Il punto su Ricerca e Innovazione in Europa: siamo ancora in partita vs USA e Cina?

Una cronaca di ciò che emerso durante l'evento European Research & Innovation Days, svoltosi a Bruxelles il 16 e il 17 settembre. Obiettivi, priorità e modalità per una vera strategia europea dell'innovazione, in cui i manager hanno un ruolo chiave. Presentato un piano industriale comune EU che superi le frammentazioni tra i 27, affiancato da un programma di aumento degli investimenti in Ricerca e Sviluppo che incentivi più collaborazione pubblico-privato e trasformi la ricerca in imprese globali
research and innovation days brussels

Il 16 e il 17 settembre, a Bruxelles, ho partecipato come rappresentante CIDA nell’executive board di CEC, in cui ricopro il ruolo di vicesegretario generale, agli European Research & Innovation Days, l’evento annuale di presentazione dello stato dell’innovazione in Europa.

L’Europa è rimasta indietro nella corsa tecnologica globale. Nonostante talenti eccellenti, università di primo livello e un mercato da 450 milioni di consumatori, si appoggia su soluzioni tech americane (servizi cloud, software, motori di ricerca, modelli AI) e resta indietro rispetto a tecnologie cinesi (motori elettrici, pannelli solari, batterie).

Il risultato è una vulnerabilità tecnologica e una debolezza geopolitica (vedi dazi americani e guerra in Ucraina).

La nuova Commissione Europea sta cercando di cambiare passo e rientrare in partita. A Bruxelles si è finalmente visto qualcosa di ambizioso: è stata presentata una strategia industriale comune EU che superi le frammentazioni tra i 27, affiancata da un programma di aumento degli investimenti in Ricerca e Sviluppo, che incentivi più collaborazione pubblico-privato e trasformi la ricerca in imprese globali.

Il contesto

Ma facciamo un passo indietro. La strategia industriale dell’Europa è stata definita a partire dal Rapporto Draghi, indicando 3 linee di azione: innovazione, transizione energetica, difesa. A un anno dall’insediamento dell’attuale commissione, al Parlamento Europeo c’è stato il discorso sullo stato dell’unione e la “strigliata” di Mario Draghi su quanto poco si sia fatto (finora circa il 10%).

Eppure qualcosa si muove. Intanto, l’innovazione è entrata al centro dell’agenda europea. Nel suo discorso di apertura dei Research & Innovation Days, Ursula von der Leyen si è spinta fino a dichiarare “la determinazione della Commissione Europea a rendere l’Europa il leader mondiale nella ricerca e nell’innovazione” (!) e ha delineato una strategia europea per innovazioe e ricerca basata su tre pilastri: talenti, finanziamenti e crescita.

  • Per attrarre i migliori talenti, la Commissione lancia un pacchetto da 500 milioni di euro, raddoppia i fondi per i ricercatori che si trasferiscono in Europa e istituisce un nuovo “super grant” settennale per garantire stabilità a lungo termine agli scienziati di punta.
  • Sul fronte dei finanziamenti, il programma Horizon Europe vedrà il suo budget raddoppiato a 175 miliardi di euro. Questo investimento mira a consolidare il successo del programma, che ha già generato oltre 30 premi Nobel, e che ha dimostrato un ritorno economico di 11 euro per ogni euro investito.
  • Per trasformare la ricerca d’avanguardia in imprese di successo, il nuovo bilancio affiancherà a Horizon Europe un nuovo “Competitiveness Fund”, destinato alla crescita nei settori strategici come l’intelligenza artificiale e le tecnologie green. È stata infine lanciata una nuova strategia per startup e scaleup, per rimuovere le barriere normative, colmare i divari di finanziamento e liberare capitale di rischio per aziende high-tech.

Il problema: perché l’Europa è rimasta indietro

Come ha detto Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo della Commissione EU per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, “In Europa inventiamo tecnologie rivoluzionarie, ma poi le vediamo scalare altrove. Il problema non sono le idee, ma il sistema che non le sostiene”.

Occorre considerare alcuni dati chiave:

  • Commercializzazione: l’Europa eccelle nella ricerca, produciamo il 32% delle pubblicazioni scientifiche globali, ma solo un terzo di queste innovazioni viene sfruttato commercialmente;
  • Investimenti in R&I: l’UE investe il 2,2% del Pil in ricerca e innovazione, contro il 3,6% degli USA e il 2,6% della Cina e la distanza si allarga se si considerano gli investimenti privati (fonte Eurostat 2025);
  • Scale-up di startup: Solo 7 unicorni europei nel 2024, contro 140 in USA e 70 in Cina. Il 90% delle startup europee fatica a superare la Serie B per mancanza di capitali di rischio e mercati frammentati (27 Stati membri con regole diverse su fiscalità, accesso ai capitali);
  • Cultura del rischio: In Europa aziende e fondi pensione vedono ancora le startup come troppo rischiose, senza capire che vanno guardate in ottica di portafoglio (investo in 100, puntando sul fatto che 10 mi ripagheranno con gli interessi per l’intero capitale)

La soluzione: 5 azioni concrete per colmare il gap

“Non possiamo permetterci di essere solo spettatori della rivoluzione tecnologica. Dobbiamo essere protagonisti, o rischiamo di diventare irrilevanti” sono le parole di Ekaterina Zaharieva, Commissario europeo per le startup, la ricerca e l’innovazione.

