L’impresa responsabile

Integrare le iniziative di sostenibilità nella strategia aziendale, per quanto sfidante, è ormai un must. Ecco come lo fanno alcuni manager in prima linea
sostenibilità nelle imprese

Pierfilippo Maggioni, csr specialist Manageritalia

Cosa significa per la vostra azienda “sostenibilità” nei tre contesti Esg: ambientale, sociale e di governance?

Luca Cassani (corporate sustainability manager di Epson Italia): «In Epson la E di “Environment” viene declinata in decarbonizzazione dei processi interni, applicazione dei principi di economia circolare, riduzione degli impatti ambientali per gli utilizzatori dei nostri prodotti e ricerca e sviluppo di nuove tecnologie ambientali. La S di “Social” si manifesta nell’attenzione verso i dipendenti, con programmi di welfare aziendale e con attività a supporto alle comunità che ci ospitano. La G di “Governance” si sostanzia nell’istituzione del Sustainability strategy committee, l’organo aziendale responsabile del le strategie di sostenibilità in tutto il Gruppo».

Laura Celli (head of sustainability & internal communication di Edenred Italia): «La strategia di sostenibilità di Edenred Italia è insita nel nostro modo di fare business e nel nostro purpose aziendale “Enrich connection. For good”: creiamo connessioni durature e con un impatto positivo all’interno del nostro business».

Tiziana dell’Orto (segretario generale, EY Foundation Ente Filantropico T.S. e direttore corporate responsibility & sustainability per il network EY in Italia): «“All in” è la strategia globale di EY per plasmare il futuro con fiducia, guidare i nostri stakeholder e creare nuovo valore per i clienti, le persone e la collettività. Siamo una società di servizi, per questo siamo particolarmente attenti agli aspetti sociali: investiamo molto nelle nostre persone offrendo formazione, opportunità di crescita, programmi di welfare, puntando sulla mobilità sociale e sull’inclusione socioeconomica. Inoltre, grazie alle attività di EY Foundation Ente Filantropico T.S., possiamo sensibilizzare persone e comunità sui temi di sostenibilità e coinvolgerle in progetti sociali e ambientali rivolti al territorio in cui operiamo».

Enrico Ribet (chief financial officer & head of innovation and development di Humana People to People Italia): «La sostenibilità è insita in Humana People to People Italia e ne ha guidato le scelte in ogni fase della sua crescita, rendendola una realtà leader nel settore del tessile post consumo. A livello ambientale, sostenibilità per noi significa prolungare il ciclo di vita degli abiti e rendicontarlo, ad esempio in termini di emissioni di CO2 evitate e acqua risparmiata. Dal punto di vista sociale, invece, finanziamo e realizziamo progetti che ogni anno migliorano la vita di migliaia di persone nel mondo in settori quali salute, istruzione, sviluppo comunitario, agricoltura sostenibile e ambiente».

Lorenzo Sarvello (ad & managing director di Brita Italia): «In Brita la sostenibilità è parte integrante della vision, del Dna: vogliamo cambiare le abitudini delle persone, promuovendo un consumo di acqua più sostenibile. In termini di governance, abbiamo introdotto (oltre a fatturato ed Ebitda) un terzo Kpi standard, il “Planet contribution”, che misura in modo continuativo l’impatto ambientale in termini di Carbon footprint nei cicli produttivi e il Product impact».

Diego Valazza (head of leasing Europe di Lendlease): «Siamo consapevoli dell’impatto del settore del costruito sull’ambiente e ci siamo impegnati a raggiungere il Net zero carbon entro il 2025 e l’Absolute zero carbon entro il 2040, eliminando tutte le emissioni dirette e indirette generate dalla filiera. Sul piano sociale, puntiamo a generare 250 milioni di dollari di valore sociale entro fine 2025. In ambito di governance, adottiamo standard etici elevati e rigorosi, politiche anticorruzione e garantiamo la massima trasparenza nella gestione delle informazioni».

Quali sono le principali iniziative di sostenibilità che la vostra azienda ha implementato negli ultimi anni?

Cassani «Dal punto di vista ambientale, siamo passati a utilizzare solo energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e di carburanti meno impattanti (come il metanolo verde) per il trasporto oceanico. Inoltre, è stata ulteriormente sviluppata la Dry fiber technology per ridurre l’utilizzo della risorsa acqua nella stampa a getto di inchiostro su tessuto. Sull’aspetto sociale è sempre in essere l’adesione alla Responsible Business Alliance, che prevede il controllo delle condizioni di lavoro all’interno delle nostre fabbriche e che ne ha confermato il livello “platinum”».

Celli «Oltre al nostro impegno per l’ambiente – che ci vede impegnati nel Net zero target entro il 2050 per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali – abbiamo lavorato molto sui temi DE&I: valorizziamo le unicità di ciascuno, adottiamo politiche che garantiscano equità per tutti e lavoriamo per sensibilizzare l’organizzazione sui temi dell’inclusione. Un percorso che ci ha portato, sui temi di genere, a ottenere la certificazione UNI PdR 125/2022».

Dell’Orto «Grazie a EY Ripples, il programma di volontariato di competenza, le nostre persone offrono il proprio talento e la propria esperienza a sostegno di giovani, fragili, non profit, startup sostenibili e ambiente. Nel 2024, gli EY Ripples hanno coinvolto oltre 2mila volontari EY in Italia, con un impatto positivo sulla vita di 981mila persone. Nello stesso anno abbiamo investito nella valorizzazione e nella crescita dei nostri 9.500 col laboratori con formazione, wellbeing, policy per la genitorialità e il monitoraggio costante del gender pay gap. Infine, è proseguito anche l’impegno ambientale, con un -30% di emissioni da business travel rispetto al 2019».

