si trovano davanti al bivio “make or buy”, potendo creare le competenze internamente, attraverso percorsi di sviluppo, oppure decidendo di rivolgersi all’esterno. In ogni caso, l’organizzazione deve investire sulla professionalità dei propri collaboratori come imprescindibile condizione per crescere, innovare ed evolvere».
FRIDAY’S MANAGER, venerdì 19 aprile, dalle 12 alle 13, a cura di XLabor, divisione del mercato del lavoro manageriale di Manageritalia:
“La prospettiva dell’azienda nel recruiting manageriale – Attrarre candidature interessate alla employee value proposition”.
