Il manager di quarta generazione: un approccio vincente che mette le persone al centro

Nel libro Youmanager (Mind Edizioni), un nuovo modello di leadership a cui ispirarsi basato su creatività, empatia e relazioni. Quali sono i suoi punti di forza? Ne parliamo con i due autori: Alessandro Amadori e Roberto Mirandola

Management di quarta generazione: cos’è e perché sarà la cifra distintiva di chi intende esercitare il ruolo di leader con una marcia in più? L’approccio supera i modelli tradizionali per abbracciare un modello centrato sull’empatia e sulla creatività: lo raccontano efficacemente Alessandro Amadori, psicologo, formatore manageriale e consulente aziendale, e Roberto Mirandola, direttore del Master Publitalia, coach aziendale ed esperto di networking, nel libro Youmanager (Mind Edizioni). Al centro del volume, una figura di manager “nuovo” in grado di integrare emozioni, intuizioni e relazioni nel suo stile di leadership.

Il Management 4G apre la strada a una visione olistica e concreta dell’essere manager, dove individuo e azienda sono sistemi aperti, in dialogo costante con il mondo esterno, alla ricerca di equilibrio e sostenibilità. Una pratica quotidiana che va ben oltre la teoria. Ne parliamo con i due autori.

Perché oggi serve un nuovo approccio di management?

Alessandro Amadori: «Perché oggi, in questo turbolento scorcio del XXI secolo, sopraffatti da problemi globali come guerre, cambiamento climatico, disagio sociale e incertezza economica, è fondamentale mantenere l’ottimismo. Il management della quarta generazione rappresenta una piccola rivoluzione culturale che può guidarci verso un futuro migliore».

Quali sono i must, i punti di forza e le particolarità di questo nuovo approccio?

Roberto Mirandola: «Il management della quarta generazione si basa su tre virtù operative fondamentali: creatività, pazienza e gentilezza, ovvero quelle che ci servono per risolvere efficacemente tutti i nostri problemi, personali o lavorativi che siano. L’idea alla base è semplice: mettere al centro la persona nella sua completezza, riconoscendo che il benessere umano è essenziale per il successo organizzativo.

Quindi, dobbiamo impegnarci il più possibile a stare bene noi per primi, per poterci poi concentrare sul benessere degli altri, considerato come asset fondamentale per sviluppare imprese di successo».

L’obiettivo di questo nuovo approccio, come dite nel libro, è produrre efficacia ed efficienza, ricchezza e valore economico, puntando sul benessere di chi lavora e il rispetto dell’ambiente e delle comunità. Perché e come?

Amadori: «L’M4G, il management della quarta generazione non è solo una teoria, ma una vera e propria pratica che può portare a un futuro più sostenibile e pienamente umano. Le aziende (e le organizzazioni in generale) che abbracciano questo nuovo approccio diventano capaci di attrarre e trattenere talenti, di innovare continuamente e adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di generare armonicamente valore economico, sociale e ambientale.

Insomma, di progettare e realizzare un futuro stabilmente migliore. Il management della quarta generazione promuove una nuova concezione olistica del successo che va oltre i meri risultati economico-finanziari: il benessere dei dipendenti, la sostenibilità ambientale e l’impatto sociale diventano indicatori di performance altrettanto importanti rispetto alla correttezza amministrativa, al conto economico e allo stato patrimoniale.

Questo approccio integrato permette alle organizzazioni di creare valore a lungo termine, non solo per gli azionisti, ma anche per tutti gli stakeholder».

Ci sono casi concreti di questo nuovo approccio? Dove e come funziona?

Mirandola: «Mi viene in mente Valore D, associazione non profit diretta da Barbara Falcomer, che promuove l’equilibrio di genere, la valorizzazione delle diversità e la cultura inclusiva nelle organizzazioni.

Inclusione e diversità sono concetti intrinsecamente connessi: infatti, è proprio perché esiste, in ogni manifestazione del mondo, un’elevata variabilità (che si esprime nelle molteplici diversità riscontrabili), che è necessario saper adottare un approccio che valorizzi le diversità e la specificità di ciascun individuo.