Ribet «Una delle iniziative più importanti ha riguardato l’impianto di selezione dei capi: grazie all’ampliamento e alla digitalizzazione l’abbiamo reso più produttivo. Ci lavora un team sempre più grande e “professionalizzato”. Abbiamo inoltre costituito un team dedicato all’innovazione e allo sviluppo in ambito riciclo tessile e un dipartimento incaricato di sviluppare partnership in ambito Csr con il mondo corporate».

Sarvello «Vorrei citarne una che riguarda il settore HoReCa, nel quale tutti i filtri utilizzati per ottimizzare l’acqua – ad esempio nelle macchine da caffè, vending machine o forni a vapore – vengono recuperati, smontati e rigenerati nel nostro impianto in Germania. I componenti vengono riciclati e reimmessi nel ciclo produttivo per la creazione di nuovi filtri. In ottica di economia circolare, le plastiche vengono riutilizzate e possiamo certificare ai nostri clienti il risparmio in termini di CO₂ generato».

Valazza «Negli ultimi anni Lendlease ha avviato iniziative concrete e progetti innovativi, tra cui Mind – Milano innovation district: un quartiere carbon neutral, con edifici “nearly zero energy” e mobilità solo elettrica e dolce. Anche i nostri cantieri sono decarboned e “circolari”: abbiamo riciclato il 98% dei materiali di demolizione di alcune ex infrastrutture Expo 2015 e innovato inoltre sulle tecnologie costruttive per migliorare efficienza e performance degli edifici anche a fine ciclo di vita. Sul fronte sociale, uno dei progetti più rappresentativi è il Programma 2121, nato per valorizzare l’inclusione dei detenuti presenti nel sistema carcerario lombardo attraverso la formazione di lavoratori qualificati nel settore edilizio».

Quali sfide avete incontrato nell’integrare la sostenibilità nelle operazioni aziendali quotidiane?

Cassani «Oggi non parliamo più di difficoltà di integrazione della sostenibilità nelle operazioni aziendali: il processo di educazione portato avanti negli anni ha fatto sì che in fase decisionale anche le considerazioni sulla sostenibilità concorrano al risultato finale. Il prossimo passo è quello di estendere a tutta la catena del valore questo approccio di condivisione».

Celli «La sfida più grande quando si affrontano questi temi è sempre quella contro le abitudini e le consuetudini. Certamente, una condivisione degli obiettivi e l’integrazione di queste tematiche nelle strategie ambientali ha reso in molti casi il lavoro più semplice».

Dell’Orto «Invece che sulle sfide, vorrei soffermarmi sulle strategie: impegno costante nel costruire sinergie tra le diverse funzioni, definizione di obiettivi misura bili e condivisi, aggiornamento continuo rispetto all’evoluzione delle normative e adattamento delle pratiche aziendali, impegno costante nel creare consapevolezza tra le persone rispetto all’importanza della sostenibilità come pratica quotidiana».

Ribet «Nella nostra operatività la flotta mezzi impatta molto sulle performance ambientali, per questo la stiamo gradualmente rinnovando con mezzi più ecologici ed elettrici. Inoltre, le auto aziendali sono principalmente veicoli elettrici o plug-in e ci stiamo dotando di postazioni di ricariche elettriche nella nostra sede centrale».

Sarvello «La sfida principale è mantenere un approccio olistico, che abbracci la produzione, gli impianti, il packaging e persino le partnership strategiche, che devono condividere i nostri stessi valori e impegno. Ovviamente, anche il wellbeing dei dipendenti fa parte di questo».

Valazza «Una delle principali sfide riguarda la riduzione delle emissioni indirette, che rappresentano la maggior parte dell’impronta di carbonio dell’azienda. Affrontarla implica un lavoro continuo di collaborazione e sensibilizzazione di fornitori, clienti e partner, affinché condividano i nostri standard e obiettivi. Un ulteriore ostacolo riguarda l’innovazione nei materiali: il calcestruzzo, tra i maggiori responsabili di emissioni a livello globale, richiede soluzioni alternative. Per questo stiamo investendo in tecnologie a basse emissioni per contribuire alla trasformazione sostenibile».

Luca Cassani, corporate sustainability manager di Epson Italia.
Luca Cassani, corporate sustainability manager di Epson Italia.
Laura Celli, head of sustainability & internal communication di Edenred Italia.
Laura Celli, head of sustainability
& internal communication
di Edenred Italia.
Tiziana dell’Orto, segretario generale, EY Foundation Ente Filantropico T.S. e direttore corporate responsibility & sustainability per il network EY in Italia.
Tiziana dell’Orto, segretario generale, EY Foundation Ente Filantropico T.S. e direttore corporate responsibility & sustainability per il network EY in Italia.
Enrico Ribet, chief financial officer & head of innovation and development di Humana People to People Italia.
Enrico Ribet, chief financial officer & head of innovation and development di Humana People to People Italia.
Lorenzo Sarvello, ad & managing director di Brita Italia.
Lorenzo Sarvello, ad & managing director di Brita Italia.
Diego Valazza, head of leasing Europe di Lendlease.
Diego Valazza, head of leasing Europe di Lendlease.

 

 

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