La fabbrica connessa: manifattura italiana e industria 4.0

Oltre l’80% del tessuto manifatturiero italiano è composto da piccole e medie imprese. Queste realtà vanno guidate in un percorso graduale verso Industria 4.0. Il libro propone una “strada italiana” alla quarta rivoluzione industriale

Luca Beltrametti, Nino Guarnacci, Nicola Intini e Corrado La Forgia, esperti di Industria 4.0, membri della task force di Federmeccanica che ha condotto la ricerca sullo stato dell’Industria 4.0 in Italia pubblicata a fine 2016, hanno raccolto nel libro “La fabbrica connessa” (Edizioni Guerini) un percorso basato sulla loro esperienza per definire uno scenario a medio termine che possa accompagnare le piccole e medie imprese italiane nella transizione tecnologica.

“È importante che gli imprenditori delle PMI e gli artigiani comprendano che esiste un percorso graduale che li può condurre, nell’arco di qualche anno/lustro, verso un nuovo paradigma tecnologico, partendo dalle tecnologie esistenti e sviluppando progressivamente competenze e nuovi modelli di business” affermano gli autori.

Il recente dibattito su Industria 4.0 è stato viziato da un duplice ordine di errori. Da un lato, il messaggio che le imprese debbano compiere, da subito, un salto tecnologico radicale con investimenti importanti. Dall’altro, l’idea che, una volta compiuto questo cambio di paradigma, sia sufficiente “premere il bottone” per entrare in una nuova dimensione economica. Questi messaggi, fuorvianti in generale, sono particolarmente pericolosi per il sistema delle piccole e medie imprese.

“La fabbrica connessa” si propone di adottare – anche attraverso case histories e un’analisi delle politiche industriali – una prospettiva italiana e di diffondere un punto di vista differente: Industria 4.0 può essere realizzata attraverso un percorso graduale, nel quale le imprese effettuano investimenti contenuti, finalizzati ad aggiornare i macchinari già in loro possesso, sviluppano competenze ed esplorano le potenzialità che le nuove tecnologie offrono. Una visione dunque evolutiva e non rivoluzionaria, nella consapevolezza che il cambio di paradigma tecnologico impone un cambio di paradigma culturale che muove innanzitutto dalla formazione. 

Informare e formare le risorse umane del futuro è strategico per aumentare la consapevolezza della rivoluzione in corso. Il libro raccoglie, ad esempio, l’esperienza del progetto «Allenarsi per il Futuro», nato all’interno di Tec, la Scuola di formazione del gruppo Bosch, in collaborazione con Randstad in sinergia con altre imprese, enti e istituzioni su tutto il territorio italiano per combattere la disoccupazione giovanile. “L’obiettivo è quello di indirizzare i giovani al loro futuro offrendo opportunità di orientamento e alternanza scuola-lavoro attraverso la metafora dello sport: passione, impegno, responsabilità e soprattutto «allenamento» sono i principali valori trasmessi dai testimonial sportivi di fama internazionale che ci accompagnano in questa esperienza” spiega Roberto Zecchino, vicepresidente Risorse Umane e Organizzazione Robert Bosch Sud Europa.

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