Ed è proprio diventando sensibili e ricettivi verso una cultura della partecipazione e del coinvolgimento di tutti che si può fare della diversità una straordinaria risorsa per lo sviluppo dell’organizzazione».

Quali sono i punti cardine di questo approccio e quindi i fondamentali dai quali i manager che lo vogliono abbracciare devono partire?

Amadori: «Se il management umanistico è, come abbiamo detto, un approccio che mette al centro le persone e le loro qualità, oltre alle tre doti operative che abbiamo menzionato (creatività, pazienza e gentilezza) occorrono anche alcuni grandi valori su cui fondare l’edificio di questo approccio. Noi ne abbiamo individuati cinque: empatia, integrità, responsabilità, inclusività, resilienza.

La capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri è fondamentale per creare un ambiente di lavoro armonioso. Agire con onestà e trasparenza è essenziale per costruire una cultura aziendale solida e, soprattutto, sana. Assumersi la responsabilità delle proprie azioni e decisioni è cruciale per un management efficace.

Valorizzare la diversità e promuovere l’inclusione sono aspetti chiave del moderno management umanistico. Infine, la volontà di affrontare e, quindi, superare le difficoltà sono componenti indispensabili della competitività aziendale.

La resilienza aiuta i leader e i loro team a mantenere la motivazione e l’ottimismo anche nei momenti di crisi, trasformando le sfide in opportunità di crescita».

Quanto ci vuole per esplicare il valore di questo approccio e quali gli eventuali momenti e punti critici da gestire?

Mirandola: «M4G è più di un’idea di management, è un modo nuovo di vedere le relazioni, i nostri obiettivi professionali o personali e la nostra stessa vita. E come tale fa i conti con le inevitabili difficoltà che qualunque nuovo approccio porta con sé.

Le criticità sono elementi ineludibili di qualunque cambiamento. Un leader appassionato non si arrende facilmente di fronte alle difficoltà, e il suo impegno verso l’eccellenza e la sua dedizione al lavoro sono un esempio potente per i collaboratori. L’atteggiamento resiliente ispira e spinge a superare le sfide e a perseguire con determinazione gli obiettivi prefissati».

Quali sono i tre messaggi da lasciare alla nostra platea di manager per portarli a bordo e metterli nelle condizioni di partire?

Mirandola: «M4G rappresenta una risposta concreta alle sfide del nostro tempo. Mettendo al centro la persona e valorizzando creatività, pazienza e gentilezza, possiamo giorno dopo giorno costruire organizzazioni più resilienti, innovative e a misura d’uomo. I messaggi sono molto più di tre! M4G è una rivoluzione culturale che richiede impegno e determinazione, ma che può portare veramente a un futuro migliore per tutti».

Come convincere i più scettici? Come mettere le ali ai più entusiasti?

Amadori e Mirandola: «Se pensiamo agli scettici nel senso più antico del termine, quello della Grecia antica, ovvero a coloro che hanno più dubbi che conoscenze, il terreno è fertile! È l’atteggiamento giusto per il cambiamento. E chi invece ha già accolto con entusiasmo le variabili fondamentali del MG4, dovrà declinarle nel proprio ambiente lavorativo tenendo conto delle specificità e necessità, secondo un percorso personalizzato di crescita nelle aree della creatività, della pazienza e della gentilezza, mettendo in pratica alcune delle tecniche per il benessere psicofisico che troverete nel volume (acquistabile fin da ora su Amazon Libri)».

Alessandro Amadori, psicologo, formatore manageriale e consulente aziendale
Alessandro Amadori, psicologo, formatore manageriale e consulente aziendale
Roberto Mirandola, direttore del Master Publitalia, coach aziendale ed esperto di networking
Roberto Mirandola, direttore del Master Publitalia, coach aziendale ed esperto di networking

YouManager libro Mind Edizioni

 

 

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