Per cambiare passo, le leve a cui sta lavorando la Commissione sono:

  1. Aumentare e indirizzare gli investimenti
  • Obiettivo: portare gli investimenti in R&I al 3% del PIL entro il 2030 (oggi siamo al 2,2%), con almeno il 50% da fondi privati (oggi 30%).
  • Come:
    • Raddoppiare il budget di Horizon Europe (oggi 95,5 miliardi di euro per 7 anni) e semplificare l’accesso ai fondi per startup e PMI.
    • Incentivi fiscali per investimenti privati in R&I (es. crediti d’imposta per VC e corporate venture).
    • Fondi sovrani europei per tecnologie critiche.
  1. Creare un vero mercato unico per l’innovazione
  • Obiettivo: eliminare le barriere che frammentano il mercato (es. regole diverse su appalti pubblici, fiscalità).
  • Come:
    • Armonizzare le norme per startup e scale-up definenedo il 28° Regime, un quadro giuridico unico valido in tutti i 27 stati europei;
    • Destinare il 5% degli appalti pubblici UE (2.000 mld€/anno) a soluzioni innovative di Pmi e startup;
    • Attrazione e valorizzazione dei talenti: sono state lanciate varie iniziative per attrarre ricercatori da tutto il mondo, come “Choose Europe” (il numero di domande di finanziamento da parte di ricercatori stranieri è quadruplicato).
  1. Scommettere sulle scale-up, non solo sulle startup
  • Obiettivo: trasformare le startup europee in campioni globali (oggi solo il 10% supera i 100 dipendenti).
  • Come:
    • Fondo europeo per la scale-up: 20 miliardi di euro per co-investire con VC privati in fase di crescita (modello EIC Fund).
    • Programmi di “corporate venturing”: Incentivare le grandi aziende europee a investire in startup (sul modello per es. di Siemens, Airbus, Enel).
    • Mercati dei capitali: completare l’unione dei capitali, per facilitare il finanziamento delle nuove imprese innovative e le IPO tech.
  1. Accelerare la ricerca sulle tecnologie dual-use
  • Obiettivo: Sfruttare le sinergie tra ricerca e innovazione per la difesa e ad uso civile (es. AI, robotica, semiconduttori). Il tabù della tassonomia ESG è rotto, il nuovo European Defence Fund e Horizon Europe investiranno in tecnologie che rafforzino sia la nostra sicurezza che la nostra competitività industriale.
  • Come:
    • Estendere il mandato dell’EIC (European Innovation Council) per finanziare progetti dual-use.
    • Hub tecnologici europei: dove ricerca civile e militare collaborino (es. HEDI Hub for EU Defence Innovation
    • Standard aperti: Evitare la dipendenza da fornitori extra-UE in settori critici (es. cloud, 5G).
  1. Coinvolgere i cittadini e le aziende
  • Obiettivo: creare una cultura dell’innovazione in Europa.
  • Come:
    • Programmi di “innovazione aperta”: Coinvolgere i cittadini nella co-progettazione di soluzioni (es. smart city, salute).
    • Formazione continua: Investire in upskilling della forza lavoro.

Le aree identificate come prioritarie per gli investimenti in Europa sono:

  1. Clean tech per la transizione energetica, per raggiungere la neutralità climatica e la sostenibilità industriale: idrogeno verde, eolico offshore, energie rinnovabili, economia circolare, materiali avanzati;
  2. Tecnologie Digitali, AI e deep tech: AI, Microchip, Quantum Computing, cybersecurity sono il pilastro per la sovranità digitale europea, ridurre le dipendenze strategiche e posizionare l’Europa come leader globale;
  3. Salute: biotecnologia e Terapie Avanzate, lotta contro il Cancro, salute digitale;
  4. Difesa e tecnologie dual-use: per rafforzare sia la nostra sicurezza sia la nostra competitività industriale.

Cosa possono fare i manager

Gli European Research and Innovation Days 2025 hanno mostrato le iniziative della Commissione per accelerare ricerca ed innovazione, in termini di legislazione, fondi e incentivi, dando delle leve in più per aumentare produttività e crescita delle aziende europee.

Ora spetta ai manager sfruttarle, e quindi:

  • Investire di più in R&I, aumentando la % dei ricavi dedicata all’innovazione;
  • Collaborare con startup: Creare programmi di corporate venturing e open innovation;
  • Promuovere programmi di up-skilling delle persone.

In CEC European Managers stiamo lavorando per questo. E voi?

European Research and Innovation Days

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